Donna in sovrappeso, con pancia scoperta e pantaloni slacciati tiene in mano autoiniettore di Ozempic o altro farmaco antidiabetico; concept: obesità, diabete, semaglutide, liraglutide

Gli antidiabetici come l’Ozempic, classe di farmaci che agiscono sul recettore di una molecola chiamata GLP-1 (da Glucagon-Like Peptide 1), sono diventati, in pochissimi anni, i grandi protagonisti dell’approccio farmacologico all’obesità, grazie alla loro azione sull’appetito. Ma qual è il loro effetto sul peso nella realtà clinica, a un anno di distanza dalla prima assunzione?

Lo studio sulla perdita di peso dopo un anno di Ozempic

Stando a quanto riportato in uno studio appena pubblicato su JAMA, forse inferiore a quanto si è detto finora, e cioè attorno al 5-6% e, nella migliore delle ipotesi, al 10%. Una persona che pesa 120 chili può quindi aspettarsi di perderne, al massimo, 12 in un anno, sempre che sia disposta a sopportare effetti collaterali come nausea, diarrea e vomito, ad affrontare rischi tra cui quello di complicazioni gastrointestinali e psichiatriche, che possa permettersi di pagare circa 7-800 euro al mese o abbia un’assicurazione che glieli passi (i rimborsi pubblici sono molto limitati), e che trovi farmaci che sono ancora oggi richiestissimi.

I risultati pubblicati a metà settembre sono stati ottenuti da esperti del settore dell’Università dell’Ohio di Cleveland, uno dei quali aveva avuto rapporti diretti con l’azienda produttrice della semaglutide (il principio attivo dell’Ozempic), la danese Novo Nordisk (un particolare da tenere presente, come vedremo tra poco). I ricercatori hanno valutato che cosa era accaduto a poco meno di 3.400 obesi che avevano iniziato la terapia con la semaglutide o con la molecola precedente, sempre di Novo Nordisk, la liraglutide, tra il 2015 e il 2022. Hanno così scoperto che l’effetto sul peso dipende anche dal motivo per cui essi sono assunti.

Risultati ridimensionati

Infatti, in generale la perdita di peso era stata del 5,9% se l’indicazione era stata l’obesità, del 3,2% se era stata il diabete di tipo 2. Tra le due molecole, poi, la semaglutide si è rivelata migliore: ha permesso di arrivare al 5,1%, contro il 2,2% della liraglutide. Ciò che conta è poi la perseveranza nell’assumere questi farmaci. Come già mostrato in altri studi, che hanno fatto emergere il ridimensionamento della perdita di peso (a volte fino all’annullamento in pochi mesi) appena si interrompe la terapia, la diminuzione media, in un anno, è stata del 2,8% se la persona obesa aveva assunto il farmaco per un numero di giorni compreso tra 90 e 275. Tuttavia, se lo aveva fatto per meno di tre mesi, si era fermata all’1,8%: un valore davvero molto basso. 

Due penne per l'iniezione del farmaco Ozempic
Un nuovo studio sulla perdita di peso dopo un anno di trattamento con farmaci come l’Ozempic ridimensiona le aspettative

Da un altro punto di vista, i numeri hanno mostrato che si può arrivare al 10% solo se si combinano una serie di evenienze, e cioè se si assume l’Ozempic o un altro agonista di GLP-1 per un anno senza interruzioni e ai dosaggi più alti, se lo si fa per dimagrire e non per curare il diabete, e se si è di sesso femminile.

I precedenti

Il dimagrimento emerso in questo studio è decisamente più basso di quello segnalato in altri, che arrivava talvolta anche al 25% del peso iniziale. Lo studio più simile a quello attuale, pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2021, e sponsorizzato da Novo Nordisk, fissava la perdita di peso a 68 settimane (e quindi un anno e quattro mesi) al 14,9% (contro il 2,4% del placebo), con una media di 15,3 chilogrammi persi (contro 2,3 del placebo). Un valore quindi quasi triplo, e spiegabile con il fatto che, in quel caso, si trattava di una sperimentazione clinica, nell’ambito della quale i partecipanti avevano assunto tutte le settimane i farmaci, come previsto. 

A parte il fatto che l’azienda aveva interamente pagato lo studio, ciò che fa riflettere è la differenza tra ciò che si vede in condizioni molto controllate e quasi ottimali come quelle di una sperimentazione, e la realtà clinica, osservata da ricercatori che non avevano avuto rapporti con Novo Nordisk, a parte uno di essi. Lo studio di JAMA, non a caso, si intitola: “Riduzione del peso a un anno con semaglutide o liraglutide nella pratica clinica”. Ci sono ormai numerose testimonianze e studi che mostrano che, per la pesantezza degli effetti collaterali, i pazienti faticano a perseverare, e tendono a interrompere le cure dopo un certo numero di somministrazioni. L’effetto globale su malati cronici come le persone obese è quindi probabilmente assai più modesto rispetto a quanto decantano le aziende.

