Bottiglie di olio extravergine oliva di varie forme e colori, con olive e ramo di ulivo

olio extra altroconsumo

Altroconsumo ha fatto analizzare in laboratorio trenta oli extravergini venduti nei supermercati, sottoponendoli anche a una prova d’assaggio da parte di un panel ufficialmente riconosciuto di professionisti. Fra i ventidue prodotti promossi, De Cecco Pregiato 100% è risultato il migliore, ottenendo buoni voti in tutti i parametri verificati e nella prova di assaggio. Si tratta di un olio italiano dal costo di circa 8 €/l. In seconda posizione Agride il Regale 100% italiano a 11 €/l, seguito da Monini Bios da agricoltura biologica a 12,7 €/l . Buoni posizionamenti anche per Esselunga 100% italiano e Conad italiano, venduta a circa 8 €/l.

Nelle posizioni intermedie della classifica troviamo marchi come Bertolli, Carapelli e Sasso, e questa è una buona notizia. I lettori ricordano le accuse di frode commerciale di circa tre anni fa, quando, nella prova d’assaggio, furono riscontrati difetti sensoriali e irregolarità chimiche che non permettevano l’assegnazione dell’olio alla categoria degli extravergini. Oggi risultano riabilitati, tanto che Bertolli Gentile, Sasso Classico e Carapelli Il Frantoio vengono segnalati da Altroconsumo fra i migliori acquisti, un giudizio che tiene conto della buona qualità e del prezzo conveniente.

Le marche che non sono state giudicate all’altezza sono otto. Il motivo è il mancato superamento della prova sensoriale, che non consente di classificarli come extravergini, visto che le analisi chimiche hanno escluso qualsiasi tipo di frode. Altroconsumo ha comunicato alle aziende interessate il risultato negativo e ha ricevuto le risposte che sono pubblicate dalla rivista.

La valutazione globale è tutto sommato positiva. D’altronde, le leggi che regolamentano la produzione dell’olio sono ferree: per arrivare al punto vendita, una bottiglia deve essere sottoposta a un elevato numero di prove di laboratorio e a una degustazione che attesti le corrette proprietà organolettiche. Inoltre, la normativa europea prevede una chiara distinzione fra i vari tipi di olio – extravergine, vergine, di oliva, di sansa – e una serie di indicazioni obbligatorie in etichetta, come la classificazione, la denominazione, il produttore, il volume, la data di scadenza. La data di imbottigliamento o l’annata del raccolto sono specificazioni facoltative, come spiegato recentemente in questo articolo.

L’iter di produzione e messa in commercio deve per forza essere severo, perché l’olio è un prodotto di alta qualità che ha bisogno di essere tutelato da una serie di truffe, come quella della deodorazione, che in passato hanno segnato il settore.

Per quanto riguarda l’origine della materia prima, non deve stupire che in etichetta venga indicata spesso la provenienza UE o non UE, anche da parte di marchi giudicati positivamente. Per mantenere una qualità costante e il gusto caratteristico del prodotto, ogni anno le aziende fanno miscele (blending) tra lotti diversi per origine, varietà e caratteristiche sensoriali, che possono cambiare in relazione all’andamento climatico stagionale.

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