Mano tiene frutti della palma da olio; concept: olio di palma

Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno lanciato una petizione online su Change.org per fermare l’invasione dell’olio di palma nei prodotti alimentari che ha superato le 174 mila firme.

Dal 13 dicembre 2014 milioni di consumatori italiani ed europei scopriranno la presenza di un nuovo ingrediente in migliaia di prodotti alimentari. Stiamo parlando dell’olio di palma, una sostanza fino a oggi camuffata dietro la scritta ‘olii e grassi vegetali’. Per rendersi conto di quanto l’olio di palma sia diffuso basta dire che è il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, e le creme in vendita nei supermercati. L’ampio utilizzo di questa materia prima è dovuto sia al costo estremamente basso, sia al fatto di avere caratteristiche simili al burro. Il Fatto Alimentare dice no all’olio di palma per motivi etici, ambientali e di salute e invita le aziende a sostituirlo con altri oli vegetali non idrogenati o burro.

olio di palma e frutto
L’olio di palma è il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati…

Olio di palma e ambiente

La produzione di palma è correlata alla rapina delle terre e alla deportazione di milioni di famiglie africane e asiatiche (land grabbing). È inoltre causa primaria della deforestazione di aree boschive (prima causa di emissioni di CO2 nel Sud-Est asiatico) e della devastazione degli habitat naturali per lasciare spazio alle monocolture come quelle della palma da olio. Queste operazioni comportano gravi violazioni dei diritti umani, l’eliminazione della sovranità alimentare e la riduzione della biodiversità. Per stemperare le problematiche e ripulire l’immagine dell’olio di palma esiste una certificazione sostenibile (Rspo), che tuttavia copre solo una quota minima della produzione, senza neppure mitigare i problemi denunciati.

Un ingrediente economico

L’olio di palma viene utilizzato dalla maggior parte delle aziende alimentari perché costa poco e si presta a molti utilizzi. Secondo i nutrizionisti l’assunzione giornaliera di dosi elevate di questo ingrediente può risultare dannosa per la salute a causa della presenza dei grassi saturi. Questa ipotesi si verifica più spesso di quanto si creda, visto che il palma si trova nella maggior parte degli alimenti trasformati, soprattutto in quelli più consumati dai giovani. Anche se in Italia non esistono studi sul consumo pro-capite, i nutrizionisti consigliano di limitarne l’assunzione, in particolare ai bambini che sono i più esposti.

Petizione stop olio di palma 2014

Il nostro appello

Il Fatto Alimentare chiede al ministero della Salute e agli enti pubblici di disporre l’esclusione dalle pubbliche forniture di alimenti che contengano olio di palma. Questa clausola deve essere inserita in tutti i capitolati di appalto per l’approvvigionamento delle mense scolastiche, ospedaliere e aziendali, nonché dei distributori automatici collocati in scuole e pubblici edifici.

Chiediamo al ministero delle Politiche agricole e agli altri Stati membri dell’Unione Europea di aderire subito alle Linee Guida del CFS (Committee on World Food Security) – FAO, per una gestione responsabile delle terre, delle foreste e dei bacini idrici.

Chiediamo ai supermercati di escludere dalle forniture dei prodotti con il loro marchio (private label) l’olio di palma.

Chiediamo alle industrie agroalimentari di impegnarsi a riformulare i prodotti senza l’utilizzo di olio di palma, affinché il cibo “made in Italy” possa davvero distinguersi come buono e giusto. 

I destinatari della petizione

– Ministero della Salute, ministero delle Politiche agricole, ministero dello Sviluppo economico

– Barilla, Bauli, Bistefani, Colussi, Galbusera, Kellogg’s, La Doria, Gruppo Mondelēz, Nestlé, Heinz Plasmon, Vicenzi, Unilever

– Auchan, NaturaSì, Billa, Il Gigante, Iper, Eurospin, Conad, Lidl, Carrefour, LdMarket, Lombardini, Ikea, Supersigma, Pam, Penny Market, Gruppo Selex, Sma, Unes, Finiper

© Riproduzione riservata Foto: iStock

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Sergio - saluteducazione.it
20 Novembre 2014 17:43

Anche il nostro blog sosterrà questa petizione! L’olio di palma è una porcheria bella e buona, un modo per risparmiare sulle preparazioni aumentando le calorie e la conservazione.

