Un pane buono e con meno sale è possibile. Lo dicono i risultati di una ricerca del Crea – Alimenti e Nutrizione partita nel 2011 con il finanziamento del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il progetto, denominato Eusal, aveva come obiettivo l’individuazione di “strategie per il miglioramento della competitività della produzione italiana di frumento attraverso la riduzione dell’uso del sale in panificazione”. Il fine della ricerca era proporre pane dal gusto gradevole con un contenuto minore di sale rispetto a quello attualmente in commercio.
Per raggiungere l’obiettivo, i ricercatori del Crea sono partiti dai risultati di un monitoraggio relativo al sale contenuto nel pane italiano, effettuato tra il 2010 e il 2011 nell’ambito del progetto Minisal. Sono stati raccolti 154 campioni – 19 industriali e 135 artigianali – venduti in 54 esercizi sparsi in tutte le regioni, escludendo le tipologie tradizionalmente prive di sale, come quello toscano. In più, altri 44 campioni di pane artigianale sono stati raccolti nella sola città di Roma. Dalle analisi è emerso che nel pane artigianale si trova una percentuale di sale variabile da 0,7 al 2,3%, mentre nel pane industriale i valori oscillano da 1,1 sino al 2,2%. Per la precisione va detto che il sale non viene aggiunto solo per ragioni di gusto, ma anche per questioni legate al processo produttivo.
Per capire come fare per ridurre il sale, i ricercatori sono partiti dal grano, selezionando 123 campioni di frumento tenero appartenenti a 54 varietà panificabili. I campioni raccolti sono stati esaminati in laboratorio per vedere come reagiscono le farine quando il sale o suoi sostituiti vengono aggiunti all’impasto. Sono stati anche studiati gli effetti sulla lievitazione, sull’elasticità, la consistenza degli impasti e sul sapore. Elaborando questi dati, i ricercatori hanno sperimentato nuovi processi di panificazione a ridotto contenuto di sodio, sottoponendo il pane ottenuto a una prova d’assaggio da parte dei consumatori.
Lo studio ha evidenziato che gli effetti del sale aggiunto all’impasto dipendono dalla varietà di grano utilizzato e più in particolare dal glutine. «Il sale aggiunto può migliorare la qualità tecnologica di impasti deboli – racconta Marina Carcea, coordinatrice del progetto Eusal – anche se gli effetti non sono proporzionali alla quantità aggiunta». In altre parole il sale si può ridurre utilizzando varietà di frumento con una forza del glutine maggiore (una percentuale elevata). Un altro aspetto interessante è che distribuendo in maniera disomogenea il sale nell’impasto il consumatore percepisce meglio il gusto salato e quindi si possono ridurre le quantità.
L’eccesso di sodio nella dieta è un problema riconosciuto dall’OMS, dall’Unione Europea e dal Ministero della salute. La presenza di troppo sale nel cibo favorisce il rischio di malattie renali e cardiovascolari ed è anche la principale causa di ipertensione arteriosa. Solo il 10% del sodio che ingeriamo è contenuto naturalmente negli alimenti. Il restante 90% viene aggiunto nel processo di produzione industriale dei cibi (54%) o direttamente a tavola e in cucina (36%). Intervenire sul sale aggiunto è l’unica strategia efficace per un lavoro di prevenzione.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Io me lo preparo quasi tutti i giorni. Acqua, farina e lievito: buonissimo. Lievita un po’ di ore e in 20 minuti di cottura a 180 gradi è pronto e dura tre giorni.
dacché mi son reso conto della necessità di diminuire la presenza di sale nel pane e non riuscendo a trovarlo, me lo preparo da me, quasi sempre. con farina integrale.
Io vivo a Firenze… problema risolto
Salve io me lo preparo ma senza lievito e con pochissimo sale, farina integrale e acqua, un po’ di olio di oliva, più digeribile e dal buon gusto, tipo piadina ma azzima.
Sarà che sono toscano ma per me il pane sciapo è il migliore!
Veramente presso la Unicoop Firenze di Gavinana trovo un pane piuttosto rustico che mi dicono i responsabili del reparto panetteria essere fatto senza sale. Si chiama “panaccio”, sono forme da circa 1/2 chilo di formato irregolare nelle varietà bianco e integrale. Io compro generalmente l’integrale. E’ buono e gustoso e rimane buono e friabile anche oltre il giorno.