Paluani, Granoro, U2 propongono nuovi prodotti palma free. Mulino Bianco anche se non lo dice ne ha 23. Tendenza di mercato destinata a crescere
Paluani, Granoro, U2 propongono nuovi prodotti palma free. Mulino Bianco anche se non lo dice ne ha 23. Tendenza di mercato destinata a crescere
Roberto La Pira 2 Ottobre 2015I grandi marchi come Ferrero, Mulino Bianco, Bauli, Motta… attraverso l’associazione di categoria Aidepi hanno investito oltre un milione di euro in campagne pubblicitarie per ribadire che l’olio di palma è buono e rispetta l’ambiente. La lobby degli industriali è anche riuscita fare votare alla Commissione agricoltura della Camera il 29 luglio 2015 una risoluzione che impegna il Governo a ” sensibilizzare e informare i cittadini sulle caratteristiche nutritive e ambientali dell’olio di palma … a contrastare iniziative discriminatorie nei confronti dell’olio di palma” e “promuovere un incontro con i rappresentanti politici e industriali dei principali Paesi produttori di olio di palma, volto ad una maggiore conoscenza delle proprietà e potenzialità di questo prodotto“.
A dispetto di queste iniziative un numero crescente di persone non compra più prodotti con il grasso tropicale, sia per motivi di salute sia per motivi ambientali ( in Indonesia continuano gli incendi delle foreste tropicali per lasciare spazio alle piantagioni di olio di palma, tanto che in molte città l’aria è irrespirabile). A livello scientifico un recentissimo lavoro dell’Università di Napoli evidenzia criticità per la salute in seguito all’assunzione del palma sia a livello pancreatico sia a livello cardio vascolare.
Un altro elemento su cui riflettere è l’atteggiamento di molte aziende che, a dispetto delle campagne pubblicitarie di AIDEPI, modificano le ricette e cercano di abbandonare l’olio tropicale. La timida scritta “senza olio di palma” sconosciuta sino a pochi mesi fa, ora si trova sui biscotti Misura, Gentilini e su quelli proposti dai supermercati U2 del gruppo Unes. Da poche settimane marchi come Paluani e Granoro si sono aggiunte all’elenco dei produttori che hanno deciso di ridurre o eliminare il palma da alcune linee di prodotto. Stiamo parlando di nomi come Tre Marie, Galbusera e di catene di supermercati come Coop, Esselunga.
Lascia un certo sconcerto l’atteggiamento di Mulino Bianco (grande utilizzatore di palma in biscotti e merendine e grande promotore della campagna a favore del grasso tropicale. Nell’assortimento di Mulino Bianco ci sono 23 prodotti palma free che utilizzano olio di girasole ed extra vergine di oliva. Esaminando con attenzione la lista troviamo anche una decina di prodotti dove il palma è miscelato con girasole e oliva per ridurre gli acidi grassi saturi e migliorare il profilo nutrizionale. Insomma Guido Barilla si è accorto che se i prodotti devono essere di qualità (come lascia intendere negli spot Antonio Banderas) non possono utilizzare come unico grasso il mediocre olio di palma.
A questo punto è lecito pensare che la pubblicità sui giornali e gli apprezzamenti di certi nutrizionisti verso il palma fanno parte di una sceneggiatura di un film destinato a non avere successo. La realtà è un’altra. La nostra petizione ha convinto molti consumatori a cambiare modello di consumo, le aziende lo hanno capito e cercano di adeguarsi alle richieste del mercato abbandonando un ingrediente che contribuisce a distruggere le foreste tropicali e se assunto in eccesso come avviene adesso in Italia fa male alla salute.
Ecco i link dove trovate l’elenco dei prodotti palma free:
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Per corretta informazione:
“ERRORE IN UNA RICERCA – MARCIA INDIETRO DEGLI ESPERTI. L’OLIO DI PALMA NON FA VENIRE IL DIABETE”
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/olio-di-palma-non-fa-venire-il-diabete-d2efc607-c8fa-48e1-af44-53480ce00ddc.html
Abbiamo letto il lancio dell’ADN Kronos ma noi non abbiamo mai scritto che l’olio di palma fa venire il diabete . Ricordo che allora abbiamo deciso di non pubblicare la notizia dopo avere fatto alcune verifiche.
Come no?
Lo dite qui http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-salute-humanitas-di-milano.html riportando le affermazioni della dottoressa Giuffrè.
Buonasera, a proposito dell’olio di palma, i marchi sopramenzionati Coop e Misura, e aggiungo anche Conad, hanno tolto l’olio di palma in molte linee di prodotti, salvo su quelli senza glutine. Mio figlio è intollerante e la maggior parte dei marchi gluten free, compresi quelli dedicati tipo Shaer, continuano ad usare olio di palma. Vi chiedo la cortesia di divulgare anche questo argomento, perchè chi è intollerante al glutine ha diritto a non aggiungere, oltre ai già presenti problemi alimentari, anche futuri problemi di grassi saturi.
Grazie mille e complimenti per l’eccellente lavoro!
Giovanna P.
Anche mia figlia è celiaca e sapere che non c’è sicurezza nemmeno nei prodotti destinate a persone che già hanno problemi di intolleranza alimentare, ti lascia senza parole. Ma in che mondo viviamo?Qualche mese ha la Schar aveva ritirato dal mercato delle barrette di cioccolato a rischio salmonella, come può succedere una cosa del genere?A questo punto anche il mais e la soia potrebbero essere contaminati …chi controlla tutto ciò ?
