Già lo scorso Natale ilfattoalimentare.it aveva denunciato l’esposizione in alcuni supermercati di finti panettoni venduti a fianco di quelli originali. Un lettore ci ha segnalato un caso simile in un supermercato Despar di Roma e ci ha mandato la fotografia (vedi a lato).

L’immagine ritrae un bancale con vari dolci natalizi tra i quali spicca un gruppo di prodotti etichettati “SZ senza zucchero” che assomigliano molti ai panettoni, anche se non riportano la dicitura “panettone” sull’etichetta. Si tratta di prodotti dolciari da forno dalle caratteristiche diverse dal vero Panettone, realizzati con la margarina anziché col burro. Anche la forma e la confezione, oltre alla collocazione nello stesso spazio di vendita dei dolci natalizi, possono confondere il consumatore.

Per dovere di cronaca va detto che questi dolci erano in vendita anche l’anno scorso, adesso è cambiata l’immagine sulla confezione, la fetta di panettone è stata sostituita da una fiume di stelline colorate (vedi foto in basso). Il nostro lettore ha evidentemente fotografato un lotto realizzato con gli imballaggi del 2010.

Quando però  parliamo di Panettoni e Pandori ci riferiamo a prodotti tradizionali realizzati seguendo le precise indicazioni del decreto ministeriale 22.7.05 che definisce la ricetta, il metodo di fabbricazione, le caratteristiche del prodotto e le diciture in etichetta. Impasto a lievitazione naturale e ingredienti di pregio quali farina, burro, uvetta, uova fresche e canditi, in quantità ben definite.

Il Ministero per lo sviluppo economico ha precisato – con circolare 3.12.09, n° 7021 – che sono “da ritenere ingannevoli e potenziale fonte di concorrenza sleale le modalità di presentazione dei prodotti di imitazione che richiamano in maniera inequivocabile i lievitati classici di ricorrenza (forma del prodotto, forma della confezione, immagine) e che si distinguono da essi solo per il fatto di utilizzare, in maniera poco evidente (fondo della scatola, caratteri piccoli, ecc.) denominazioni alternative”.

 Ne deriva un consiglio e una constatazione:

 – chi intende acquistare un vero Panettone o un Pandoro deve comprare prodotti che riportano in etichetta la dicitura “Panettone” o “Pandoro”, eventualmente accompagnata da specifiche come “senza canditi”, “ricoperto di cioccolato con farcitura alla crema e nocciola” che contrassegnano le versioni “speciali e arricchite”.

 – i prodotti ripresi dal nostro lettore appaiono come prodotti di imitazione e non dovrebbero neppure venire esposti in vendita accanto ai Panettoni e Pandori originali.

 

Dario Dongo

0 0 voti
Vota
6 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Alfredo
Alfredo
15 Dicembre 2011 07:59

Buongiorno,
dalla foto della confezione non si capisce di che prodotto si tratti (manca la denominazione, la foto) e questo induce ancora di più in errore facendo presumere il consumatore che si tratti di un panettone vista la forma del packaging. Mi sembra una presentazione molto "strana". Saluti

A. Clerici
A. Clerici
18 Gennaio 2012 16:44

Direi che il comportamento del produttore sia da apprezzare (chisà quanti altri farebbero lo stesso…).
Piuttosto, dato che le contestazioni riguardano, almeno in parte la "presentazione" (disposizioni sullo scaffale) del prodotto e che, almeno su questo aspetto, il produttore poco può fare, sarebbe il caso di prendersela coi responsabili della commercializzazione che, difficile negarlo, sul posizionamento "strategico" dei prodotti spesso ci marciano.
(cfr. reg. 1169/11, art. 7, comma 4, lettera b)

Maria Antonietta
Maria Antonietta
20 Dicembre 2011 09:13

Le argomentazioni dell’avvocato Rubino mi sembrano importanti, tuttavia da consumatore medio quale io sono e persona che ha scarsa conoscenza delle norme, ritengo che possa indurre – non poco – in errore la confezione di un simile prodotto (che piaccia o no è quella classica del panettone, sebbene ora se ne vedano in giro delle più svariate), con quei coloro e quel richiamo al Natale, oltre tutto posta in quel contesto specifico. Da persona che invece conosce meglio la normativa mi verrebbe da chiedere perchè un prodotto che è privo della denominazione di vendita si trovi negli scaffali di un qualunque supermercato. Sarà perchè ancora nessun organismo di vigilanza se n’è accorto.

