Patatine fritte: multa di un milione dell’Antitrust per pubblicità ingannevole. Non sono “fatte a mano”. Sanzione anche per la Rustica promossa da Carlo Cracco
Patatine fritte: multa di un milione dell’Antitrust per pubblicità ingannevole. Non sono “fatte a mano”. Sanzione anche per la Rustica promossa da Carlo Cracco
Sara Rossi 17 Febbraio 2015Aggiornamento del 14 maggio 2019
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Pata contro il provvedimento dell’Agcm sul caso delle diciture scorrette relative alle patatine fritte, annullando la sanzione di 250.000 euro decisa nella sentenza dell’Antitrust. Il provvedimento riteneva ingannevole la dicitura “artigianale” proposta sul packaging delle patatine fritte Pata. In primo grado il TAR Lazio Roma aveva respinto il ricorso promosso dalla società. Diversamente è andata nel ricorso al Consiglio di Stato, che l’8 maggio 2019 ha accolto l’appello di Pata e rigettato il provvedimento annullando la multa. I provvedimenti di censura e le multe decise dall’Antitrust per le altre tre società sono invece state confermate dal Tar de Lazio e dal Consiglio di Stato.
Dopo diverse denunce di privati e dell’Unione nazionale consumatori, l’Antitrust ha sanzionato con oltre un milione di euro le patatine fritte: San Carlo, Amica chips, Pata e Ica Foods per pubblicità ingannevole. Come ilfattoalimentare ha più volte segnalato in diversi articoli, queste aziende utilizzano diciture e immagini suggestive per attribuire alle patatine “vanti di artigianalità”, nonostante la loro natura industriale. Sulle confezioni di “Eldorada” era indicata la dicitura “cotte a mano” come pure sulle patatine “Alfredo’s” di Amica Chips. Pata invece dichiarava “patatina artigianale” le “Da Vinci chips” mentre “Le contadine” di Ica Foods erano presentate come “fatte a mano”.
Le aziende sono state condannate a pagare una multa salata che per il gruppo “San Carlo” è di 350.000 euro, di 300.000 per “Amica chips”, di 250.000 a “Pata” e di 150.000 per “Ica Foods”. L’Antitrust tra le motivazioni ricorda che “quattro le imprese sanzionate dichiaravano un ridotto contenuto di grassi nelle loro confezioni, non rispettando le regole secondo cui per cui la percentuale di riduzione vantata era inferiore rispetto a quella consentita”.
C’è di più, tre aziende hanno dato una particolare enfasi grafica alla presenza di olio d’oliva (“Autentica trattoria all’olio di oliva” di San Carlo; “Eldorada la tradizionale con olio d’oliva” di Amica Chips; “Da Vinci chips: con olio extra vergine d’oliva”), anche se la percentuale di olio risultava più basso ad altri oli vegetali.
La censura ha colpito anche le patatine fritte “Rustica” pubblicizzata dal famoso cuoco Carlo Cracco e “La patatina” di Amica Chips, entrambi condannate per pubblicità ingannevole in quanto “hanno presentato in maniera ambigua e omissiva le caratteristiche reali e distintive di alcuni prodotti ingenerando così nei consumatori l’erronea convinzione che queste confezioni fossero nettamente diverse dal prodotto base”. Questo problema era stato segnalato da ilfattoalimentare il 5 maggio dell’anno scorso sottolineando la scorrettezza del messaggio, che poi l’azienda ha promesso di modificare. E infine, Ica Foods hanno accreditato al prodotto “Crik Crok & Blue” proprietà salutistiche che sono risultate ancora controverse nella comunità scientifica e comunque non autorizzate dalla Commissione europea.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Mi sono chiesta perché quasi tutte le marche di patatine stanno adeguando “gradualmente e molto in sordina” le etichette dei prodotti riguardo all’indicazione di allergeni (mi riferisco alle proteine del latte)…è semplice perché il Regolamento dice “Gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima del 13 dicembre 2014 che non soddisfano i requisiti del presente regolamento possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte.”
Ottima strategia…magari però visto che parliamo spesso di rischio di anafilassi grave per chi è allergico alle proteine del latte vaccino…potrebbero “avvertire” tramite la pubblicità di cui abusano normalmente…sono amareggiata perché, erroneamente, avevo attribuito il fatto che alcuni tipi contenssero tracce di latte e altri no solo perché erano prodotti in stabilimenti diversi! E ALLORA DITELO…perché per bambini di 4-5 anni che alle feste non possono mangiare NULLA non possiamo far correre questi rischi…
Tina, il Reg UE 1169/2011 prevede semplicemente che gli allergeni siano evidenziati. La cosidetta direttiva allergeni (2003/89/CE) prevedeva già la dichiarazione degli stessi in etichetta. Quindi l’esaurimento scorte non c’entra nulla
Posso sommessamente dire che i bambini di 4/5 anni le patatine in sacchetto ,piene di sale e fritte in oli non sanissimi,sarebbe meglio che non le mangiassero?