Dopo l’olio extravergine d’oliva Costa D’oro, Coricelli e Sagra venduti da Esselunga a 2,99 €/l, anche Coop propone il suo olio allo stesso prezzo. C’è di più, in alcuni supermercati fiorentini di Coop si trova l’extravergine Colle dei Cesari Igp Toscano a 1,99 € per mezzo litro (a parziale giustificazione di questo prezzo va precisato che l’etichetta indica come termine minimo di conservazione il mese successivo). Siamo di fronte a prezzi pazzi che il più delle volte vengono stabiliti dalla catena di supermercati all’insaputa del produttore, come scrive Teatro Naturale. Per rendersi conto basta dare un’occhiata alla borsa merci dove l’extravergine tunisino e spagnolo sono venduti a circa 2,5 €/l, mentre l’olio italiano arriva a 6 € circa. Considerando che al prezzo di acquisto bisogna aggiungere il trasporto, la bottiglia di vetro, il tappo e la distribuzione, alla fine qualche interrogativo su un listino inferiore ai 3 € bisogna porselo. Un altro elemento su cui riflettere è che in Spagna (dove si produce la maggior parte dell’olio europeo), i prezzi nei supermercati oscillano dal 3,2 a 3,7 € ben superiori ai nostri. A ciò si aggiunge che le bottiglie nella stragrande maggioranza dei casi sono in plastica, mentre l’olio italiano viene commercializzato in bottiglie di vetro e questo contribuisce a fare lievitare i nostri costi di produzione.
I consumatori quando trovano offerte strabilianti fanno giustamente la scorta, e faticano a pagare il doppio per gli stessi oli esposti nei medesimi scaffali la settimana dopo. Per questo motivo cercano un’altra offerta che puntualmente arriva e il meccanismo si ripete tutto l’anno tanto che in Italia il 70% dell’olio extravergine è venduto in promozione. Questa rincorsa al prezzo più basso porta ad un inevitabile svilimento del prodotto e c’è da chiedersi come sia possibile che tutti i soggetti della filiera ricevano il giusto compenso.
Il dubbio è lecito, e la cronaca registra episodi significativi su cui servirebbe una riflessione maggiore. Basta pensare alla catena di supermercati Eurospin che di recente ha comprato milioni di confezioni di conserve di pomodoro attraverso il sistema delle aste con il doppio ribasso, o al latte di pecora destinato a produrre Pecorino Romano, sottopagato ai pastori sardi. Le promozioni con ribassi esagerati riguardano anche il latte fresco venduto a meno 0,85 €/l e la pasta delle grandi marche a poco più di 0,50 €/kg.
La ricerca del prezzo più basso non può portare a nulla di buono, perché i produttori per ridurre i costi si orientano verso materia prima di minor prezzo e di minor qualità. “Non è possibile preservare le nostre colline e frenare l’abbandono – dichiara Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio dell’olio Toscano Igp a Teatro Naturale – se poi un olio certificato viene venduto a prezzi stracciati. Ne va della credibilità dell’intero sistema. Poi occorre alzare l’asticella della qualità dell’olio Toscano Igp”.
Per arginare questa rincorsa che può solo favorire comportamenti anomali, in Francia dal febbraio 2019 è entrata in vigore una norma che impone ai supermercati di vendere i prodotti ad almeno il 10% in più rispetto al prezzo di acquisto. Non si tratta di una novità, perché già in precedenza la legge vietava il sottocosto, riconosciuto come un onere destinato a ricadere sul produttore imposto dalla grande distribuzione.
La strategia dei supermercati di puntare sui ribassi e costringere le aziende a margini ridotti all’osso, rappresenta un ostacolo al miglioramento qualitativo. Come fa un’impresa a investire sulla qualità se il prezzo scende anno dopo anno? Questi aspetti non si vedono sullo scaffale, ma la rincorsa verso il prezzo più basso può solo incentivare comportamenti poco virtuosi.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Da una parte la guerra commerciale al massacro delle filiere agroalimentari ad opera delle GDO, dall’altro la crisi economica italiana soprattutto del mercato interno, dovuta alla bassa capacità di spesa per salari bassi ed al palo da più di un decennio.
Difficile retribuire in modo adeguato gli addetti alle filiere, se i prodotti vengono svenduti e sviliti in questo modo.
Anche se risparmiare subito è allettante ma subdolo, il consumatore deve capire che le questioni sono legate tra loro ed un piccolo vantaggio economico acquistando sottocosto, si rivela e trasforma nel suo salario basso, anche una possibile disoccupazione futura ed infine una pensione sottocosto della vita.