Brunelli
Brunelli
20 Novembre 2014 22:10

Non sono proprio convinto che l’olio o/ grasso fi palma faccia più male di altri grassi (p.e. burro) con la stessa quantità di saturi.
Altra questione è l’aspetto etico /ambientale sul quale si sta lavorando sul fronte del RSPO … in modo sostanziale (certificazione segregate).
Non è vero che l’olio di palma è stato cammuffato, fino ad ora non era previsto tale specifica. Sono ancora molte le informazioni che non vengono inserite in etichetta (x es tutti i coadiuvanti … e non solo).

Valeria Nardi
Reply to  Brunelli
21 Novembre 2014 10:00

Gentile Bunelli,
“camuffato” nel senso, certo, che non era obbligatorio, però quando si tratta di extravergine di oliva stia sicuro che le aziende non lo “camuffano” sotto “oli vegetali”. Riguardo la salute invece qui può trovare un nostro approfondimento: http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-salute-consigli.html

pina
pina
Reply to  Brunelli
26 Novembre 2014 20:52

l’olio di palma, come l’olio di cocco e di colza, è un grasso saturo. Ciò vuol dire che alle basse temperature si presenta in stato solido, a quelle alte liquido.
Hai idea di cosa può fare un grasso solido all’interno delle tue arterie? Ed è camuffato sì.
Accanto alle merendine che mangiano i bambini c’è scritto: olio vegetale. Perché non specificare quale tipo di olio vegetale?
Perché è di palma. E perché quando si tratta di olio di oliva lo scrivono a caratteri cubitali?

brunelli
brunelli
21 Novembre 2014 11:08

Non voglio far l’avvocato del “palma”, … me ne guardo bene!
ma mi aspetto in questo sito commenti un po’ meno “populisti”, ma attenti al vero problema.
Mi sembra che il vs articolo sia allineato a quello che ho detto … il grasso di Palma fa male … “Esattamente come mangiare troppo burro”.
Interessante è leggere gli studi esistenti come p.e. quello dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano dove emerge che il palma non peggiore di altri oli vegetali in rif all’impatto sulla salute.
Il palma ci permette di avere prodotti salubri a prezzi accettabili, il palma è stata la soluzione anche per eliminare l’idrogenazione che è fonte di vari problemi: acidi grassi trans, presenza di me …
Fare una petizione contro il grasso di palma in assoluto senza proporre alternative fattibili (grassi solidi lavorabili) mi pare poco … … scientifico

maurizio
maurizio
22 Novembre 2014 12:56

Scusate, forse mi sbaglio, ma qual è la coerenza di sostenere una petizione “stop olio di palma” e nello stesso tempo pubblicizzare sul proprio blog la Panarello, che mi pare utilizzi, su alcuni dei propri prodotti come ” il biscotto della salute”, l’olio di palma?

Roberto La Pira
Reply to  maurizio
22 Novembre 2014 20:22

Noi siamo coerenti con la nostra professione e con i nostri articoli, non con la pubblicità. E’ vero che la pubblicità fa parte del sito ma i pubblicitari non partecipano alle riunioni di redazione.

