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oxfam-logoIl 26 febbraio Oxfam ha lanciato – in Italia e in Europa, Stati Uniti, Messico, Cina e Brasile – l’iniziativa “Scopri il Marchio“, per mettere a confronto le politiche sociali e ambientali delle multinazionali dell’alimentare. In breve l’Ong ritiene che “le 10 Grandi Sorelle del cibo fanno ancora troppo poco per tutelare i produttori e il pianeta, ma i consumatori possono fare la differenza”.

 

Premessa. Quasi un miliardo di esseri umani sul pianeta oggi soffre la fame e la malnutrizione cronica. Di questi,

– uno su dieci è un bambino sotto i cinque anni,

– quattro su cinque, compresi la metà dei 215 milioni di bambini sfruttati, lavorano per produrre cibo.

Al contempo, 1,4 miliardi di persone sono obese o in sovrappeso, grazie anche alla frenesia dei ritmi di consumo (ogni secondo vengono bevute oltre 19mila lattine di Coca-Cola e 4mila tazze di Nescafé). I conti non tornano. Che fare?

 

oxfam-coltiva“Scopri il marchio”. Nell’alveo della campagna “COLTIVA – il cibo, la vita, il pianeta” il rapporto di Oxfam classifica le politiche adottate dai 10 primi gruppi industriali del settore alimentare, in relazione a 7 temi:

– il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei contadini, impegnati nelle rispettive filiere di produzione, nei Paesi in via di sviluppo,

– l’attenzione al “gender” (diritti delle donne),

– la gestione della terra e dell’acqua impiegate nei processi produttivi,

– le politiche di contrasto al cambiamento climatico,

– la trasparenza sulle proprie attività.

 

oxfam-scopri2L’analisi é quindi focalizzata sull’impegno di ciascun gruppo industriale verso il pianeta, trascurando aspetti ulteriori se pure altrettanto essenziali, ad esempio le politiche sulla nutrizione e l’informazione commerciale ad esempio.

 

Alcuni gruppi, come Unilever o Nestlé, sembrano più impegnati di altri (quali ABF, Kellogg’s, Mars). Ma “nessuno sta tutelando abbastanza i milioni di uomini e donne che producono e coltivano le loro materie prime, né la terra, l’acqua e l’aria da cui dipende ciò che mangiamo ogni giorno. Eppure le “10 Grandi Sorelle” del cibo guadagnano, complessivamente, un miliardo di dollari al giorno: hanno tutta l’influenza economica, sociale e politica necessaria per fare la differenza nella lotta alla fame e alla povertà globale”, é il severo giudizio di Oxfam.

 

oxfam-scopri4Consum-attori. «Abbiamo voluto analizzare le politiche delle maggiori aziende dell’alimentare perché conoscendole, consumatori e produttori possono cominciare a valutare l’operato di queste aziende, e chiedere loro di fare di più per il bene comune», dichiara Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia.

La campagna “COLTIVA – Scopri il Marchio” lancia così la sua prima azione pubblica, esortando i consumatori a chiedere ai tre giganti del cioccolato – Nestlé, Mondelez e Mars – di meglio proteggere le donne che lavorano nella filiera del cacao. Realizzare piani di azione per affrontare il problema della diseguaglianza femminile, promuovere il loro accesso al credito, alla formazione e a migliori opportunità lavorative.

 

«È questo che chiediamo ai consumatori: non di smettere di comprare i prodotti che amano, ma di sollecitare le aziende a comportarsi in modo da restare all’altezza delle loro aspettative. È l’enorme potere che abbiamo tutti noi: il potere di tante piccole azioni che contribuiscono a un grande cambiamento. Nessuna azienda è così potente da ignorare la voce dei propri consumatori», conclude Roberto Barbieri. Un’azione che appare moderata, rispetto alle politiche di boicottaggio condotte da altre ONG verso alcuni marchi, ma potrebbe risultare ancor più efficace nella misura in cui potrà raccogliere l’adesione dei consumatori del mondo.

 

Dario Dongo

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Focus. La pagella “Scopri il marchio” è il risultato di una analisi durata diciotto mesi, elaborata a partire da dati pubblici sulle politiche dei gruppi industriali alimentari sotto esame. Sui temi specifici, si evidenzia quanto segue (vedi tabella in basso):

 

oxfam-scopri3Donne. Alcune imprese hanno riconosciuto i diritti delle donne e i loro bisogni, nessuna ha intrapreso misure concrete per eliminare la discriminazione delle donne coinvolte nelle loro filiere,

Terra. Nessuna delle ’10 Sorelle del cibo’ ha assunto posizione contro il “land grabbing“, sebbene tutte loro acquistino materie prime (olio di palma, soia, zucchero) spesso oggetto di fenomeni di accaparramento di terra e acqua a scapito di comunità locali,

Trasparenza. Nestlé e Unilever offrono notizie sui Paesi di provenienza delle loro materie prime, ma né loro né altri forniscono sufficienti informazioni circa i propri fornitori, il che rende molto difficile verificare l’effettivo rispetto degli impegni “sulla carta” in tema di sostenibilità e responsabilità sociale (lo scandalo della carne di cavallo ne è ultimo esempio),

Acqua. Tutte le aziende esaminate stanno aumentando la loro efficienza, nel complesso, rispetto al consumo di acqua. Ma la maggior parte non ha adottato politiche idonee a ridurre l’impatto sulle risorse idriche locali. Solo Pepsi si è impegnata a consultare su tali aspetti le comunità locali, mentre Nestlé ha sviluppato linee guida per i propri fornitori sulla gestione dell’acqua;

Cambiamenti climatici. Tutte le imprese esaminate hanno intrapreso alcuni passi per ridurre le emissioni di gas serra. Mondelez, Danone, Unilever, Coca Cola e Mars pubblicano rapporti sulle emissioni associate alla propria produzione di cibo, ma soltanto Unilever ha assunto un impegno concreto e ambizioso, dimezzare il proprio impatto sull’effetto serra entro il 2020. Nessuna ha ancora sviluppato politiche di sostegno ai contadini delle proprie filiere, per mitigare i danni legati al cambiamento climatico.

Sostegno ai piccoli  produttori. Nessuno dei gruppi indicati si è ufficialmente impegnato a riconoscere un salario equo ai braccianti o a stipulare accordi di commercio equo con i produttori agricoli. Solo Unilever ha adottato specifiche linee guida per promuovere gli approvvigionamenti  presso i piccoli produttori.

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© Riproduzione riservata

LINK a:
Il rapporto Scopri il marchio
B-roll Costa d’Avorio
Video “Donne e cioccolato
Foto Nigeria (coltivatrici del cacao)
Foto Costa d’Avorio (coltivatrici del cacao)

 

Foto: Photos.com, Oxfamitalia.org

 

 

 

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stefania
stefania
7 Marzo 2013 21:07

mi sembra incredibile che procter&gamble e colgate-palmolive non facciano parte di questo studio…forse perché sembrano meno coinvolte nel settore alimentare ma la fanno altrettanto losca.