La Food and Drud Administration statunitense ha ritirato dal commercio i dolci del marchio Diamond Shruumz. Contemporaneamente, ha avviato un’indagine su caramelle, barrette al cioccolato e coni del brand, per capire la causa di 48 casi di intossicazione acuta, 27 dei quali con ricovero e talvolta intubazione, e un decesso collegati al consumo di questi prodotti.
I 22 dolci richiamati, venduti online e nei negozi di svapo e derivati della cannabis, e prodotti dall’azienda Prophet Premium Blends LLC di Santa Ana, in California, contengono accidentalmente il principio attivo del fungo Amanita muscaria, il muscimolo, una sostanza psichedelica e allucinogena. Come ricorda Time, sono pubblicizzati per il cosiddetto microdosing, cioè l’assunzione quotidiana di sostanze psichedeliche a dosaggi che sono circa un decimo o un ventesimo di quelli considerati terapeutici, per migliorare prestazioni e tono dell’umore. Ma, come ripetono ormai da anni i ricercatori del settore, non ci sono dati sufficienti sulla sicurezza dell’assunzione costante di molecole che, comunque, non dovrebbero essere consumate senza controllo medico, proprio perché in alcune persone possono avere effetti anche molto negativi. Tra i sintomi accusati dalle 48 persone colpite vi sono allucinazioni, convulsioni, ritmo cardiaco accelerato, nausea, vomito, confusione mentale, difficoltà respiratorie, spasmi muscolari.
Il caso australiano
Non è la prima volta che dolci con psichedelici causano effetti negativi e che se ne ordina il ritiro. Solo pochi giorni prima, in Australia sono state infatti messe sotto accusa le caramelle gommose Uncle Frog’s Mushroom per motivi analoghi: hanno causato allucinazioni, convulsioni, vomito e altri disturbi.
Come ha ricordato Jon Wardle, farmacologo ed esperto di medicine tradizionali del National Health and Medical Research Council dell’Università di Sidney, in un articolo su The Conversation, le caramelle gommose Uncle Frog’s Mushroom contengono, rispettivamente, principi attivi ricavati dai funghi Cordyceps militaris ed Hericium erinaceus, entrambi con una lunghissima storia alle spalle in alcune medicine tradizionali come quella cinese, ritenuti finora del tutto innocui e consigliati per migliorare le prestazioni mentali e l’umore. Entrambi sono regolarmente registrati nell’Australian Register of Therapeutic Goods come sostanze della medicina complementare. Per questo la tossicità era inattesa, e potrebbe essere dovuta al fatto che le caramelle sono infuse con canapa. Il produttore ha dichiarato che nel prodotto non è presente il THC (tetraidrocannabinolo), ma i sintomi riportati sono compatibili con quelli di un eccesso del principio attivo.
Un caso di scuola
Il caso australiano (e indirettamente anche quello statunitense) è interessante anche perché propone una situazione finora abbastanza inedita: quella di un alimento funzionale (ce ne sono di completamente naturali come alcuni frutti, ma anche di lavorati) i cui principi attivi sono considerati innocui. Per la legge australiana, nel registro sono inserite sostanze non necessariamente studiate, ma sempre considerate sicure. Ma per i prodotti alimentari entra in gioco anche la Food Standards Australia and New Zealand che, a sua volta deve approvare i nuovi ingredienti alimentari (come accade in Unione Europea per i novel food). Nel caso dei funghi Cordyceps militaris ed Hericium erinaceus non lo aveva fatto, e per questo ha ordinato il ritiro delle caramelle Uncle Frog’s Mushroom.
Ciò che si verifica, con questo tipo di prodotti, è una sovrapposizione tra i due settori, che crea vuoti normativi. Si genera quindi confusione nei consumatori, che spesso non sanno se i prodotti acquistati ricadono sotto le competenze dell’agenzia o se è inserita nel registro. Il governo ha istituito un apposito strumento, lo Food-Medicine Interface Guidance Tool, che dovrebbe fare chiarezza. Ma secondo diversi esperti il portale è confuso e in definitiva assai poco utile, soprattutto per prodotti quali le caramelle gommose (riempite anche di altre sostanze come le vitamine e la melatonina).
Probabilmente, conclude Wardle, si giungerà a una legislazione specifica, sulla scorta di quanto sta facendo il Giappone, il primo Paese al mondo ad aver parlato pubblicamente di alimenti funzionali e ad aver iniziato un percorso anche normativo in tal senso. Nel frattempo, il consiglio è quello di consumare solo prodotti certificati da una delle due agenzie, e di parlarne comunque con il proprio medico.
Il caos psichedelici
La questione non riguarda solo l’Australia. Secondo un rapporto della società Rand pubblicato alla fine di giugno, che ha intervistato sul tema oltre 3.700 americani, il 12% ha utilizzato psilocibina, il principio attivo dei funghi Psylocibe, in qualche momento, e il 3,1%, pari a circa otto milioni di persone, lo ha fatto nell’ultimo anno. Tra questi, il 47% ha fatto microdosaggio, anche attraverso caramelle gommose e simili. Negli Stati Uniti alcune realtà locali e nazionali permettono la vendita di psilocibina, ma la situazione, dal punto di vista degli alimenti funzionali, è eterogenea, con tutti i rischi del caso. Probabilmente si giungerà a una normativa impostata come quella che regola la vendita di cannabis.
Lo stesso accade negli altri Paesi che hanno iniziato a legalizzare queste sostanze che, in alcuni casi, hanno già leggi per tutelare le popolazioni che ricorrono a esse per scopi tradizionali o religiosi, ma in generale hanno ancora regole poco chiare.
In Italia, pochi giorni fa, il decesso del venticinquenne Alex Marangon è stato attribuito all’ayahuasca, un decotto tradizionale amazzonico molto popolare anche in occidente per i suoi effetti psichedelici, anche se illegale quasi ovunque. Marangon sarebbe annegato per l’alterazione di coscienza data dall’ayahuasca.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Diamond Shruumz, Uncle Frog’s Mushroom
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Giornalista scientifica