Roberto La Pira
22 Novembre 2014 20:04

Alessia Cippy Buono Caro Fatto , sono una biologa specializzata in sicurezza alimentare, seguo da tempo le vostre invettive nei confronti del palma e sinceramente non ho mai , dico mai , assistito ad un inutile atto ti boicottaggio di tale portata. Che la maggior parte dei consumatori sia “ignorante ” e vada erudita in materia alimentare e’sacrosanto; ma da qui a coinvolgerli in una petizione inutile e senza senso ce ne passa . Andiamo per gradi . Aspetto nutrizionale :” pur eliminando il palma da qualsiasi prodotto da forno sostituendolo con il burro , suo equivalente ( non surrogato come da voi Erroneamente sostenuto in precedenti uscite ) da tutti i punti di vista , NULLA cambierebbe x il consumatore in fatto di grassi ingeriti . Secondo ,Gli altri oli NON possono essere usati a livello industriale nei prodotti da forno sia x i costi elevati , sia x il pessimo prodotto finito risultante ( gusto alterato, friabilità compromessa ). Terzo Mi sono presa la briga durante un viaggio di lavoro in Malesia di informarmi sul tasso di mortalità dovuto alle complicazioni cardiovascolari ( la Malesia è’ il maggior produttore di palma ) , sono nettamente inferiori a quelle europee . È giusto che i consumatori sappiano che la vostra non è’ una battaglia nei loro interessi , ma esclusivamente , spero x ignoranza , dei Paesi europei produttori di burro ( Francia in primis). D’altronde una nazione come l’Italia che ha permesso lo stermino di massa in città come Taranto ( acciaierie Ilva/diossina) , Caserta (terra dei fuochi ) e potrei andare avanti ancora x molto ,non vedo come possa essere minimamente interessata al colesterolo dei suoi cittadini . Sull’aspetto ambientale sono in parte in accordo e ritengo che una regolamentazione sulle coltivazioni sia opportuna e si possa tranquillamente fare . In buona sostanza cari consumatori non è’ l’eliminazione del palma che tutela la vostra salute ( il burro unico sostituto equivalente ha le stesse caratteristiche ) , ma la vostra capacità di bilanciare gli alimenti in base al vostro tenore di vita e stato di salute . Un nutrizionista serio non è’ colui che demonizza il cibo , ma colui che insegna l’equilibrio fra i cibi. Io mangio 3 biscotti contenenti palma ogni mattina da 40 anni sono in perfetta forma ( 4 h di sport alla settimana ), il mio colesterolo e’ assolutamente nella norma . Quanto meno il fatto che il palma sia dannoso non è oggettivo . Se c’è qualche nutrizionista in grado di sostenere che un consumo di prodotti da forno equilibrato contenenti palma sia Dannoso x la salute , si faccia avanti . La Francia ,unica nazione interessata all’ eliminazione del palma ,non può coinvolgere il mondo intero in una sua battaglia commerciale mascherando il tutto come opera da buon samaritano a favore della salute . Se da domani il palma sparisse x noi Consumatori nel bene e nel male non cambierebbe NULLA…. Per la Francia qualcosa si Sarebbe opportuno più che un atto di terrorismo alimentare , un accordo fra multinazionali sulla divisione del mercato dei grassi vegetali e animali e un programma di educazione alimentare da diffondere in quei consumatori convinti che senza il palma possano tranquillamente ingozzarsi xché tanto nn fa male . Usare i consumatori x battaglie commerciali milionarie non mi sembra eticamente ( come dite voi ) corretto .Buona Giornata
Alessia Cippy Buono

Dario
Dario
Reply to  Roberto La Pira
25 Novembre 2014 15:05

Cara Alessia,
la prima ragione della nostra battaglia, invettiva é un eufemismo, risiede nelle atrocità che accompagnano l’incremento della produzione del palma a livello globale. Rapina delle terre, deforestazioni, ecocidio. Basti dare un’occhiata al sito http://www.farmlandgrab.org per rendersi conto di ciò di cui si parla, che a nostra volta di tanto in tanto accenniamo.
Del resto, la nostra industria ha lavorato per secoli senza palma, senza neppure immaginarlo. E le alternative esistono, esistono eccome, prova ne sono i pionieri della riformulazione.
Non esiti a scrivermi, in caso di bisogno, avrò piacere di condividere i riferimenti di chi da anni si occupa di ciò

Gp
Gp
Reply to  Roberto La Pira
26 Novembre 2014 12:03

Ho lavorato per anni nel marketing di aziende dolciarie e gestivo un noto brand di biscotti farciti, è inutile dire che l’olio di palma veniva volutamente non citato mentre ingredienti più pregiati si, come l’olio extra vergine. E’ netta la differenza qualitativa e di gusto tra un biscotto prodotto con olio di palma al posto del burro che viene utilizzato da tutte le pasticcerie perchè ingrediente di alta qualità. Quando si digerisce un biscotto con olio vegetale si sente la differenza…
Detto questo, sulle caratteristiche e sulla pericolosità è vero che non bisogna esagerare ed estremizzare però non penso proprio che si possa dire che mangiando 3 biscotti??? a colazione non renda le persone obese o con colesterolo alto. L’articolo dice infatti che nell’arco della giornata si possono assumere vari prodotti: biscotti a colazione (la media nel latte e caffè penso sia almeno 10), merendine alle 11 oppure cracker, prodotti salati a pranzo oppure dolci, snack come spuntino nel pomeriggio, prodotti da forno salati o dolci a cena e post cena. Bisognerebbe calcolare quanti prodotti (ormai tutti o quasi) contengono questo olio e gli effetti dei grassi saturi. Il grasso di palma è davvero pessimo.

