È noto che le dinamiche del mondo del pet food sono profondamente influenzate dai fenomeni e dalle mode che si susseguono nell’ambito dell’alimentazione umana. Non solo perché i proprietari di animali domestici tendono a estendere ai loro amici a quattro (o a due) zampe le proprie abitudini, ma anche perché sempre più aziende produttrici favoriscono questo incrocio di interessi incoraggiando l’affermazione di nuovi trend o il rafforzamento di quelli di maggior successo.
Dove va il mercato del pet food
Coerentemente con le tendenze affermatesi nell’ambito dell’alimentazione e della cura per la salute della persona, negli ultimi anni il mercato italiano del pet food e del pet care è stato dominato dai prodotti destinati alla nutrizione di cani e gatti che fossero ‘ricchi in’, ‘senza’ e ‘italiani’. Stando ai dati della XII Edizione dell’Osservatorio Immagino presentati nel 2023, circa un prodotto su due evidenziava in etichetta la presenza di un componente benefico per la salute. La restante fetta del business era suddivisa tra prodotti caratterizzati da diciture sulle etichette che sottolineeranno l’assenza o la presenza ridotta di una componente oltre al riferimento all’italianità.
Secondo le previsioni di Innova Market Insights, l’attenzione focalizzata sugli ingredienti si rafforzerà nel 2024, affermandosi in cima alla classifica del trend di mercato a livello mondiale. In particolare crescerà la tendenza a distinguere tra ingredienti benefici (come vitamine, proteine ed omega 3) e quelli percepiti come negativi (come gli OGM). Si sceglierà in base a questi criteri, in particolare focalizzando l’attenzione sul cibo ‘low calories‘, ‘grain free/low grain’ e ‘sugar free’, spesso senza considerare l’equilibrio complessivo dei nutrienti.
Resta alta l’attenzione alla sostenibilità
Occhi puntati anche nel nuovo anno sulla sostenibilità: un aspetto a cui i consumatori sono sempre più attenti anche quando si tratta di cibo per i loro animali. Saranno favoriti i prodotti da agricoltura biologica o rigenerativa e quelli con ridotto consumo di suolo e acqua. Va in questa direzione (ed è coerente anche con la consapevolezza della necessità di ridurre le proteine animali a scopo preventivo per la salute) la crescente predilezione per il pet food plant-based (vegetariano o vegano), con proteine ottenute da fonti alternative alla carne, come legumi, soia, alghe o fermentazione batterica. In più gli acquirenti sono sempre più propensi a premiare le aziende che mettono in atto una comunicazione diretta sugli sforzi fatti per la sostenibilità, anche in termini di filiera corta (e tracciabile), imballaggi ecologici ed efficiente gestione dei rifiuti.
È prevedibile che si espanderà anche la domanda di servizi dedicati al pet food in grado di rendere più pratica la gestione dell’alimentazione degli animali da parte dei proprietari. Maggiore sarà l’interesse per i canali di vendita alternativi (come i kit in abbonamento e il delivery), che assicurino una fornitura di alimenti freschi, poco lavorati o addirittura crudi e non inscatolati.
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