Per l’olio extra vergine d’oliva questa è stata un’annata straordinariamente negativa. Le previsioni effettuate a settembre, davano una produzione in calo del 30%. Il meteo inclemente del mese di ottobre e novembre ha fatto salire questa percentuale al 50% o più. L’amaro esito di questa storia è che in Italia molto difficilmente si riusciranno a produrre più di 200 mila tonnellate di olio di oliva, di cui solo la metà sarà extra vergine. Tutta colpa della mosca olearia e del tempo che hanno compromesso non solo il raccolto ma anche la qualità. Il risvolto di questa situazione si è immediatamente registrato sul fronte dei prezzi all’ingrosso, dove l’extra vergine nazionale è schizzato dai 4,5 euro al chilo di fine ottobre ai 7 euro al chilo di questi giorni, giustificato dalla scarsità di materia prima.
Anche la Spagna (principale paese produttore mondiale e grande esportatore verso l’Italia), avrà un raccolto molto scarso (750 mila tonnellate, contro 1,7 milioni dell’anno scorso) per questo i prezzi stanno lievitando e si è arrivati a 3 euro al chilo. Considerando che nel nostro paese le giacenze di olio vecchio ammontano a circa 500 mila tonnellate, vuol dire che sommando questo dato a quello di quest’anno diventa difficile soddisfare il consumo interno (500 mila tonnellate) e aggiungere 1,1 milioni di tonnellate per l’export come si è fatto nel 2013. Per capire quanto costerà la bottiglia sullo scaffale del supermercato occorre sommare a queste cifre l’Iva (4%), il trasporto, i costi di imbottigliamento oltre alle spese di promozione, di logistica e distribuzione.
Continuano le offerte sull’olio extra vergine
Nonostante ciò nei punti vendita continuano le offerte speciali con prezzi stracciati (in alcuni casi inferiori ai 3 euro al litro). Come è possibile? Spesso si tratta di promozioni decise con largo anticipo 4-6 mesi prima dell’effettivo arrivo sugli scaffali. Gli oli proposti in questo frangente potrebbero essere stati acquistati da settimane, quando il prezzo era più basso. Non si tratta quindi di oli freschi ottenuti dalla nuova campagna olearia. La situazione è destinata ad esaurirsi molto presto.
Chi vuole acquistare extra vergini della nuova annata deve prestare molta attenzione all’etichetta. La certezza si ha quando sulle diciture, o sul collarino è indicata l’annata di produzione 2014/15 (come previsto dal regolamento comunitario 1335/2013). Altre indicazioni, tipo olio nuovo o olio novello, non sono previste dalla legge e non sono una garanzia, ma spesso sono utilizzate per trarre in inganno. Una buona indicazione la può dare anche il prezzo, sotto gli 8 euro al litro difficilmente si tratta di olio italiano della nuova campagna olearia.
Occhio alle etichette
Quando si acquista occorre prestare attenzione senza lasciarsi abbindolare da loghi o immagini leggendo con cura le scritte dell’etichetta. Il panorama dell’olio è infatti molto cambiato. Quando le diciture indicano un’azienda con un nome italiano e anche il marchio risulta familiare, non è detto che si stia acquistando un extra vergine prodotto nelle nostre regioni. La bottiglia può contenere una miscela di oli comunitari provenienti da Spagna e Grecia. Per capirlo bisogna leggere con attenzione le indicazioni sull’etichetta.
Il pericolo di fregature è alto, proprio a causa dell’elevato prezzo dell’extra vergine che rende molto convenienti le frodi. Oltre alle solite contraffazioni dovute all’impiego di olio deodorato (per togliere cattivi odori), adesso ci saranno anche miscele illegali con oli di semi. Oggi un litro d’olio di girasole ad alto oleico, utilizzato per le sofisticazioni, insieme con un po’ di olio di oliva e clorofilla, costa meno di un euro, contro i 3 euro dell’extra vergine spagnolo, i 4 dell’extra vergine greco e i 7 di quello italiano.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Gentili amici, sarà vero che le fregature in campo alimentare sono sempre possibili però spapare nel titolo questa affermazione: “Se costa meno di 8 euro è una fregatura! Leggere bene l’etichetta” mi sembra puro terrorismo. Oli industriali, di provenienza europea ed extra possono essere di media-bassa qualità ma sempre extravergini sono! Anche se costano 3 Euro e mezzo!Non voglio credere che un grande marchio industriale possa permettersi il lusso di taroccare l’olio che vende come extravergine. Inutile menare il torrone… Voi siete certi che alcuni grandi case olearie imbrogliano i consumatori? Siete sicuri che il prezzo più o meno basso dipenda SOLO da una truffa? Allora, per favore, fuori i nomi e i responsabili, altrimenti attenti alle affermazioni. Anche perchè il prezzo alto non sempre garantisce la qualità. Per quanto mi riguarda, mi fido dei grandi marchi in giro nella GDO perchè hanno solo da perdere se si permettono di truffare i consumatori. Se avete notizie diverse, informateci, per favore. Grazie del vostro contributo di informazione, Saluti
Francesco nell’articolo si parla di olio extravergine 100% italiano. Questo particolare è molto importante. Sono d’accordo poi sul fatto che questa dizione 100% italiano non indichi sempre e comunque un prodotto migliore.
Non esiste un vero dogma di bonta’ nelle alimentazioni, tanto piu’ in quello oleario. Ve lo posso garantire io. Qui in Calabria,adesso, possiamo avere nei frantoi un ottimo olio di oliva a 5 euro come puo’ capitare una porcheria a 8 euro e quindi???? Non e’ vero niente. E’ comunque vero che l’olio Calabrese viene fatto “vendere” sul al Nord a 10 euro, e tutto cio’ e’ un furto perche’ si tratta del normalissimo olio di oliva extra-vergine, macinato quasi sempre dopo tutte le festivita’ dei Santi e Defunti.
Bisogna semmai preoccuparsi, di quello prodotto in dicembre ed oltre, di colore giallo chiaro dolce, ma da consumare subito entro 4/5 mesi, pena, inizio acidita’ scontata a causa della raccolta tardiva e delle olive mature e quasi tutte nere, con resa del 30%.
COTIX –
Che m’importa se l’olio è di mesi fa? L’olio d’oliva si conserva eccellentemente ed è la base del suo successo. Si è sempre usato l’olio delle annate buone, a volte tenendolo mesi e mesi e prima che irrancidisca ce ne vuole. Mi fido dei controlli a monte e semmai in etichetta guardo la data di scadenza che coincide colla sua commerciabilità. PS Neanche a me piacciono i titoli a sensazione
Sono in accordo con Francesco, anche per un olio 100 % italiano, che ,mi si assicura da autorevoli esperti indipendenti specializzati in grassi, spesso purtroppo per i produttori nazionali risulta analiticamente inferiore a olii extravergini di origine mediterranea.semmaile fregature vengono piu’ spesso da produttori piu’ piccoli e meno controllabili.
Prima di parlare acculturatevi. Sentir parlare il signor Francesco mi fa rabbrividire. Come fai a dire mi fido dei grandi marchi che loro non possono permettersi il lusso di taroccare!! Fratello caro sei lontano anni luce dalla realtà dei fatti.