Il ritiro di un prodotto è un incidente che capita prima o poi a tutte le aziende grandi e piccole famose o sconosciute. Per questo due anni fa abbiamo chiesto e ottenuto che le catene dei supermercati ottemperassero all’obbligo di legge di diffondere ai consumatori informazioni precise sule campagne di richiamo. Prima né i supermercati nè tanto meno le aziende informavano i consumatori
La Pira, se vuole essere credibile cerchi di non mentire ai suoi lettori: i nodi, prima o poi, vengono al pettine. Ha ragione Squillantini: anche voi avevate pubblicato le affermazioni della dott. Giuffré circa la pericolosità dell’olio di palma per le cellule pancreatiche.
Il dietro front del prof. Giorgino sullo studio che mette in relazione l’acido palmitico con le cellule pancreatiche è una grande bufala. Nei prossimi giorni pubblicheremo un articolo su questa vicenda. È uscito anche un comunicato stampa in cui sono confermati tutti i dati.
mi rivolgo a Squillantini e Filoppo:
nell’articolo che riporta il parere della Giuffrè è scritto: Nel dibattito sull’impiego di olio di palma nell’industria alimentare si accosta spesso questo prodotto al diabete. «Alcuni studi scientifici condotti in alcune università italiane hanno dimostrato che l’olio di palma danneggia le cellule del pancreas alterando la sintesi di insulina, causando diabete di tipo 2», sottolinea la specialista.
L’articolista sta solo dicendo che appunto nel dibattito sul palma questo è spesso associato al diabete. ed è così, non viene dato un parere personale, ma come fa un giornalista…riporta la realtà del dibattito in corso. Inoltre le virgolette riportano una affermazione della specialista. non del giornalista!!!
mah..per me sono polemiche inutili per dare addosso al giornalista.
Stiamo pubblicando un articolo dove si spiega che la smentita del professore Giorgino non c’è mai stata .
.
ieri ho trovato dopo mesi che li cercavo dei biscotti (novellini Campiello) e con amara sorpresa (visto il prezzo ) c’era l’olio di palma tra gli ingredienti.stessa cosa per i Gentilini.. .li ho lasciati dove li avevo trovati.. facessero tutti come me vedreste come finirebbe tutta questa storia.. interessi di manager e capitalisti che fanno i miliardi sulla salute della povera gente..
la gente deve capire che si deve spendere qualche centesimo in piu’ per avere dei veri biscotti o della vera pasta
che non si possono spendere 35 centesimi per 500 gr di pasta o 1 € per 500 gr di biscotti
oggi piu la gente si impoverisce piu le grandi aziende producono prodotti di bassa qualita’ da vendere a basso prezzo ma sui quali il margine di guadagno e’ sempre quello visto l’abbassamento delle materier prime e contri chi rileva queste MANOVRE si scatena l’inferno
Non generalizziamo sui Gentilini. io ho trovato sullo scaffale un prodotto solamente con olio di palma e, secondo il fatto alimentare, si tratta di lotti in esaurimento. il resto dei prodotti contengono burro o, per la linea Piaceri, olio di girasole. Comunque avevo scritto il seguente testo alla Gentilini, senza ricevere risposta purtroppo.
“Sul vostro sito la lista ingredienti del prodotto Piaceri senza zucchero è scritto che come grasso contiene olio di girasole. Certo non è estratto a freddo, ma sarà estratto chimicamente, ma sempre meglio dell’olio di palma raffinato per motivi più ambientali che salutistici. Il fatto è che sulla confezione trovata al supermercato nella lista è riportato invece proprio l’olio di palma, in contrasto con quanto dichiarato nel sito.”
Infatti la Gentilini sta finendo le scorte, ecco la risposta dell’azienda: http://www.ilfattoalimentare.it/biscotti-gentilini-palma-ingredienti.html
Sì. Scusate. Non avevo letto la risposta data alla vostra redazione. Grazie.
Ho guardato con ammirazione il croissant Paluani con la scritta SENZA OLIO DI PALMA, poi, girando la confezione e leggendo gli ingredienti ho visto che viene utilizzata margarina vegetale (olio di cocco e altri..
La ritengo una presa in giro dei consumatori
Avevamo chiesto un approfondimento a Enzo Spisni, il nostro esperto di nutrizione, che ci ha risposto come segue: “L’olio di cocco contiene un’elevata percentuale di acidi grassi saturi (circa 87%). Più del burro e dello stesso palma. Per questa ragione alcuni enti come l’FDA ne sconsigliano l’uso.
A favore dell’olio di cocco c’è però da considerare il fatto che il suo acido grasso principale è l’acido laurico (45-50%), che è un acido grasso a 12 atomi di carbonio, cioè a catena media, che presenta delle differenze rispetto a quelli a catena più lunga (come l’acido palmitico, presente nel palma), per quanto riguarda il metabolismo. Ricerche recenti dimostrano che gli acidi grassi a catena media, innalzano molto meno i valori di colesterolo cattivo (LDL) e sono quindi considerati meno pericolosi. Inoltre vengono metabolizzati dai mitocondri più facilmente rispetto agli acidi grassi a catena più lunga.
In conclusione, quello che si può dire è che, a parità di contenuto in grassi, un biscotto che contiene olio di cocco è certamente migliore rispetto ad uno che contiene olio di palma.
Poi, tornando alla nutrizione in senso più generale, stiamo subendo l’invasione del palma negli alimenti, non quella del cocco!!!” Qui un articolo più dettagliato: http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-cocco-spisni-palma.html
Sì ok mulino bianco ha parecchi prodotti che non contengono l’olio di palma però certi contengono l’olio di colza che è anche peggio