E’un questione meramente politica ed a quel livello va risolta in modo deciso ed immediato, senza tergiversare per paura di perdere consenso popolare, perché il sistema si avvita su se stesso come il cane che si morde la coda.
Sinceramente a me interessa poco.
Ogni parte della filiera fa i propri conti e calcoli
in funzione dei conti e calcoli che faccio io
e se posso ungere le mie insalate con extravergine al costo di olio di semi
dal canto mio ringrazio
sono disoccupato, ma non per questo figlio di un Dio minore.
Non è certo lei che può o deve cambiare la situazione, ma è la filiera che è malata di autolesionismo.
Poi le conseguenze ricadono sempre e comunque su chi è in difficoltà, che deve far quadrare il bilancio famigliare, ma se non ci sono entrate (stipendi adeguati), difficile fare la spesa.
..io vendo olio di oliva di 2 aziende pugliesi. L.olio extra vergine di oliva si vende al rivenditore a 9.00 euro al litro.
Io penso che su questa faccenda e’ chiaro che qualcuno bara e mente. I produttori? Che giurano che l.olio buono non può costare meno div7-8 euro al chilo?
I super mercati che vendono l.extravergine a 2.90 all chilo ? Sara’ olio di oliva?
Ma non è che la verità sta nel mezzo? È i consumatori? A 2.90 che si mangiano? È a 12 euro al litro cosa pagano?
Sono d’accordo con Lei. Qualcuno bara e mente di sicuro! Sono un piccolo produttore di olio EXTRA VERGINE di oliva, possiedo 4 ettari circa di oliveto in zona montuosa. È chiaro che alla mia azienda la produzione costi qualcosa in più rispetto ad aziende più grosse, ma la differenza non può essere superiore ad un 30%!!
Stando attento ai costi di produzione e non avendo nessun operaio salariato, eccetto per la raccolta delle olive, pagando il frantoio, incluse bottiglia e etichetta, IVA del 13% ( abito in Istria-Croazia), produrre un litro di olio ( di alta qualità ) mi costa da 7,5€ a 8,5€ a seconda dell’anno.
Per riuscire a ammortizzare gli attrezzi e gli impianti e a coprire annate brutte dovrei venderlo almeno a 16-17 €. Chi produce, questo lo sa benissimo! Io lo vendo a 13€ e mi ritengo soddisfatto e vi dirò di più, ho tanti clienti Italiani, soddisfatti, che ritornano anno dopo anno. Penso che i consumatori siano sapienti che un’ olio non può costare al di sotto di una certa cifra, quello può essere solo un inganno.
Saluti
Pienamente d’accordo . Vorrei precisare che a 12€ si paga il lavoro che solo chi lo fa lo sa e che è descritto in un commento precedente Ricordo una pubblicità dove raccoglievano le bottiglie dell’olio direttamente dall’ olivo, non è proprio così!!
A piccoli produttori solo il frantoio costa da 1 a 2 euro a chilo a secondo della resa della cultivar…e la raccolta…potatura…cura del terreno e l’investimento in terra impianto e macchinari ?
Ormai trovare l’Olio extra vergine di oliva a meno di 3euro/lt è diventata una consuetudine, solo questa settimana sono presenti a questo prezzo in offerta in vari supermercati: Olio extra vergine di oliva “Il saggio olivo”, olio extravergine di oliva “Unoro” Farchioni, Olio extra vergine di oliva Costa d’oro (in 3 versioni: delicato, extra o l’integrale).
A 3,50/lt un’altra carrellata…
Capisco e concordo con ciò che si legge nell’articolo. A questo punto mi domando: io, come comune consumatore di olio, cosa posso fare per prevenire questa rete di inganni? È ovvio che se vedo un olio a prezzo basso sono fortemente tentato di comprarlo! Dobbiamo pertanto iniziare a sabotare queste offerte? Un consiglio, grazie!
I consumatori possono fare ben poco. I marchi dovrebbero accordarsi per indurre i supermercati a non giocare con i prezzi civetta. C’è un’altra soluzione altrettanto interessante e forse più efficace, imitare il modello francese che vieta le vendite sottocosto
Vorrei partire dal fatto che dalle aziende fornitrici escono migliaia di bottiglie di olio, ma non entra nemmeno un oliva. Cosa c’è dentro quelle bottiglie? È sempre dello stesso colore, bello che sembra franto il giorno prima , stesso sapore, senza una goccia di fondata. Siamo sicuri che vengono fatti i dovuti controlli? Ovviamente il prezzo sullo scaffale è stabilito da politiche commerciali come per il vino a 50 centesimi /lt o i cioccolatini a 4€/kg. Da noi, zona monte Albano in Toscana non è facile trovare l’olio a meno di 13€/lt, ma è olio_ e il vino sfuso a 2,0€/lt dai produttori . Ognuno è libero di fare le proprie scelte.
