Polli allevamento

polli galline carne allevamento gabbiePiù sani i polli, più contenti i consumatori. Si potrebbe riassumere così quello che cerca di fare il sistema biometrico messo a punto dai ricercatori dell’Istituto di agricoltura dell’Università del Tennessee. Perché l’idea di fondo è fornire all’allevatore uno strumento che gli consenta di monitorare in tempo reale il comportamento dei polli sia a livello individuale che a livello di batteria, e che gli fornisca indicazioni su come intervenire per migliorare il benessere dei volatili.

Il progetto fa parte di un piano più ampio chiamato Smart Broiler Initiative, finanziato con 4 milioni di dollari e sponsorizzato (anche) da McDonald’s. Lo scopo è quello di incrementare il benessere animale, come richiesto sempre più spesso dai consumatori di tutto il mondo, ma anche di migliorare la produttività, nonostante già oggi, nei soli Stati Uniti, ogni anno vengano allevati ben 9 miliardi di polli all’anno.

Finora questo tipo di intervento è sempre dipeso dall’iniziativa del singolo allevatore che, notando qualche criticità, cercava di correggere le condizioni in cui crescevano i suoi animali, ma ora tutto questo dovrebbe essere fatto da una serie di telecamere che inviano a un computer i dati delle deambulazioni e dei movimenti rilevati da differenti inquadrature. Questo individua eventuali punti critici e interviene automaticamente laddove è possibile (per esempio regolando luci e aerazione), e facendo così risparmiare tempo e lavoro al personale, oppure segnalando all’allevatore dove è meglio agire, e rendendo quindi il suo gesto più efficiente e utile.

Dell’iniziativa fanno parte altri cinque progetti europei e nordamericani, tutti basati su diversi tipi di rilevazioni biometriche e tutti finalizzati a individuare precocemente anomalie in ogni aspetto dell’allevamento, dalla camminata all’alimentazione, con lo scopo di correggere tutto ciò che potrebbe compromettere il benessere animale e la resa. Il famoso internet delle cose arriva così negli allevamenti, rendendo il sistema più efficiente e meno disumano. O almeno questa è la promessa.

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Francesco
Francesco
28 Aprile 2020 09:05

Il programma indovina chi viene a cena di Sabrina Giannini ci ha dimostrato che il marchio italiano “benessere animale” é solo un trucco pubblicitario senza alcun vantaggio per l’animale e per il consumatore !

guido barbieri
guido barbieri
29 Aprile 2020 08:32

l’attuale situazione di pandemia che tutti gli stati stanno vivendo e’ l’esempio di come l’uomo si comporta verso al mondo animale. Dalle mie parti della pianura padana gli allevamenti intensivi di suini , bovini , ecc , ecc fanno vivere questi animali in spazzi molto ristretti, poi quando affermi queste evidenze a chi li alleva ecco che ti fanno vedere che le stalle sono climatizzate, x favorire il benessere dell’animale , gli animali devono avere la libertà di pascolare all’aperto non di vivere in luoghi climatizzati .