Un’altra accusa infondata rivolta al pangasio riguarda l’inquinamento: è vero che il pesce arriva dal fiume Mekon

Un’altra accusa infondata rivolta al pangasio riguarda l’inquinamento: è vero che il pesce arriva dal fiume Mekong, che nasce in Cina e attraversa diversi Paesi del Sud-Est asiatico dove è in atto una veloce industrializzazione. Ma siamo di fronte a sospetti privi di riscontri analitici. Al contrario, le ricerche confermano la presenza saltuaria di tracce di pesticidi, Pcb e mercurio ma molto al di sotto dei limiti di legge. «Nei campioni da noi esaminati – spiega Orban – si è evidenziata la scarsissima presenza di mercurio, Pcb e pesticidi». Conclusioni analoghe a quelle di un lavoro realizzato nel 2009 dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno.

 

Vale la pena anche di sottolineare ciò che emerge sfogliando i dati del Sistema di allerta alimentare europeo (RASFF): negli ultimi 14 mesi si registrano solo 19 partite di filetti di pangasio ritirato dal mercato (4 in Italia), a fronte di 800 notifiche che hanno interessato i prodotti della pesca.

 

A dispetto delle favole metropolitane e della cattiva stampa, questa è la realtà del pangasio. Certo, per quanto attiene gli aspetti nutrizionali, non siamo di fronte a un pesce pregiato da mettere in cima alla classifica. Ma si tratta comuque di filetti a buon mercato con le carte in regola.

 

Roberto La Pira

foto: Photos.com

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francesco pantuliano
francesco pantuliano
27 Marzo 2012 12:54

E’la prima volta che compro, (congelato), questa caegoria di pesce e posso assicurare che trovo il suo sapore estremamente
gustoso.

daniela
daniela
3 Aprile 2012 18:00

io sono pochi giorni che ne faccio uso,x via di una dieta. sento mia suocera che non ne ha una bella opinione e lei di solito non sbaglia mai in fatto di cibo! sono un tantino confusa però stasera lo devo mangiare

Dario
Dario
5 Maggio 2012 20:13

Il pangasio, come la tilapia, e’ un pesce magro perciò privo delle qualità nutrizionali proprie di pesci grassi (come l’anguilla) o semi-grassi (come la trota e lo sgombro) che sono ricchi in acidi grassi Omega3. Merita tuttavia apprezzamento per l’apporto di proteine nobili a buon mercato. Sarebbe bello poter disporre di informazioni aggiuntive in merito alla sostenibilità delle condizioni di allevamento, e i consumatori potranno fare la loro parte nel privilegiare prodotti ittici di acquacoltura che offrano idonee garanzie in questo senso

Simone
Simone
5 Maggio 2012 23:47

Il pangasio ha una frazione lipida modesta, circa il 2% e di questi la metà è costituita da grassi saturi. La frazione proteica è del 15% circa..il resto, quasi l’80% è costituito da acqua, grazie anche all’uso massiccio di sodio tripolifosfato, aggiunto in fase di trasformazione attraverso lâ

Roberto La Pira
Roberto La Pira
7 Maggio 2012 17:02

Simone, è vero il polifosfato sui filetti congelati e surgelati è ammesso. Mi risulta che il filetto di pangasio non viene trattato con microaghi ma per immersione del prodotto in acqua e polifosfati. Naturalmente il trattamento va dichiarato in etichetta
Vale

 www.biologiamarina.eu
www.biologiamarina.eu
8 Maggio 2012 14:02

Riguardo il pangasio, è prassi dell’esportatore utilizzare derivati dei fosfati, anche di sintesi che, oltre a trattenere acqua, agiscono anche come antimicrobici (sono detti antimicrobici secondari). Dunque la pratica è ricorrente, per motivi di igiene alimentare e di conservazione ottimale di un prodotto facilmente deperibile. Nei nostri supermercati, in genere il pangasio è venduto come prodotto decongelato sfuso e, almeno dalle mie parti, il cartellino riporta quasi sempre la presena dell’E451. A volte, non so se per errore o meno, ho notato in etichetta la presenza dell’E462, ovvero l’etilcellulosa (nello specifico nei supermercati Coop), utilizzata come addensante ma per quanto ne so, il suo uso in Europa è limitato, inoltre ricordo non può essere usato come emulsionante. Nelle confezioni dei banchi frigo, talvolta è riportata la presenza dell’E451, a volte invece, nella lista degli ingredienti, è riportata la presenza di sale ed E331 ed E332 (classe dei citrati). Un esempio, il prodotto della ditta FrescoGel. Tuttavia online (vedere qui ), il prodotto riporta la presenza di E452, molto simile all’E451.
Infine, nei sacchettoni da 20 o più kg spesso, non è riportata neanche la presenza di sale. In questi ultimi casi, credo che il prodotto venga poi riconfezionato e correttamente etichettato. Non sono rari i casi di omissione e dunque etichettature non rispondenti ai requisiti della normativa attuale.
http://www.biologiamarina.eu

fabio
fabio
1 Novembre 2012 17:37

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Dany
Dany
11 Novembre 2012 13:44

Direi che leggere queste notizie è piuttosto confortante: trovo il pangasio davvero buono e leggero, sia per lo stomaco sia per il portafoglio e onestamente in questi tempi di crisi..e quando si è a dieta…è un sospiro di sollievo!! Lo hanno pressocchè demonizzato e io sinceramente non ho mai sentito cattivo o strano sapore, come invece mi è successo comprando alici o cefali o salpe o altro pesce azzurro che sa praticamente di cherosene!!!E ho detto tutto!! Ok all’impatto zero, ok a ridare valore ai prodotti italiani..ma..o anche a prezzi modici per un nutriente che non deve mai mancare almeno una volta alla settimana se non due!!
Grazie a chi ha voluto puntualizzare!