Olio di palma: Altroconsumo ribadisce la posizione critica verso l’impiego di questo grasso ormai presente in quasi tutti i biscotti, i prodotti da forno e in un numero spropositato di alimenti. Questo grasso ha sostituito il burro in tutte le preparazioni alimentari perché costa decisamente meno e svolge le medesime funzioni.
” È un grasso che non piace ai consumatori – dice Altroconsumo – e da quando nel mese di dicembre 2014 la legge europea impone di indicarne la presenza tra gli ingredienti dell’etichetta (senza camuffarlo dietro la generica dicitura di “oli vegetali”), anche i produttori hanno iniziato a storcere il naso. L’olio di palma non è proprio il massimo: scegliere di sostituirlo significa dare una mano all’ambiente, oltre che alla nostra salute”.
Forse anche per questi motivi e per la nostra petizione su Change.org, che ha quasi raggiunto 100 mila adesioni, alcuni supermercati hanno dichiarato che il grasso tropicale di palma verrà progressivamente eliminato dai loro prodotti (Coop, Esselunga, Ikea, LD market e MD).
“L’olio di palma – continua Altroconsumo – non è da demonizzare: è meno dannoso del burro, dell’olio di cocco e dei famosi grassi idrogenati. Contiene però una grande quantità di grassi saturi, che possono incidere negativamente sul nostro sistema cardiovascolare. Sostituirlo, perciò, significa dare un piccolo vantaggio per la nostra salute, a patto che al suo posto venga utilizzata una materia grassa più sana, come l’olio di girasole. Sostituirlo: un bene anche per l’ambiente”.
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno lanciato una petizione online su Change.org per fermare l’invasione dell’olio di palma nei prodotti alimentari.
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Sara Rossi
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Ottima iniziativa, condivido 🙂
In questo articolo viene scritto che l’olio di palma e’ meno dannoso dell’olio di cocco; quest’ultimo e’ presente ad esempio in molti articoli Loacker, che risultano nella vostra lista delle merendine senza olio di palma (giustamente). Io pero’ uso la lista come un promemoria per cercare gli alimenti piu’ “sani”, vi chiedo: e’ giusto inserirvi articoli che presentano ingredienti piu’ dannosi dell’olio di palma?
Grazie
L’olio di cocco contiene un’elevata percentuale di acidi grassi saturi (circa 87%). Più del burro e dello stesso palma. Per questa ragione alcuni enti come l’FDA ne sconsigliano l’uso.
A favore dell’olio di cocco c’è però da considerare il fatto che il suo acido grasso principale è l’acido laurico (45-50%), che è un acido grasso a 12 atomi di carbonio, cioè a catena media, che presenta delle differenze rispetto a quelli a catena più lunga (come l’acido palmitico, presente nel palma), per quanto riguarda il metabolismo. Ricerche recenti dimostrano che gli acidi grassi a catena media, innalzano molto meno i valori di colesterolo cattivo (LDL) e sono quindi considerati meno pericolosi. Inoltre vengono metabolizzati dai mitocondri più facilmente rispetto agli acidi grassi a catena più lunga.
In conclusione, quello che si può dire è che, a parità di contenuto in grassi, un biscotto che contiene olio di cocco è certamente migliore rispetto ad uno che contiene olio di palma.
Poi, tornando alla nutrizione in senso più generale, stiamo subendo l’invasione del palma negli alimenti, non quella del cocco!!!
L’azienda ci ha inviato una precisazione riguardo il grasso di cocco. “Dall’anno della sua fondazione, avvenuta nel 1925 ad opera di Alfons Loacker, l’azienda Loacker presta particolare attenzione alla ricerca delle materie prime.
Solo i migliori ingredienti sono usati nella produzione, senza grassi idrogenati, né aromi artificiali, né conservanti o né coloranti che potrebbero alterare il gusto naturale delle bontà Loacker.
Per tutte le sue creme destinate alla farcitura dei wafer, Loacker utilizza esclusivamente olio di cocco non idrogenato, dichiara Hans-Peter Dejakum, direttore Marketing Loacker e portavoce aziendale.”
In tutti i supermercati, non è ancora possibibile trovare fette biscottate o crackers integrali senza olio di palma.