avv. vito rubino
avv. vito rubino
18 Dicembre 2011 15:52

Caro Dongo,
la C.E.A.N. srl, azienda produttrice della linea a marchio SZ, mi incarica di replicare al Tuo articolo ed ai relativi commenti postati sul sito internet per puntualizzare quanto segue.
Benché si contesti la validità e la fondatezza della circolare del Ministero delle Attività Produttive nonché le sue conclusioni, la C.E.A.N. srl ha ulteriormente adeguato i propri astucci eliminando ogni riferimento grafico e visivo alle fette di panettone o pandoro (di cui, peraltro, come correttamente rilevato nell’articolo, non si è mai utilizzata la denominazione);
Inoltre al fine di garantire la più trasparente informazione al consumatore ha :
– inserito nella parte frontale dell’astuccio una stella con all’interno- ben visibile anche nella immagine riportata nell’articolo- il seguente avviso: "Leggi sul fondo dell’astuccio gli ingredienti e le informazioni sul prodotto"
– inserito nell’etichetta sul fondo dell’astuccio stesso, un box informativo per il consumatore molto evidente ove è riportata la seguente frase :
"INFORMAZIONI SUL PRODOTTO: Prodotto dolciario da forno con margarina vegetale, senza burro e senza zuccheri aggiunti (con edulcorante).Da non confondersi con il tradizionale panettone, di cui al D.M. 22/7/05 che prevede l’impiego di burro e zucchero.".
Non vi può, dunque, essere alcuna confusione da parte di un consumatore mediamente informato ed accorto circa l’effettiva natura del prodotto, la sua composizione e le differenze rispetto ai lievitati di tradizione.
Va poi precisato che l’azienda accompagna ogni spedizione alla G.D.O. con una nota informativa in cui, richiamata la circolare del Ministero, invita l’acquirente a disporre i prodotti in zone separate del Supermercato rispetto ai prodotti tradizionali natalizi (con ciò compiendo un ulteriore sforzo chiarificatore anche per una parte non di sua competenza).
Riteniamo quindi che lo sforzo compiuto per differenziare l’imballo dai tradizionali panettoni e pandori (peraltro confezionati in una amplissima varietà di forme e dimensioni, così come altri tipi di dolci e.g. torte farcite), nonché e per chiarire le differenze fra i prodotti SZ ed i lievitati di tradizione, debba essere apprezzato e vada riconosciuta all’azienda la perfetta correttezza commerciale e deontologica.
Ribadiamo, inoltre, il pieno diritto di C.E.A.N. di continuare a produrre e vendere i propri prodotti dolciari da forno, che da oltre vent’anni sono richiesti da una specifica categoria di consumatori interessati al profilo nutrizionale dei prodotti che acquista.
Respingiamo, di conseguenza, anche le critiche di chi ha commentato l’articolo, siccome infondate e frutto di una non completa conoscenza dei fatti.
Con l’augurio che quanto sopra possa contribuire a offrire una corretta conoscenza della realtà e che, al di là delle opinioni, siano serene festività per tutti.

Avv. Vito Rubino

Alfredo
Alfredo
21 Dicembre 2011 13:10

Rispondo all’Avvocato Rubino poichè penso che alla fine del suo intervento faccia riferimento al mio commento. La mia non voleva essere una critica ne tantomeno un’accusa ma un commento garbato ed educato e magari utile a sottolineare una modalità di presentazione legale od illegale che sia ma sicuramente particolare. Pur essendo un professionista del settore non voglio addentrarmi in disquisizioni su leggi e decreti, perchè non penso sia questo l’oggetto della trattazione, ma evidenziare il fatto che come consumatore tale presentazione può indurre in errore poichè utilizza una forma a piramide ed una cinghietta identiche a quelle caratteristiche del panettone (vedi articoli di comparazione vari panettoni industriali nella GDO). Il fatto che poi non sia riportata una qualsiasi denominazione e la foto crea ancora più confusione, non fa capire di cosa si tratti, e rende ancora più facile l’accostamento col summenzionato dolce natalizio.
Quindi le molteplici azioni messe in atto dall’azienda sono lodevoli e degne di nota ma a mio modesto parere in questo modo passano in secondo piano. Non sarebbe più facile e meno dispendioso modificare la forma del packaging e creare un nome che mettano maggiormente in rilievo le caratteristiche e la valenza nutritiva del dolce? Proporre cioè un’alternativa chiara ed utile a chi vuole sposare la politica di questi prodotti "senza zucchero"? Infine considero l’articolo molto corretto già dal titolo e dal quale si desume la volontà del giornalista di aprire un dibattito in merito grazie alle opinioni dei lettori, che non vedo come possano influenzare il fatto che siano delle serene festività.
Saluti

mery
mery
9 Dicembre 2012 15:20

avete mai pensato ai diabetici che nn possono mangiare ne panettoni ne pandori se no rischiano il coma il divenir ciechi e la morte’queswte aziende ci salvano il natale e io li ringrazio infinitamente ,poi la marca ”sz”e’la migliore in assoluto in commercio di questi dolci natalizi per cui fortunati nn diabetici poche chiacchiere e piu’rispetto per noi ,se un giorno diventate diabeticianche voi cve voglio’vede belli miei