http://www.albanesi.it/alimentazione/cibi/olio_di_palma.htm

Roberto Contestabile
Reply to  Roberto La Pira
26 Novembre 2014 16:24

Cara Alessia Cippy Buono…complimenti per la sua professione, e soprattutto per lo schieramento a spada tratta a favore dell’industria alimentare. Coinvolgere altri disastri in materia ambientale quali l’Ilva di Taranto non solo è demagogico ma inopportuno con una testata giornalistica investigativa specializzata in materia alimentare efficiente e qualitativamente migliore di qualsiasi altra fonte d’informazione faziosa purtroppo presente in Italia. L’olio di palma è sbagliato, e NON è assolutamente etico nè salubre! E’ un affare ultra-miliardario SOLO per la produzione industriale, altrimenti non si spiegherebbe la MANCATA sostituzione con il (pur dannoso) burro o l’eccellente olio extravergine d’oliva o (meno peggio) semi di girasole o mais o arachide. Certo costano di più e non sono compatibili con la catena di produzione? E chissenefrega! Non è un problema della gente che mangia! E’ un problema che deve accollarsi l’industria, non i consumatori. E non giungiamo (come purtroppo afferma lei) in ridicole affermazioni riguardanti le merendine con costi inferiori(????)….non mi sembra che Barilla o Ferrero abbiamo una fascia prezzo da disconut! Oppure non si spiegherebbe perchè altri brand famosi quali Galbusera o Rigoni (probabilmente più responsabili su qualità e salute) abbiamo deciso di eliminarlo già da tempo senza aumentare ragionevolmente i prezzi.

Mi perdoni, niente di personale, il mio intervento è assolutamente a favore della petizione e non certamente in risposta diretta al suo commento, non faccio il moralizzatore di mestiere per fortuna…ma neanche il mistificatore come invece lei ha preferito accusare ingiustamente chi, come Il Fatto Alimentare, coinvolge responsabilmente i lettori e l’opinione pubblica in azioni libere, giuste e motivate! Poi sarà chi di dovere prendere la decisione finale e capire cosa è sbagliato in un ingrediente sotto accusa da parecchie sponde. Grandi aziende a cui è indirizzata questa protesta sono ben attente a situazioni di pericolo che possano far crollare i loro grandi fatturati, quindi figuriamoci se non prenderanno in considerazione la realtà dei fatti. Oltre a definire parametri di confronto e controllo con il legislatore, ricordiamoci che la gdo ha l’obbligo sacrosanto di tutelare i suoi consumatori, quindi se esiste un minimo dubbio di salubrità in un determinato ingrediente specifico così importante, quale è appunto l’olio di palma, allora è altrettanto sacrosanto il ragionevole diritto di capire la verità.
Le speculazioni alimentari sono oggi un problema serio. Insegnare alle nuove generazioni un alimentazione sana e responsabile è un dovere di tutti: protagonisti del settore (gente come lei), collaboratori (Il Fatto Alimentare e l’informazione in generale), genitori, isituzioni…e in primis i creatori del sistema produttivo…l’industria food mondiale. Una sola precisazione andrebbe approndita in ogni dibattito, e cioè: perchè fino a ieri nessuno o quasi indicava nella lista ingredienti l’olio di palma? Perchè?
Nascondere qualcosa all’opinione pubblica è un reato!
Le proteste contro il sistema di potere sono un DOVERE non un diritto e oggi non abbiamo bisogno di persone presunte qualificate che ostacolano la libera scelta di opinione! Questo paese è ancora una democrazia, non una dittatura.
Quello che mangiamo DEVE essere una nostra scelta, non un IMPOSIZIONE!

“Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.” – Margaret Mead

Carmelo
Reply to  Roberto La Pira
1 Dicembre 2014 21:48

Gentilissima “biologa specializzata in sicurezza alimentare”…
Forse non sa che da anni (!!!) esistono prodotti da forno Eccellenti, sia salati che addirittura dolciari che (al di là di cosa propone questo articolo) usano esclusivamente olio di girasole e, addirittura, olio di oliva… (ricordo le cretinate di 30 anni fa, quando si diceva che non era possibile usare l’olio di oliva per i biscotti… infatti esistono da anni e sono buonissimi!)…
Certamente sono più frequenti nei prodotti Biologici (Alce Nero/oliva, Ecor/girasole, ecc.)… ma, oramai si trovano anche in marchi comuni (Galbusera/girasole, Bauli/oliva, Prodotti equo solidali, ecc.), in normali supermercati sotto casa (es. Eurospar): senza olio di palma (50% di grassi saturi), ma con olio di girasole (comunque più frequente perché più “dolce” dell’oliva… e meno costoso… anche se Bauli addirittura usa l’oliva… per degli ottimi Plumcake)… Infatti questi prodotti costano come gli altri (la materia prima incide poco nel prezzo finale)!
Esistono da anni! Sotto casa! A prezzi normali! … E sono gradevoli (non come certi prodotti dietetici che sano di cartone…)
Aggiornarsi è cosa Buona e Giusta!
Saluti 😉

Calindri
Calindri
23 Novembre 2014 00:03

Concordo dalla prima all’ultima parola di Alessia Cyppy Buono. Finalmente delle osservazioni chiare, reali, scientifiche. Grazie.

deidda maria bonaria
deidda maria bonaria
23 Novembre 2014 11:04

Io aderisco alla firma petizione SOLO SE, come alternativa all’ Olio di PALMA consigliate altri OLI VEGETALI (EXTRAV OLIVA, OLIO PURO DI COCCO, O DI LINO etc etc)eliminando dai consigli il Burro!….il burro causa sfruttamento animale e per motivi etici no

brunelli
brunelli
Reply to  deidda maria bonaria
24 Novembre 2014 10:31

ad oggi, a livello industriale, solo il BURRO è un reale sostituto del GRASSO di PALMA (è più corretto chiamarlo grasso e non olio visto che per la maggior parte viene commercializzato in Italia allo stato solido). Gli altri oli citati non hanno un adeguato impiego nei prodotti da forno x: l’aspetto tecnologico, i costi elevati, aspetti organolettici …

Good Bear
Good Bear
Reply to  deidda maria bonaria
26 Novembre 2014 15:23

@brunelli: ma te li leggi i commenti degli altri? deidda maria bonaria ha scritto: “Io aderisco alla firma petizione SOLO SE, come alternativa all’ Olio di PALMA consigliate altri OLI VEGETALI (EXTRAV OLIVA, OLIO PURO DI COCCO, O DI LINO etc etc)eliminando dai consigli il Burro!….il burro causa sfruttamento animale e per motivi etici no”… chissenefrega dell’industria, che sta affamando mezzo mondo e sta facendo ammalare di obesità l’altra metà??

brunelli
brunelli
Reply to  deidda maria bonaria
26 Novembre 2014 17:02

@Good
io ho ricordato che non ci sono reali sostituti …
PROVA a fare un bel croissant o una sfogliatina (anche artigianale) con l’olio di oliva o di lino … poi ne parliamo

Roberto La Pira
Reply to  brunelli
26 Novembre 2014 18:24

Prova a farla con il burro e poi assaggiala..

brunelli
brunelli
Reply to  deidda maria bonaria
27 Novembre 2014 00:30

Ogni giorno ne “faccio” con più o meno burro … con o senza burro. … la questione è soggettiva.
Alcuni paesi trovano i prodotti con burro “pesanti” e scelgono quelli con oli vegetali.

stefania
stefania
Reply to  deidda maria bonaria
3 Dicembre 2014 10:19

Ho letto di studi accreditati secondo i quali gli oli di semi favoriscono malattie legate alla degenerazione delle cellule neurali. se è vero, come la mettiamo?
Anche io preferirei l’olio di oliva ma quando ho provato ad utilizzarlo a casa per i dolci il sapore non è risultato gradevole. qualcuno mi sa dire se l’industria (di massa o di nicchia) utilizza degli additivi per correggere il sapore? e se si, sono nocivi per la salute? se no, perché non vengono citati in etichetta?
grazie

massimo
massimo
24 Novembre 2014 11:21

Concordo totalmente con il sig. Brunelli

Stefano
Stefano
24 Novembre 2014 14:13

Concordo pienamente con Alessia Cippy.
Avere buone abitudini alimentari e praticare sport in maniera continuativa sono fondamentali, non tanto eliminare dalla propria dieta l’olio di palma..