Con i farmaci come l’Ozempic serve cautela

Il messaggio da trarre dai nuovi dati è quindi un invito alla cautela, e all’approfondimento degli studi. Nonostante l’enorme massa di dati pubblicati su questi farmaci nelle più diverse condizioni patologiche (la maggior parte delle quali associate direttamente all’obesità), è infatti chiaro che restano numerosi punti da chiarire, prima di stabilire se tutto l’entusiasmo che circonda queste terapie sia giustificato, e quali siano i rischi reali. A maggior ragione oggi che si cerca di farli approvare anche per i bambini.

Un uomo tiene in mano una penna per l'iniezione del farmaco anti-diabete ozempic
Nonostante l’enorme massa di dati pubblicati su questi farmaci è infatti chiaro che restano numerosi punti da chiarire

Lo studio sugli under 12

Pochi giorni prima dello studio di JAMA, sul New England Journal of Medicine ne era stato pubblicato un altro, anch’esso sponsorizzato interamente da Novo Nordisk, nel quale si esponevano i dati ottenuti sui bambini. Nello specifico, 82 bambini di età compresa tra i sei e i 12 anni, tutti con un indice di massa corporea superiore a 31 (la soglia per l’obesità infantile è discussa, mentre quella per gli adulti è 30), erano stati trattati per 56 settimane con un’iniezione settimanale di liraglutide o placebo (più consigli sull’alimentazione e inviti a fare attività fisica per un’ora al giorno).

Alla fine, i bambini trattati avevano perso il 5,8% di peso, quelli di controllo avevano guadagnato un ulteriore 1,6%. Gli autori hanno sottolineato la differenza, e cioè il 7,4%, anche se ciò che conta è il dimagrimento e non è quindi del tutto corretto rappresentare i dati in questo modo (non necessariamente i bambini non trattati nella realtà assumeranno peso). 

Gli effetti collaterali sui bambini

Ma è interessante andare oltre, e vedere che cosa è successo al di là della perdita di peso, peraltro inferiore a quella che gli adulti, nelle stesse condizioni, riescono a ottenere. Otto bambini su dieci hanno avuto gli effetti gastrointestinali previsti (contro la metà circa degli altri), e il 12,5% ne ha avuti di gravi (contro il 7,7% del gruppo di controllo). Un bambino su dieci, a causa di questi disturbi, ha abbandonato lo studio prima della sua conclusione. Infine, in tutti in partecipanti il peso ha ricominciato ad aumentare non appena la cura è stata interrotta. Gli autori hanno valutato i risultati positivamente, anche perché non esiste alcuna terapia farmacologica per l’obesità infantile. 

Prima di esprimersi, però, forse sarebbe meglio aspettare fino a quando la situazione non sarà molto più chiara, e ci saranno dati relativi a un numero di bambini decisamente superiore ai 56 che hanno iniziato ad assumere liraglutide, e a tutti gli altri aspetti. 

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

5 1 vota
Vota
Iscriviti
Notificami
guest

2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
gianni
gianni
20 Settembre 2024 21:24

Ricordo molto bene la polemica tra l’amministratore di NNF e il dottor Montero, con il primo che rivendicava il primato delle scoperte più recenti nel combattere i frutti della cattiva alimentazione e accusava la poca valenza scientifica degli studi datati.

Guarda caso proprio il produttore di questa sostanza, un moderno idolo, una azienda che ha un bilancio che surclassa quello dello stato che la ospita.
Continuo rallentamento della attività intestinale, gastroparesi, pancreatite, ostruzione intestinale sono solo alcuni tra i tanti effetti da prendere in considerazione al momento di decidere di spendere un bel malloppo per un modesto calo ponderale che si esaurisce quando si smette di prendere il farmaco………negli states dove ci sono anche persone cui piace scherzare guardando una fotografia si può dire se una persona assume il farmaco, uno dei diversi in circolazione, avendo codificato diverse caratteristiche della ” ozempic face”.

Alle alte dosi che danno dimagrimenti significativi gli effetti negativi sono tali e tanti che più della metà degli utilizzatori smette l’assunzione, con danni economici immediati e danni fisici immediatamente riscontrabili e conseguenze a medio-lungo termine ignoti.
Nonostante questo la domanda regolare, e anche off-label, è tale e tanta che non ce la fanno a produrne abbastanza………..

Disponibile, spazio e moderatore permettendo, a discutere onestamente con chiunque su cosa significa questa recita e chi ne è responsabile.

gianni
gianni
26 Settembre 2024 20:01

GLP-1 ha influenze a cascata su decine e decine di altre molecole, su tutto l’apparato digestivo, sul cervello e altro, non ben specificato perchè non studiato sufficientemente nel tempo, a chi è demandato il compito di valutare gli equilibri complessivi ???

2
0
Ci piacerebbe sapere che ne pensi, lascia un commento.x