Le olive finiscono nei frantoi non nelle aziende imbottigliatrici. L’olio deve essere sempre lo stesso anche se è il frutto di miscele di blend diversi a seconda dell’annata. Nelle bottiglie c’è sempre extra vergine
Ma quante chiacchiere e quante paure! Lo sconto dura solo una settimana poi il prezzo torna a 5/6 euro! E poco dopo l’offerta riguarda un’altra marca e sempre per pochi giorni! Un modo per pubblicizzare il prodotto così come fanno i ristoranti che offrono sconti validi per un breve periodo su siti di social couponing. vorremmo dire che i ristoranti ci servono cibo scadente? Non credo proprio anche perchè ho già sperimentato tali offerte. Quind perchè continuare a DEMONIZZARE queste offerte di olio EVO che cambiano periodicamente e durano pochi giorni al solo fine di pubblicizzare il prodotto così come fanno tante marche di qualunque tipo di prodotto, dalla mozzarella alla passata di pomodoro?
Il 70% dell’olio evo in Italia viene venduto in promozione.
Sì ma MAI non la stessa marca… quindi non vedo che problema possa esserci per la qualità.
C’è un’alternanza di offerte tra le varie marche di OLIO EVO. 10 giorni una, 10 altra e così via. Poi il prezzo torna intero. Chi vuole POI lo acquisterà a prezzo intero… anche se i più furbi avranno fatto scorta del prodotto in promozione temporanea oppure acquisteranno altra marca che sarà successivamente in promozione per un’altra decina di giorni e così via. Che problemi per la qualità se l’offerta vale solo una decina di giorni? Poi in genere si ripete dopo 1/2 mesi per quella marca. Ormai sono ben aggiornato con i volantini pubblicitari dei vari CONAD, CARREFOUR, COOP… Il sistema è sempre lo stesso. 10 giorni di offerte poi si cambia marca. La scelta va al consumatore intelligente. Poi certo c’è sempre chi non fa caso alle offerte e riempi il carrello con la prima cosa che capita.
Il problema del sottocosto esiste e pensare di essere più furbi inseguendo le promozioni può anche dare soddisfazione ma non lo risolve certamente e la qualità non migliora certo
Allora è meglio che i produttori spendano soldi in pubblicità televisiva o cartacea? Mi sembra che l’olio EVO sia uno dei prodotti meno (se non per nulla) pubblicizzato in TV a differenza di per es. caloriche merendine, inutile acqua minerale o dannose bibite gassate che raramente sono in promozione. Per il consumatore è senz’altro meglio che il produttore sconti l’olio EVO per pochi giorni in supermercati selezionati e sempre differenti e a periodi diversificati. Continuo a non capire come questo può abbassare il livello qualitativo dell’olio EVO, almeno relativamente a quello commerciale frutto di oli comunitari (od extra) il cui costo è solitamente intorno ai 6 euro. Meglio che il produttore offra uno sconto saltuario e periodico anche del 50% piuttosto che spenda tali soldi in una campagna pubblicitaria a livello nazionale su TV e giornali.
Dott. Roberto non vedo che interesse lei può avere nel demonizzare questi sconti periodici che le varie marche di olio EVO offrono solo per brevi periodi. Per es. adesso a Roma da CARREFOUR abbiamo il COSTA D’OR EXTRA a € 2.99 (55%) ma solo giovedi 18 aprile, mentre € 3.69 (45%) solo 8/22 aprile oppure il MONINI CLASSICO a € 3.59 (8-20 aprile) al CONAD… Ripeto come può risentirne la qualità? Perchè non considera furbo chi ne fa scorta oppure acquista solo la marca in offerta?
Anziché premiare il “furbo” che fa la scorta d’olio, forse sarebbe più saggio pagare 1 euro al litro in meno tutto l’anno per le varie marche.
