Operatrici prendono cibo da pozzetti da un bancone di una mensa scolastica o lavorativa

mensa ristorazioneRidurre le porzioni e la disponibilità di alimenti di bassa qualità: è questa la ricetta messa a punto dai ricercatori dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, per convincere i frequentatori delle mense di una zona industriale a mangiare di meno, e meglio. Una ricetta che, nello studio più ampio e di maggiore durata mai condotto sull’argomento, ha confermato l’importanza della situazione in cui si trova chi mangia fuori: le scelte dipendono anche, e in misura significativa, dall’offerta, e non occorrono necessariamente stravolgimenti dei menu per essere incisivi.

Nello studio, pubblicato su PLoS One i ricercatori hanno chiesto a 19 mense di centri distributivi di una grande catena di supermercati, che servono circa 20 mila frequentatori occupati soprattutto in lavori manuali, di ridurre del 14% circa le porzioni di tutti i tipi di piatti (per esempio diminuendo il numero di polpette o le dimensioni del piatto di lasagne), da quelli principali agli snack. Inoltre hanno chiesto di modificare i menu, offrendo alimenti e bevande più sani in sostituzione di quelli peggiori come, per esempio, pollo alla griglia con verdure al posto di hamburger e patatine fritte. Quindi, dopo sei mesi, hanno controllato le calorie assunte da ogni utente, e dimostrato così che, in media, c’era stata una riduzione del 4,8% quotidiana tra coloro cui erano stati offerti alimenti più sani, e che tale valore saliva all’11% se a ciò era stata unita anche la diminuzione delle porzioni.

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Ridurre di poco le porzioni e la disponibilità di cibi poco sani nelle mense aziendali può aiutare a contrastare l’obesità

In media, i clienti hanno assunto 50 calorie in meno, quantità non irrilevante, se si considera che, di solito, gli adulti inglesi ne assumono 2-300 in più di quelle necessarie ogni giorno, e che ricavano da mense e ristoranti circa il 15% delle calorie totali. Ma a contare di più è che non sono state rilevate diminuzioni significative del numero di utenti, e solo un modesto calo dei ricavi: ciò dimostra quanto le persone possano cambiare abitudini e mantenere quelle acquisite, se messe nelle giuste condizioni, senza che i gestori dei ristoranti ne abbiano un danno economico. 

Per combattere l’obesità, secondo gli autori uno degli strumenti utili è senza dubbio un intervento sull’offerta di alimenti e bevande a chi mangia fuori casa. Azione che, senza bisogno di grandi investimenti o modifiche rilevanti, sortisce effetti che possono contribuire ad abituare le persone a mangiare di meno, e meglio.

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Kamuty
Kamuty
7 Ottobre 2021 18:06

Ottima formula x rimanere snelli e attivi. Piccole porzioni e qualità superiore del cibo.

Pamela
Pamela
9 Ottobre 2021 15:51

Con le porzioni più piccole non si combatte solo l obesità, ma anche la sonnolenza o l abbiocco. In pratica si è più svegli, ma non solo. Con le porzioni più piccole non ci sarà spreco di cibo e quindi non finirà nella spazzatura.