Good Bear
Good Bear
24 Novembre 2014 19:19

Non firmerò questa petizione perchè si propone in sostituzione dell’olio di palma, il burro, anch’esso intriso di schiavitù, sofferenze e morte di povere mucche negli allevamenti intensivi.
Questi allevamenti stanno inquinando il pianeta vista l’enorme portata del fenomeno.
E’ proprio per lasciare spazio ad allevamenti intensivi che si deforesta per ottenere pascoli.
Stessa grave sciocchezza la stanno facendo per piantare monocolture di palme da olio.
Cordialmente,
Good Bear

Gp
Gp
Reply to  Good Bear
26 Novembre 2014 12:13

quindi mangiamo i sassi? il mercato funziona così: tanta domanda, tanta produzione di prodotti, tanti obiettivi di ricavi, sfruttamento di produzioni, abbassamento di costi per auemntare sempre di più i profitti.

Se il emrcato virasse sul vegetariano aumenterebbe la domanda, auementerebbe la domanda di soia e tofu, per aumentare i profitti si utilizzerano sempre di più produzioni con manodopera ridotta in schiavitù e semi OGM della Monsanto ad esempio, e aumenterebbero fino ad invertirsi i dati sullo sfruttamento di risorse e inquinamento del pianeta.
Un pensiero della vita reale: in un mondo ideale ci potremmo coltivare tutto in casa, senza conservazione e imballaggio, poi però come lavoro dovremmo fare tutti pastorizia (facendo le coccole alle mucche) e agricoltura. Nel mondo reale per andare in ufficio non abbiamo tempo di coltivare ed allevare per cui dobbiamo comprare i prodotti confezionati e dobbiamo pagare le bollette.

Good Bear
Good Bear
Reply to  Good Bear
26 Novembre 2014 15:16

@Gp quindi tu mangi solo olio di palma e, in alternativa burro? Il mercato deve finire di funzionare così. Questo tipo di mercato sta distruggendo il pianeta proprio per i profitti delle multinazionali, una delle quali tu citi e purtroppo non è la sola. E’ un meccanismo micidiale: produrre sempre di più per profitto e cose sempre più scadenti dal punto di vista nutrizionale…tanto poi ci pensano le case farmaceutiche a curare le conseguenze di una alimentazione che non alimenta ma avvelena. Pensiero più reale di così non si può…sei tu che non ci vedi vie d’uscita…io si! Ciao!

Gp
Gp
Reply to  Good Bear
26 Novembre 2014 15:59

Non ho detto che bisogna nutrirsi con solo olio di palma o burro nel post sopra ho citato la qualità scadente dei prodotti in commercio, personalmente non mangio burro ma è inevitabile acquistare prodotti che non posso produrre da me altriementi dovrei lasciare lavoro e cambiare vita. Anche per produrre l’hamburger di soia ci sono gli addensanti e la soia OGM e magari viene dall’asia dove vengono sfruttate persone e coltivazioni. purtroppo la vita moderna obbliga packaging e lavorazioni, bisgona solo rendere tutto il sistema sostenibile, personalmente mangio carne, è nella natura umana e se di qualità non vorrei mai eliminarla, dovremmo però pretendere da consumatori pack che rispettino l’ambiente e produzioni che rispettino animali e territorio. negli altri stati, vedi proprio la Francia qualità e sostenibilità sono al primo psoto per il consumatore, in Italia no.

Valeria Nardi
Reply to  Gp
26 Novembre 2014 16:12

In Italia i prodotti contenenti OGM devono dichiaralo in etichetta. Ai consumatori non piacciono e per questo motivo non ce ne sono quasi in giro.

alessandro
25 Novembre 2014 08:27

Non sono d’accordo con la collega Alessia Cippy, il nutrizionista serio non demonizza il cibo ma certo deve far capire ai propri pazienti quali sono i cibi nocivi e quali no! Non è certo solo la quantità ad essere importante, se ne mangio uno al giorno va bene!! Abbiamo sbagliato secondo me ad essere sempre troppo permissivi ed andare oltre le raccomandazioni nutrizionali, per non riuscire a scardinare delle convinzioni nutrizionali sociali inventate dalla stessa società (es. chi l’ha detto che la colazione mediterranea è cappuccino + brioches al bar??? noi nutrizionisti l’abbiamo poi accettata ed avallata, ma mica fa parte della nostra cultura alimentare reale !!). Poi il paragone personale mi permetto di non condividerlo, non è significativo di poter essere un comportanmento correto solo perchè lo fa un nutrizionista: molti colleghi e colleghe fumano e sono in grande sovrappeso… non credo possano essere credibili in tal senso. Sono contro l’olio di palma come concetto, può non cambiare nulla ma i migliormaneti in seno ad una società passano anche da questo !

