Anche nel nostro paese è stato fatto un passo decisivo verso la messa al bando delle plastiche usa e getta. Il 4 novembre, infatti, il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva ben 18 decreti di attuazione di norme europee. Tra questi c’è anche la “direttiva (Ue) 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”, meglio nota come direttiva Sup (Single Use Plastic) che mette al bando alcuni prodotti in plastica monouso. Gli oggetti in questione sono posate e piatti di plastica, cannucce, cotton fioc, agitatori per bevande, aste per palloncini, contenitori per alimenti e per bevande o tazze in polistirene espanso.
Il divieto non riguarda solo la produzione e l’uso di questi prodotti nella gastronomia o nella ristorazione d’asporto, ma anche la loro commercializzazione da parte di supermercati e negozi.
Il decreto era stato già stato esaminato e approvato dalle Commissioni riunite Ambiente e attività produttive della Camera dei deputati e Industria e ambiente del Senato e il 23 settembre era stato inviato alla Commissione europea in via preventiva, come previsto dai regolamenti comunitari, insieme a un’analisi d’impatto della regolamentazione. Entro tre mesi da quella data, Bruxelles deve fornire un parere.
Ma quali sono i punti nei quali il decreto italiano si discosta dal testo europeo? La differenza essenziale riguarda l’esenzione dall’ambito di applicazione di due tipologie di prodotti. Da una parte quelli che hanno rivestimenti in materiale plastico in quantità inferiore al 10% del peso dell’articolo (come per esempio i bicchieri di carta con una piccola quota di plastica). Dall’altra parte sono esentati gli articoli in plastica compostabile realizzati con almeno il 40% di materia prima rinnovabile (che salirà al 60% dal primo gennaio 2024). Tali eccezioni varranno però solo per alcuni casi specifici. Sarà cioè possibile utilizzare questi prodotti monouso nelle mense e nelle strutture e residenze sanitarie o socio-assistenziali oppure in circostanze che vedano la presenza di un elevato numero di persone o, infine, nei casi in cui l’impatto ambientale del loro impiego sia ritenuto minore rispetto a quello delle alternative riutilizzabili.
Nonostante le evidenti deviazioni del recepimento italiano rispetto al testo europeo, vi sono associazioni che hanno comunque lamentato l’adozione di una linea troppo rigida da parte del Governo. È il caso di Assorimap (Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche) che, in un comunicato stampa, parla di “occasione persa per l’Italia” in quanto non sono previste deroghe per le plastiche riciclate. Queste infatti, secondo l’associazione, costituiscono “il cuore propulsore dell’economia circolare”. Il tema delle esenzioni tiene banco anche al di fuori dei nostri confini: la European Paper Packaging Association (Eppa) ha infatti intentato una causa contro la Commissione per escludere dal campo di applicazione della direttiva gli imballaggi di carta che contengono plastica (come i bicchieri di carta patinata). Gli esperti segnalano anche il rischio di una crescente frammentazione del mercato interno europeo dovuta alle diverse interpretazioni che gli Stati membri stanno adottando, fenomeno che potrebbe avere pesanti ricadute sulle politiche di libero scambio nell’Unione.
Un interessante studio sul tema è stato realizzato da Rethink plastic (alleanza delle principali Ong europee, che rappresenta migliaia di gruppi, sostenitori e cittadini in ogni Stato membro), insieme al movimento Break Free From Plastic, allo scopo di valutare i progressi compiuti nei vari Stati nel recepimento della direttiva Sup. Il rapporto mostra che diversi Paesi hanno adottato solo le misure minime essenziali per conformarsi alla Direttiva, in alcuni il processo di recepimento deve essere solo finalizzato e in altri ancora i lavori di trasposizione della legge sono a malapena iniziati, nonostante il termine per il recepimento fosse fissato al 3 luglio 2021.
Sono comunque diversi gli Stati Ue che, in risposta alle pressioni subite dall’industria, hanno introdotto esenzioni per i bicchieri di carta plastificati. Tra questi, oltre all’Italia, spiccano Francia, Svezia e Finlandia. Sono invece per il momento solo sei i Paesi membri che hanno introdotto le nuove regole di etichettatura per i prodotti usa e getta che restano in uso (Germania, Francia, Lussemburgo, Irlanda, Croazia e Grecia), obbligatoriamente previste per informare il consumatore su una corretta gestione del rifiuto e sull’impatto ambientale in caso di abbandono del prodotto.
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