Noci aperte e chiuse su tavolo di legnoGli omega-3 sono sempre più pubblicizzati e desiderati dai consumatori per i loro effetti sulla salute, alcuni dei quali reali, altri non dimostrati, e frutto più che altro delle campagne di marketing. Ma questa moda alimenta la filiera dell’allevamento del salmone, ricco di questi acidi grassi, che ha costi ambientali devastanti. Per tale motivo bisognerebbe far conoscere e utilizzare anche gli omega-3 di origine vegetale, che possono apportare analoghi benefici per la salute, ma non hanno impatti ambientali così negativi. Ne è convinto un gruppo di ricercatori spagnoli e americani, che punta soprattutto sull’acido alfa-linolenico (Ala), concentrato nei semi di lino e nelle noci, ma presente anche in oli vegetali come quello di girasole e di colza, nei semi di canapa e nell’olio di germe di grano.

Per verificarne l’efficacia, i ricercatori hanno effettuato una metanalisi degli studi pubblicati negli ultimi anni, sia di tipo osservazionale, nel quale cioè i partecipanti riferiscono ciò che mangiano o quali integratori consumano, sia di intervento che prevedevano trattamenti specifici come l’assunzione di quantità predeterminate di acido linolenico o di alimenti che lo contengono per un certo periodo di tempo, mettendo poi in relazione i dati sulla salute cardiovascolare con quelli di gruppi di controllo.

semi lino olioI risultati, pubblicati su Advances in Nutrition, confermano l’effetto positivo dell’acido linolenico: in generale, una dieta che ne sia ricca è associata a una diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari del 10% e di decessi per le stesse cause del 20%. Tra gli studi inclusi, poi, quelli randomizzati (tra i quali quelli chiamati AlphaOmega, Predimed e Lyon Diet Heart) mostrano un abbassamento del colesterolo totale, di quello ‘cattivo’ (le LDL), dei trigliceridi e dei valori medi di pressione, mentre quelli epidemiologici e alcuni altri mostrano un chiaro effetto antinfiammatorio (che spiega, in parte, quello preventivo sulle malattie e i decessi cardiovascolari). Oltre a questo tipo di ricerche, l’acido linolenico è sotto esame anche per possibili benefici sulle funzioni cognitive superiori, e anche se i dati devono essere consolidati, i segnali sono incoraggianti.

Per quanto riguarda le quantità, per avere effetti benefici l’acido linolenico dovrebbe fornire tra lo 0,6 e l’1% delle calorie giornaliere. Ciò significa circa 1,1 grammi per le donne e 1,6 per gli uomini, che corrispondono a un cucchiaio di olio di semi di lino o a mezza oncia di noci (una quindicina di grammi circa).

Secondo gli autori, in definitiva ci sono ormai certezze acquisite su questo acido grasso, al punto che potrebbe essere giunto il momento di candidarla ufficialmente al ruolo di fattore di prevenzione cardiovascolare con caratteristiche simili a quelle degli omega-3 dell’olio di pesce (che di solito sono miscele nelle quali predominano l’acido eicosapentenoico e quello docosaesaenoico). Oltre ai benefici per l’ambiente, indicazioni chiare a sostegno potrebbero incontrare il favore di chi non vuole o non può assumere prodotti derivati dal pesce, ma può essere a rischio cardiovascolare.

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Antonio
Antonio
2 Aprile 2022 15:32

Articolo interessante