brunelli
brunelli
Reply to  alessandro
25 Novembre 2014 16:18

Mi pare che essere “… contro l’olio di palma come concetto” sia “particolarmente” scientifico
… proprio da nutrizionista serio

Emanuela
26 Novembre 2014 11:18

rispondo ai molti che hanno commentato qui e altrove sull’ALTERNATIVA. bene, l’alternativa NON è il burro! ci sono altri olii e soprattutto c’è il gel estratto dai semi di lino, decisamente anche molto più nutriente. l’olio di palma costerà anche poco, ma lo stiamo già pagando 10 volte di più!

Matinka
Matinka
26 Novembre 2014 12:41

Buongiorno
apprezzo molto il vs sito e le notizie e commenti che riportate.
Relativamente alla questione olio di palma mi trovo d’accordo con i commenti di brunelli e alessia buono.

massimo
massimo
26 Novembre 2014 18:20

Mozione d’ordine : non sarebbe il caso di limitare il n° di caratteri per evitare gli sbrodolamenti del grafomane di turno ?

Emma
Emma
27 Novembre 2014 00:01

Vorrei segnalare che ora il link x firmare non si apre,dice errore e di cliccare siti affidabili.. Credo che si stiano già preoccupando x le adesioni numerose 😉

Valeria Nardi
Reply to  Emma
27 Novembre 2014 09:31

Adesso dovrebbe funzionare!

Roberto La Pira
27 Novembre 2014 09:53

Cara redazione de Il Fatto Alimentare, desidero esprimere tutta la mia stima e reale condivisione per il vostro impegno quotidiano che spendete nei confronti della salute pubblica. Condivido in pieno la vostra preziosa petizione on line a favore dell’eliminazione del tanto odiato olio di palma. Ho firmato e condiviso l’iniziativa sul mio profilo facebook e blog personale.

Continuerò a seguirvi, sperando che questa sfida produca buoni frutti!

glmazzolari
glmazzolari
27 Novembre 2014 09:59

Visto che sono state chiamate in causa le povere mucche/“vacche da latte” (schiave ed inquinanti, bahh!!) e visto che le argomentazioni nei vari commenti hanno abbracciato sia aspetti nutrizionali che etico-ambientali, vorrei inserire un terzo aspetto da reminiscenza scolastica: l “efficienza nutrizionale”.

Per “allevamento animale” si intende un sistema di trasformazione di prodotti vegetali (utilizzabili si/no dall’uomo) in prodotti animali destinati alla nutrizione umana.
Si sa come il consumo di derrate animali solo parzialmente risponda ad essenziali esigenze nutrizionali e come assuma invece connotazioni di miglioramento sociale,ecc ecc,
Tale trasformazione costituisce un importante fattore di miglioramento qualitativo degli alimenti ma comporta notevoli perdite di energia e di principi nutrivi.
Si è stimato che il numero di persone che possono vivere per Ettaro di superficie coltivata in Pianura Padana (Italy), è di 25 circa nel caso in cui i vegetali (cereali e soia) vengano destinati direttamente all’alimentazione umana, scende a 6 se vengono utilizzati per la produzione di latte ed addirittura ad 1 nel caso vengano destinati alla trasformazione in carne bovina. (Bonsembiante e coll.,1979).
Se ne deduce che il rendimento globale del sistema zootecnico, inteso come capacità di trasformazione dell’ energia contenuta negli alimenti di origine vegetale in energia di prodotti commestibili di origine animale quali carne, latte e uova, è molto basso, stimato al 9,1 % (G.Bittante ed altri , Fondamenti di Zootecnica, 1990).
In dettaglio, è del 20% per il latte, del 13% per le uova, del 10% per la carne di suino, del 7% per la carne di pollo, del 3% per la carne di vitellone, del 1% per la carne di vitello. (Bonsembiante e coll.,1979).

