L’olio di palma ai tempi del coronavirus. Durante la pandemia, l’Oms consiglia di evitarne il consumo e preferire grassi insaturi sollevando critiche dalla Malesia
L’olio di palma ai tempi del coronavirus. Durante la pandemia, l’Oms consiglia di evitarne il consumo e preferire grassi insaturi sollevando critiche dalla Malesia
Agnese Codignola 7 Maggio 2020Tra le molte indicazioni diffuse negli ultimi mesi, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ne ha date anche di alimentari, sottolineando cosa è opportuno evitare e cosa è invece consigliabile mangiare in tempi di pandemia. La raccomandazione generale è quella di mantenere una dieta ben equilibrata e di avere cura dell’idratazione, perché queste due condizioni assicurano un buon funzionamento del sistema immunitario. Cibi freschi, processati il meno possibile, ricchi di fibre, sali minerali, vitamine, proteine e antiossidanti e poveri di zuccheri e sale rappresentano il menu ideale. In particolare, l’Ufficio regionale per il Mediterraneo orientale raccomanda:
- Alimenti freschi ogni giorno: preferire frutta, verdura e legumi, frutta secca e cereali integrali e alimenti da fonte animale. Consumare ogni giorno 4 porzioni di frutta fresca, cinque di verdura (*), 180 grammi di cereali, 160 di carne o legumi, limitando la carne rossa a un paio di porzioni a settimana e il pollo a 2-3. Per quanto riguarda gli snack, optare per verdure crude e frutta. Evitare di cuocere troppo la verdura, per non perdere le vitamine, e quando si scelgono prodotti in scatola, preferire le confezioni senza zuccheri o sali aggiunti.
- Tanta acqua: la quantità consigliata è di 8-10 tazze (una tazza equivale a 236 millilitri) preferibilmente di acqua, ma vanno bene anche succhi, tisane, tè o caffè, purché senza zuccheri aggiunti. Non eccedere con la caffeina.
- Pochi grassi: meglio i grassi insaturi (per esempio presenti negli avocado, nel pesce, negli oli di oliva, soia e canola), limitando l’apporto di quelli saturi presenti nel burro, nelle carni grasse, nell’olio di palma e in quello di cocco (su cui torneremo tra un attimo), nel lardo e nei formaggi. Preferire sempre le carni bianche e poco lavorate (e quindi con poco sale e grassi) e il pesce, e le versioni con pochi grassi di latte e latticini. Evitare il più possibile gli acidi grassi trans contenuti negli alimenti industriali come alcune merendine e snack, nelle patatine fritte, nelle pizze surgelate e così via.
- Poco sale e zucchero: ricordarsi, quando si prepara il cibo a casa, che il quantitativo massimo consigliato di sale è di 5 grammi al giorno e che sarebbe meglio evitare di aggiungere zucchero a cibi e bevande e scegliere quelle che non ne contengono.
- Mangiare a casa: evitare le occasioni di contatto con le goccioline respiratorie altrui, e quindi anche i ristoranti, laddove sono aperti.
Fin qui nulla di particolarmente inaspettato. Ma la citazione esplicita dell’olio di palma (di cui, ricordiamo, in Italia il consumo alimentare è sceso moltissimo negli ultimi anni) non è piaciuta affatto alla Malesia, secondo produttore al mondo, che ha protestato con forza definendo il consiglio “antiquato”.
Secondo quando riferisce la Reuters, Kalyana Sundram, CEO del Malaysian Palm Oil Council (Mpoc) ha affermato che “l’OMS è ricaduta nel vecchio errore, promuovendo alcuni oli di base e spazzando via quello di palma” e ha ribadito che l’olio di palma ha un equilibrio naturale di grassi saturi e insaturi che garantisce l’assorbimento di vari micronutrienti alimentari, non richiede idrogenazione ed è disponibile in grandi quantità. Il che sarebbe particolarmente utile in alcuni paesi.
La dichiarazione del Mpoc, infatti, prosegue affermando che “nei paesi in cui il consumo di grassi è inferiore alle raccomandazioni dell’OMS, come in gran parte dell’Asia e dell’Africa, l’attenzione alla salute è diversa. La necessità di fornire una fonte affidabile, sostenibile e conveniente di calorie contro la malnutrizione (e una maggiore suscettibilità alle infezioni) è fondamentale”. Curioso che il Council citi, per sostenere le sue motivazioni, quella stessa Oms criticata aspramente nelle righe finali, affermando che dovrebbe concentrarsi sulla ricerca di “idee di gestione della salute radicalmente diverse” invece di ricorrere a “messaggi antiquati”.