Sì questa potrebbe essere una buona idea, ma per il supermercato è più conveniente il volantino con le offerte per “attirare” clienti che poi compreranno anche altro non in offerta e forse sovraprezzato. Bisogna adattarsi a tale situazione. Il consumatore va educato e consigliato in modo da non cadere nei tranelli dei supermercati. Inutile auspicare un cambio di rotta di produttori e supermercati in Italia. Sono i consumatori a dover imparare come acquistare. MA tornando all’olio EVO la qualità non può risentirne nel modo più assoluto perché tali offerte durano da un giorno a non oltre un paio di settimane. Parlare di “svilimento del prodotto” e rischi di “minor qualità” è quantomeno impreciso, esagerato ed inesatto. Come può abbassarsi la qualità se il produttore invece di spendere denaro per pubblicità tv offre invece sconti saltuari e periodici in collaborazione con i supermercati? Queste sono affermazioni che fanno deviare il discorso verso inesattezze, mentre il problema essenziale resta quello dell’educazione del consumatore. Inutile combattere contro i mulini a vento del sottocosto e utopizzare cambiamenti. Si ci deve adattare alla situazione presente, ovvero approfittare delle offerte evitando i prodotti sovraprezzati.
Non si riuscirà mai a venirne a capo di una situazione che denota soprattutto la carenza di informazione, una abbondante ignoranza e un disinteresse da parte dei consumatori. L’unica maniera per tutelare la qualità e la mercanzia dell’olio e non solo dell’olio ma anche di moltissimi altri alimenti è purtroppo molto laboriosa e costosa di difficile attuazione. Sono certo che tutta la GDO è senza dubbio una macchina per produrre guadagni a scapito di sostenibilità produttiva ,aziende produttrici e consumatori che si fanno inebriare da allettanti false pubblicità ,prezzi stracciati e che danno ascolto solo ai social e quelli che la raccontano più grossa e più bella piuttosto che fare una piccola valutazione adoperando il proprio cervello. Molti prezzi è vero si che sono sotto costo per attirare clienti, ma è vero anche che a una vendita sotto costo corrisponde ad una vendita di un’altro articolo che viene pagato ad un prezzo molto elevato e che copre in modo sovrabbondante le perdite del sottocosto, anzi dirò di più : molte aziende produttrici fanno in modo che anche la vendita sottocosto abbia un ricarico di guadagno per il supermercato : ci sono tanti modi per aggirare il sottocosto! l’importante è che appaia al consumatore . Eppoi, possibile che nessuno si chieda che se uno lavora in perdita è costretto a chiudere !! Per tutelare la qualità al giusto prezzo dei prodotti ci sono 3 regole :
1° FAR CAPIRE ALLA CLIENTELA IL VERO VALORE DEL PRODOTTO
2° ELIMINARE A PRIORI TUTTI I FINANZIAMENTI ALLE AZIENDE PRODUTTRICI ( se se vuole incentivare un’azienda , basta diminuire in modo più o meno importante la tassazione per un periodo temporale definito e opportuno )
3° FAR CRESCERE NEL CONSUMATORE IL DESIDERIO DI RAGIONARE CON LA PROPRIA TESTA PER CAPIRE QUELLO CHE E’ MEGLIO PER LUI .
3°FORMARE I CONSUMATORI con fonti apolitiche , attendibili e punendo chi afferma cose mendaci
Io SONO STEFANO ,ho la licenza media, sono titolare dal 1987 della mia attività imprenditoriale che va avanti da quasi 60 anni e che si occupa della distribuzione al dettaglio agroalimentare
Il mio desiderio è quello di andare in pensione e organizzare informazione alimentare .
Be’ è evidente che se c’è un prodotto sottocosto od in offerta, gli altri prodotti saranno sovraprezzati. Ovvio che i super usino le offerte come specchietto per allodole. Del resto il risparmio è un’arte e richiede un certo impegno. Ma nemmeno poi tanto! Il consumatore accorto saprà distinguere il tutto. Gli altri invece continueranno a fare gli interessi dei supermercati ed ad illudersi di risparmiare. Ma riprendendo la “demonizzazione” dell’articolo perchè SCONSIGLIARE il sottocosto di marche differenti ed in periodi limitati? Meglio allora la pubblicita TV? Piuttosto buoni articoli utili ai consumatori dovrebbero consigliare ai lettori come adattare la loro spesa alle offerte (a parità di qualità meglio acquistare uno yogurt in offerta sbaglio?) evitando dei prodotti sovraprezzati. E’ sufficiente una normale frequenza al supermercato per rendersi conto se il prezzo di un prodotto subisce un aumento in conseguenza di un’offerta di altri prodotti.
L’articolo non sconsiglia ma evidenzia le criticità del sottocosto che i consumatori in genere non percepiscono
Limitatamente all’ EVO, mi sento di dire che molti clienti
GDO non hanno la minima idea di come sia il sapore di quello autentico, perciò non possono scegliere ma seguire le offerte. Manca la formazione di base! E quando vedo la bottiglia di plastica nel carrello di persone forse in ristrettezze economiche e non edotte in materia…che fare? Solo riflettere e non stupirsi.