Pesce con mercurio: 60 lotti ritirati dal mercato dall’inizio dell’anno. Il rischio di accumulo riguarda soprattutto donne incinte e bambini
Pesce con mercurio: 60 lotti ritirati dal mercato dall’inizio dell’anno. Il rischio di accumulo riguarda soprattutto donne incinte e bambini
Roberto La Pira 13 Ottobre 2014Sono sempre troppi i lotti di pesce congelato sequestrati per eccesso di mercurio ogni settimana dagli organi di controllo. Dall’inizio dell’anno il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti (Rasff) ha segnalato 60 casi di prodotti distribuiti in Italia.
Per la maggior parte delle partite è stato disposto il ritiro immediato dal commercio e la successiva distruzione, ma si tratta di provvedimenti molte volte risultano inutili perché, quando arrivano il pesce è già stato venduto e mangiato.
Il pesce congelato arriva per il 70% dalla Spagna e, visto il numero dei lotti contaminati, si può ipotizzare che qualcuno ritenga il nostro paese come “la spazzatura europea” dove inviare il pescato con troppo mercurio. Certo il rischio di essere intercettati esiste, ma vale la pena correrlo visto che l’alternativa per gli spagnoli è portare tutti i lotti in un inceneritore per la distruzione. In questa brutta storia c’è una grossa responsabilità sia da parte delle società italiane che acquistano in Spagna, in Portogallo e in misura minore in Vietnam, sia da parte delle catene di supermercati che non fanno i controlli adeguati, sapendo che sono in circolazione grosse quantità di pesce contaminato.
In genere per il mercurio non si tratta di leggeri sconfinamenti dai limiti ma di quantità elevate. La norma prevede un limite massimo di 0,5 mg/kg che raddoppia per i pesci di grossa taglia. Nei lotti sequestrati si riscontrano quantità decisamente superiori: fino a 4-5 mg/kg. Per fortuna il problema non riguarda il tonno in scatola, perché le aziende per evitare rischi, utilizzano pesci di media taglia con un tenore di metalli pesanti al di sotto dei limiti.
Un altro elemento da considerare è la scarsa informazione delle istituzioni nei confronti dei consumatori. Sul sito del Ministero non c’è traccia di questi 60 sequestri realizzati nella maggior parte dei casi dalle Asl. Perché il ministro della salute Beatrice Lorenzin non provvede a diffondere queste notizie? Il fatto alimentare ha già sollevato questo problema mesi fa inviando una lettera al ministro sollecitando un’azione più energica per tutelare la salute dei cittadini. Abbiamo ricevuto un garbato diniego dell’evidenza. Nella risposta si dice “Relativamente all’elevato numero di notifiche di allerta propriamente dette e di border rejection relative al mercurio in prodotti della pesca, appare opportuno sottolineare che ciò deriva appunto dall’intensa attività di controllo svolta dagli Uffici periferici di questo Ministero e dalle ASL che porta al respingimento delle partite positive controllate al momento dell’introduzione e al ritiro delle sottopartite campionate in fase di commercializzazione. Appare quindi inesatto concludere che a fronte delle allerte il Ministero tenga un atteggiamento di inerzia come si dice in un articolo pubblicato da Il Fatto Alimentare.” I casi però continuano ad essere numerosi e i sequestri pure.
In queste condizioni quando si va in pescheria conviene glissare sullo smeriglio e sul pesce spada e altri pesci di grossa taglia, soprattutto se a tavola ci sono bambini o donne incinte che sono più a rischio. Purtroppo non si tratta di una novità. Il concetto viene ribadito molto chiaramente dalla Commissione Europea (DG Sanco- Health & consumer protection directorate general) in una nota informativa, dove consiglia le donne in età fertile, quelle in stato di gravidanza o in fase di allattamento e i bambini, di evitare di assumere pesce spada, squalo e sgombro o al limite di non consumarne più di una porzione piccola alla settimana (meno di 100 g).
In caso di consumo di tale porzione non si dovrebbe mangiare nessun altro pesce nello stesso periodo. Anche la FDA e EPA americane invitano i consumatori a non eccedere nel consumo di tonno o pesce spada (si sconsiglia inoltre di mangiare tonno più di 2 volte) e a variare il consumo di pesce, proprio per limitare l’apporto di mercurio.
Sara Rossi
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Foto: iStockphoto.com
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24