Plastica: sono di Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé gli imballaggi trovati più spesso sulle spiagge. L’iniziativa di Break Free From Plastic
Plastica: sono di Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé gli imballaggi trovati più spesso sulle spiagge. L’iniziativa di Break Free From Plastic
Giulia Crepaldi 15 Ottobre 2018Sono di Coca-Cola, PepsiCo e Nestlé gli imballaggi di plastica recuperati più spesso dalle spiagge e dai mari di tutto il mondo. È questo è il risultato di un’iniziativa firmata da Break Free From Plastic, una coalizione internazionale di oltre mille organizzazioni, come Greenpeace e Zero Waste Europe, che ha organizzato oltre 200 azioni di pulizia in 42 Paesi, a cui hanno partecipato 10 mila volontari. Solo in Europa, ogni anno si producono 25 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, e solo il 30% viene riciclato. Si stima che ogni anno negli oceani vengano riversate tra le 150 mila e le 500 mila tonnellate di plastica.
Oltre 187 mila rifiuti di plastica sono stati raccolti e catalogati, identificando migliaia di marchi di prodotti quasi sempre monouso. A battere tutti è stata Coca-Cola insieme ai marchi – Fanta, Sprite, Schweppes … Seguono PepsiCo, Nestlé e Danone. In Italia, dove si sono svolte 11 iniziative di pulizia delle spiagge, in cima alla classifica si sono posizionate le bottiglie di Coca-Cola e San Benedetto oltre a imballaggi di prodotti firmati Ferrero e Nestlé .
Secondo Break Free From Plastic, queste operazioni di pulizia dovrebbero fare capire alle grandi multinazionali qual è il loro ruolo nel problema dell’inquinamento da plastica del pianeta. “È il momento che le grandi multinazionali si assumano le proprie responsabilità” afferma Von Hernandez, il coordinatore della coalizione.
Durante le operazioni di pulizia non sono stati catalogati solo i marchi, ma anche i tipi di plastica che si trovano più di frequente nelle spiagge e nei mari. Il più diffuso è il Pet (polietilenetereftalato), un polimero utilizzato per la quasi totalità delle bottiglie, seguito dal polistirolo, ancora non riciclabile nella maggior parte dei Paesi.
Ad aprile, Greenpeace aveva lanciato una petizione per chiedere alle grandi multinazionali del cibo come Coca-Cola, Starbucks, Nestlé e McDonald’s di abbandonare l’uso di confezioni e imballaggi in plastica usa e getta.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Per indurre le aziende ad abolire o limitare le confezioni di plastica è necessaria una legge europea, ma quali altri prodotti non inquinanti possono sostituire la plastica? Forse dovremmo abituarci a confezioni di carta (es tetrapak, ecc.). L’unica soluzione è la raccolta differenziata, ma quanti sono a farla? La plastica, anche quella raccotla in mare, deve essere riciclata e non incenerita, perché, oltre all’inquinamento atmosferico, si perde materia riutilizzabile.
la plastica va abolita unico modo per non usarla piu’