Detto questo agli addetti ai lavori affinché lo scenario delle opinioni si arricchisca, al consumatore che importa?
Non mangerà il panettone a Natale (> 30%burro) per non far soffrire (falso) ulteriormente le povere mucche?
Non mangerà le merendine al palma perché le foreste vengono (vero) devastate?
Lasciamolo scegliere, senza ingannarlo con una informazione veritiera.
E lasciamo che si accorga che il burro è più buono, visto che si è quasi dimenticato cosa sia.

Roberto Contestabile
Reply to  glmazzolari
27 Novembre 2014 16:20

Caro glmazzolari, non ho ben capito il senso del suo post…gentilmente può spiegarlo? Grazie! 🙂

(spero che le sue fonti siano più recenti del lontano 1979 come indicato)

Roberto Contestabile
Reply to  glmazzolari
27 Novembre 2014 16:25

A livello mondiale gli allevamenti intensivi (soprattutto bovini) producono circa il 20% di emissione Co2 in atmosfera. Molto più delle auto.

E questo è solo UNO degli aspetti negativi…la lista è molto luuuunga!

Costante
Costante
27 Novembre 2014 11:15

Al di là delle polemiche ideologiche e considerazioni più o meno condivisibili, vi siete chiesti se potremo frenare l’importazione di prodotti contenenti olio di palma fatti nella CE, facendo spostare all’estero di conseguenza importantissimi quantitativi di prodotti da forno fuori dall’Italia, una delle produzioni + esportate ed all’occhiello del made in Italy ?
Poi ci sarebbero molte altre considerazioni, ma non disperdiamoci per ora in interventi troppo lunghi.

Roberto La Pira
Reply to  Costante
27 Novembre 2014 11:22

Il nostro obiettivo è di stimolare le imprese a ridurre la presenza del palma e a diversificare la produzione. Forse in questo modo si potrebbe anche aumentare le vendite

ezio
ezio
27 Novembre 2014 11:50

Aggiungo una mia sintesi all’argomento e soprattutto ai vari commenti, dove hanno tutti una parte di ragione ed una di non ragione, o di visione parziale del problema.
Naturalmente quando si fa una critica oggettiva e scientifica, come alcuni, si omette la visione etica ambientale e viceversa.
Pensare che l’impiego del burro sia totalmente migliore del grasso di palma è una sciocchezza e viceversa.
Le due produzioni sono parimenti impattatanti ed invasive, ma ugualmente utili.
Non esiste una soluzione totalmente migliore dell’altra, se portata all’eccesso e per enormi quantità in uso mondiale.
Una soluzione compatibile per ogni ingrediente o prodotto, sta nella differenziazione delle produzioni, realizzate nel rispetto dell’ambiente ed in equilibrio con altre coltivazioni.
Prima di tutto la qualità di tutta la filiera ed un giusto prezzo per chi produce, trasforma e commercializza ogni cosa (ad esempio la filiera biologica ed il commercio eco-solidale).
Se avessimo cura di seguire in primis il principio della qualità e non solo del prezzo, non ci sarebbero produzioni invasive ed insostenibili.
La salute sarebbe salvaguardata e potremo distribuire meglio le risorse del pianeta.
Il danno maggiore in ogni settore ed aspetto della nostra vita, è causato dall’accentramento e concentrazione delle attività umane, sia che si tratti di pane, di olio, di acqua o di soldi, come i disatri economici e finanziari c’insegnano.

Roberto Contestabile
27 Novembre 2014 15:06

“Sono 714.100 le persone in schiavitù moderna. L’Indonesia è uno dei paesi più popolosi del mondo, con quasi 250 milioni di cittadini. Secondo la Walk Free Foundation, la schiavitù moderna in Indonesia è caratterizzata da lavoro forzato in ambito domestico, agricolo, e nel settore della pesca. In particolare, la relazione individua la produzione di olio di palma come problematica, affermando che è spesso prodotto da lavoratori che sono intrappolati nelle piantagioni.

L’olio di palma è usato in molti prodotti americani ed europei di consumo, dal rossetto al gelato.
Gran parte proviene proprio da qui.”

Fonte http://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/14995-schiavitu-classifica-paesi

massimo
massimo
Reply to  Roberto Contestabile
27 Novembre 2014 16:48

Ma per favore….. e la gran parte di indumenti, calzature, dispositivi elettronici e “n” mila cose che sicuramente anche Lei indossa ed utilizza, prodotte in Cina, Bangladesh, Birmania, Thailandia etc. etc. ????