Persona osserva con lente di ingrandimento pomodori su un tavolo insieme a ravanelli, insalata, mele e cipollotti; concept pesticidi

analisi ciliegie pesticidiIl 94,9% dei campioni di cibo analizzati nel 2020 in Europa non presentava residui di pesticidi in quantità superiore ai limiti di legge: lo dice l’ultima relazione annuale dell’Efsa sui residui di antiparassitari negli alimenti. Il rapporto, che considera i risultati di 88mila analisi effettuate nei diversi Paesi dell’Unione europea, è piuttosto rassicurante, se pensiamo che solo cinque campioni su 100 sono risultati fuorilegge (nel 2019 però erano meno di quattro). Bisogna dire, comunque, che solo 55 campioni su 100 non presentavano tracce di pesticidi, mentre il restante 40% conteneva una o più sostanze.

I dati migliorano se consideriamo i campioni analizzati nell’ambito del Programma UE di controllo pluriennale (EU-MACP): solo l’1,7% conteneva residui oltre i limiti legali. Questo programma considera i prodotti alimentari più consumati dai cittadini europei, distribuiti in cicli triennali, in modo che ogni tre anni si analizzano di nuovo gli stessi prodotti. Fornisce quindi un’istantanea della situazione e una tendenza temporale. I 12 prodotti analizzati nel 2020 (come nel 2014 e nel 2017) erano: carote, cavolfiori, kiwi, cipolle, arance, pere, patate, fagioli secchi, riso integrale, segale in grani, fegato bovino e grasso di pollo. I risultati pubblicati sul sito dell’Efsa, mostrano che solo 209 campioni, su 12mila, presentavano residui di pesticidi oltre i limiti di legge. La discrepanza, rispetto ai dati che includono tutte le analisi, è dovuta al fatto che il monitoraggio EU-MACP non prende in considerazione prodotti come i semi di cumino, le foglie di vite (usate per preparare involtini), la paprika e i funghi secchi, che sono risultati irregolari con una certa frequenza ma non hanno un ruolo importante nella nostra alimentazione.

Percentuale di campioni con residui oltre i limiti di legge, nel 2014, 2017 e 2020

Bisogna dire, inoltre, che sono stati trovati residui (entro i limiti) in 31 campioni su 100 e che 18 su 100 contenevano tracce di due o più sostanze diverse. Arance, pere, carote e riso sono i prodotti che più spesso presentavano residui multipli: su di un campione di riso (di origine ignota) sono state trovate tracce di 15 sostanze diverse! Per quanto riguarda il confronto con il 2017, la quota di campioni che superava i limiti è aumentata e i risultati peggiori sono stati evidenziati sul riso (con il 6,7% di campioni oltre i limiti di legge) e sui fagioli secchi (che superavano i limiti in 4,9 casi su 100), prodotti sui quali, fra l’altro, sono stati trovati diversi antiparassitari non autorizzati nell’Unione europea. Fra le sostanze non autorizzate rinvenute più spesso, troviamo l’ossido di etilene, in particolare sui semi di sesamo (ne abbiamo parlato spesso, per esempio in questo articolo) e il clorpirifos, trovato principalmente su peperoni e melagrane provenienti dalla Turchia, foglie di vite di origine egiziana, fagioli secchi dal Madagascar e tè cinese. Come emerge anche da questo elenco, nei prodotti importati da Paesi terzi sono più frequenti campioni irregolari, rispetto a quelli con origine in UE.

Possiamo stare tranquilli? “I risultati del 2020, considerati nell’ambito di un’analisi del rischio alimentare, non sono tali da sollevare preoccupazioni per la salute dei consumatori. – Fanno sapere dall’Efsa – Tuttavia sono necessarie ulteriori indagini. Sarebbero da chiarire, fra l’altro, i motivi per cui sono stati trovati più volte, su campioni di cibo, residui di pesticidi non autorizzati nell’Unione europea. Si dovrebbe inoltre porre maggiore attenzione su prodotti come riso e fagioli secchi. Nonostante questi prodotti siano normalmente consumati processati e durante la lavorazione i livelli di pesticidi si riducono, sono stati trovati diversi casi che superavano i livelli consentiti e le autorità competenti dovrebbero investigare ulteriormente il motivo di questo andamento.”

ossido di etilene, semi di sesamo bianco in cucchiaio di legno
Fra le sostanze non autorizzate rilevate con maggiore frequenza nel 2020 c’è l’ossido di etilene, in particolare nei semi di sesamo

Esiste inoltre il problema dei residui multipli: le prove di tossicità utilizzate per stabilire le soglie ammesse sono generalmente effettuate considerando i singoli principi attivi, mentre si sa poco delle possibili interazioni fra sostanze presenti contemporaneamente, anche se in quantità molto piccole. “L’Efsa sta lavorando da diversi anni allo sviluppo di un approccio utile per valutare il potenziale effetto combinato delle miscele chimiche nel cibo e nel mangime. – Fanno sapere dall’Agenzia europea – Il progetto coinvolge partner europei e internazionali, incluse Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Nel 2019, il comitato scientifico dell’Efsa ha pubblicato sull’argomento le linee guida Mixtox, documento che sostiene l’armonizzazione e il coordinamento delle metodologie per la valutazione del rischio dovuto all’esposizione a prodotti chimici multipli attraverso approcci che comprendono sia i singoli componenti che le intere miscele. Questi metodi possono essere attivati con modalità che dipendono dalla domanda, dal contesto regolatorio, dalla disponibilità dei dati, dal tempo e dalle risorse disponibili. Lo scorso anno è stato pubblicato il documento Mixtox 2, che esplora i criteri scientifici utili per suddividere i composti chimici in gruppi in base agli effetti sulla salute umana e quindi facilitare lo studio di miscele di sostanze.”

Insomma, visto che le possibili combinazioni di sostanze sono innumerevoli, si sta cercando di individuare le possibili interazioni in base alle caratteristiche chimiche delle sostanze, alle trasformazioni metaboliche, agli organi colpiti, agli eventuali effetti sinergici e a criteri di priorità legati alla tossicità (per approfondire, sul sito dell’Efsa è disponibile materiale divulgativo).

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

0 0 voti
Vota
2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Alessandro
Alessandro
20 Maggio 2022 11:22

Buongiorno,

Esistono dati riferiti al prodotto lavato, come si dovrebbe sempre fare per gli ortaggi?

Grazie
Alessandro

Valeria Balboni
Valeria Balboni
Reply to  Alessandro
29 Maggio 2022 14:49

Gentile Alessandro, sono stati fatti diversi studi sui procedimenti utili per eliminare i pesticidi dai vegetali. Però non è possibile generalizzare, perché il lavaggio può essere più o meno efficace, a seconda delle sostanze da eliminare.
In generale, utilizzare bicarbonato di sodio può aiutare a eliminare eventuali residui. Sarebbe più efficace pelare frutta e verdura, purtroppo però in questo modo vanno perseanche sostanze nutrienti.