(*) Nota: nelle sue raccomandazioni, l’Oms per frutta e verdura usa standard di porzioni diverse da quelle italiane (cinque porzioni da 150-200 g tra frutta e verdura) e come riferimento utilizza le “tazze”, unità di misura usata molto nel mondo anglosassone. Per la frutta sono raccomandate due tazze al giorno, per la verdura 2,5.
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Giornalista scientifica
Io uso solo lo strutto.. E sto benissimo
Salve redazione,
colgo l’occasione per porre l’attenzione su un altro mercato dove il consumo di grassi di palma è enorme.
Il settore zootecnico, in particolare nelle diete dei bovini (sia da latte che da carne) l’olio/grasso di palma è presente dal latte in polvere per vitelli sino agli alimenti altamente energetici per le vacche in produzione.
Anche su questo fronte il consumatore potrebbe/dovrebbe richiedere prodotti con esclusione di materie prime di questo tipo.
Cordiali saluti
Il titolo del pezzo è fuorviante: fa sembrare che l’olio di palma in qualche modo favorisca l’infezione da SARS-CoV2. Mentre l’OMS consiglia (e non è certo una novità) un apporto equilibrato di acidi grassi tra polinsaturi, monoinsaturi e saturi.
Non so che età abbia Federico, perché se è giovane l’organismo è efficiente e quindi combatte di fronte alle sostanze non salutari. È buona regola stare il più lontano possibile dai grassi saturi, di cui lo strutto è il principe e arrivati ad una certa età la si paga. Poi ci sono gli organismi eccezionali che funzionano al di sopra della media, ma penso siano una piccola parte.
Sono poi perfettamente d’accordo con quanto dice Fabio. La grossa verità è che siamo quello che mangiamo, non lo dico solo io.
Quanto all’olio di palma, grasso saturo, per chi ha il fegato che funziona bene non sarà un problema, ma chi, come me, ha il colesterolo alto, problema abbastanza diffuso, deve starci lontano, come al burro.
Le multinazionali della Malesia, come quelle dell’Indonesia, fanno affari, primo, distruggendo ettari ed ettari di foresta, secondo, producendo un olio che non fa bene a nessuno. Poi, se uno si vuol dare le martellate sui denti è padrone di farlo.
Ma come si fa a credere ancora a ciò che dice l’OMS ????
Cioè non sono stati capaci di allertare il Mondo in tempo utile,
non sono stati capaci di darci linee guida del come comportarci riguardo il covid 19
non dichiaravano mai lo stato di pandemia
Cari Saluti
Condivido in pieno, hanno fatto quello che “potevano”, forse dovevano dare di più vista l’importanza dell’organizzazione…
L’Oms è un organizzazione per gran parte finanziata da privati e non so se effettivamente le linee guida dei suoi esperti siano così inconfutabili. quanto a pandemia per il covid19 siamo molto lontani. È stato fatto terrorismo mediatico, visto che con l’influenza 17/18 ci sono stati 1.500.00 di morti e con il covid solo 250.000 e quasi tutti sopra i 78 anni. scrivo da bergamo e penso che la maggior parte dei malati sia morta non per covid.
Olio di palma al di là di ogni considerazione è comunque un olio d’affari semplicemente perché a bassissimo costo per le aziende alimentari ma dannoso in primis per le deforestazioni poi perché gli alimentaristi che a costi bassi mettono un ricarico pari a quello che farebbero con grassi pregiati e poi parliamoci chiaro, dal punto di vista organolettico disprezzabile quanto quello di girasole o di semi vari. Sarebbero da segnalare costantemente le ditte che utilizzano l’olio di palma. anche se nel campo patatine snack diverse marche non lo usano e basta comprare quelle (tra l’altro migliori organoletticamente). In ogni caso sarebbe utile continuare una campagna contro l’olio di palma.
TITOLO: “olio di palma (…) l’Oms consiglia di evitarne il consumo”
ARTICOLO: “limitando l’apporto di quelli saturi presenti nel burro, nelle carni grasse, nell’olio di palma e in quello di cocco”
Mi pare superfluo qualunque commento, nel titolo siamo alle solite isterie contro il palma (che poi nell’articolo si spiega non avere affatto il monopolio dei grassi saturi), e per chi, come l’80% dei lettori, si ferma al titolo, dove è additato come l’unico colpevole, eliminato quello ci si può strippare di lardo di cinghiale fritto nella sugna e si sarà sanissimi.
E naturalmente non poteva mancare il riferimento alle foreste bruciate per il palma, senza riportare che per avere la stessa resa in grassi con la soia se ne devono distruggere 8 (otto!) volte di più…