Donna porge crocchette a un cane, mentre un gatto mangia dalla ciotola; concept: pet food

Una delle tendenze che hanno caratterizzato il mondo del pet food negli ultimi 15 anni è stata la crescente attrazione da parte dei proprietari di animali domestici nei confronti dei prodotti grain free, ovvero senza cereali (avena, grano, orzo, mais e riso), soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione del cane. A scatenare questa tendenza sembrerebbe essere stato, nel 2007, un caso eclatante di contaminazione con melammina di una grossa partita di mais proveniente dalla Cina che, utilizzato per la produzione di pet food da numerose aziende americane, portò all’intossicazione grave di migliaia di cani e gatti. Oggi tra le ragioni (discutibili) alla base di questa tendenza ci sono piuttosto la convinzione che i cani, in quanto classificati anatomicamente come carnivori, debbano essere alimentati come i loro antenati lupi e il timore che possano sviluppare allergie alimentari o intolleranza al glutine.

In realtà, come si legge anche sulla rivista scientifica Royal Society Open Science, i cani si sono evoluti a contatto con l’uomo nel corso di 20-40mila anni, mangiando avanzi e diventando geneticamente onnivori e perfettamente in grado di nutrirsi non più solo di carne ma anche di vegetali (rispetto ai lupi possiedono da due a 15 volte più geni deputati alla produzione di amilasi e assorbono cinque volte di più i carboidrati presenti nei cereali, assimilandone più del 99%). In più le allergie alimentari nei cani sono rare (riguardano soprattutto manzo, pollo, latticini e frumento), così come l’intolleranza al glutine (riscontrata in un numero esiguo di Setter Irlandesi come patologia ereditaria e comunque solo erroneamente messa in relazione con il consumo di cereali tout court, dal momento che esistono anche cereali privi di queste proteine). Piuttosto i cereali rappresentano, per cani come per gli esseri umani, una preziosa fonte di vitamine, antiossidanti, acidi grassi (come l’acido linoleico) e fibre prebiotiche, che nutrono la flora batterica e contribuiscono a mantenere sano e attivo l’intestino e tutto l’organismo.

Pet food: ciotole con vari tipi di crocchette e osso
I prodotti grain free hanno cominciato a diffondersi dopo l’intossicazione di migliaia di cani e gatti per la contaminazione da melammina del mais usato per la preparazione del pet food

Ciò non significa che una dieta grain free sia necessariamente dannosa per gli animali domestici. Anzi: come si legge su alcune fonti specializzati, cani e gatti possono vivere bene seguendo un’alimentazione priva di cereali, purché sia integrata con fonti alternative di carboidrati (come farina di radice di manioca e amido di piselli) che la rendano completa e bilanciata. In ogni caso è fondamentale tenere conto dello stato di salute dell’animale e delle sue particolari esigenze: in alcuni casi l’esclusione dei carboidrati dalla dieta accresce il rischio di una carenza di proteine (che vengono utilizzate a scopo energetico anziché di mantenimento o accrescimento del muscolo) in altri invece, una dieta grain free sembra possa essere utile per tenere sotto controllo sintomi come irritazioni o eruzioni cutanee, problemi digestivi e perdita del pelo. In ogni caso è importante che gli alimenti privi di cereali, siano di buona qualità e contengano generalmente più ingredienti freschi (come carne appena preparata e pesce), ricchi di proteine nobili, acidi grassi omega-3, prebiotici come MOS, FOS e fibre.

Attualmente ci sono centinaia di aziende di pet food di tutto il mondo che hanno lanciato sul mercato formule per cani e gatti adatte a ogni esigenza: dagli alimenti grain free, del tutto senza cereali, in cui l’amido viene ricavato da altre fonti alternative come piselli, lenticchie, tapioca e patate, ai prodotti low grain, in cui il contenuto di cereali è ridotto del 15% rispetto alle formulazioni tradizionali e limitato ai ‘cereali antichi o integrali’ (avena, farro, orzo, grano saraceno). Infine ci sono soluzioni gluten free, cioè contenenti cereali ma esclusivamente privi di glutine, che apportano carboidrati ad elevata digeribilità e proteine ‘nuove’ e alternative a quelle dei prodotti classici per animali.

Cane jack russell aspetta la ciotola piena di croccantini; pet food, ultraprocessati
Centinaia di aziende hanno lanciato sul mercato prodotti grain free per cani e gatti

Eppure, dopo un decennio di crescita incontrastata del segmento grain free nel mondo del pet food (+221% in quattro anni nei soli Stati Uniti), di recente questo trend sta rallentando, lasciando spazio a una ripresa del cibo tradizionale. A contribuire a questa inversione di rotta è stato un avvertimento sui possibili svantaggi della dieta priva di cereali esposto nel 2018 alla comunità scientifica da parte della Food and Drug Administration. Tra questi l’eventuale carenza di alcuni amminoacidi, il possibile affaticamento dei reni dovuto a un eccessivo apporto di proteine e soprattutto la presunta correlazione con l’insorgenza della cardiomiopatia dilatativa (DCM), una patologia che rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità in varie razze canine e che sembra connessa non solo a una predisposizione genetica (come avviene in Dobermann, Boxer, Levrieri Irlandesi, Terranova, Alani), ma anche a un’alimentazione carente di taurina e carnitina. La correlazione non è stata ancora dimostrata in via definitiva, ma è oggetto di un’attività di studio e monitoraggio anche in Europa e ha già determinato un ridimensionamento nelle abitudini di acquisto da parte dei proprietari di animali domestici.

Tendenze del mercato e mode a parte, ciò che bisogna tenere presente nella scelta dei prodotti da utilizzare per il proprio animale domestico sono le sue reali esigenze, legate a condizioni soggettive quali età, stato di salute, livelli di attività ed eventuale presenza di intolleranze, allergie alimentari e problemi digestivi. Affidarsi a un veterinario esperto in nutrizione è fondamentale, così come assicurarsi di scegliere un pet food che (con o senza cereali, oppure semplicemente senza glutine) risulti completo ed equilibrato, composto da ingredienti di qualità controllata, abbinati in modo da garantire gli stessi vantaggi nutrizionali di una dieta grain inclusive, scongiurando eventuali effetti collaterali.

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Valerio Guiggi
27 Agosto 2023 14:32

Buongiorno. Ma le fonti? Nell’articolo ci sono diversi errori, ma in particolare questo:
Anzi: come si legge su alcuni siti specializzati, cani e gatti possono vivere bene seguendo un’alimentazione priva di cereali, purché sia integrata con fonti alternative di carboidrati (come farina di radice di manioca e amido di piselli) che la rendano completa e bilanciata.

Non so che fonti avete utilizzato, ma non è vero. Ho raccolto la letteratura sia sul mio sito personale in un articolo liberamente fruibile che sul libro che ho scritto su questo argomento, dove ho messo circa 80 citazioni bibliografiche nel capitolo proprio per smentire queste affermazioni.

Mi dispiace che l’argomento sia stato trattato in modo così superficiale.

Patrizia
Patrizia
12 Settembre 2023 15:40

Nell’ articolo non si parla della specificità dei gatti, ma solo dei cani. I gatti sono carnivori puri e non credo che lo studio citato si applichi al gatto. Perlomeno qui non viene menzionato.