Obesità: il commissario Ue alla Salute favorevole a tasse su alcuni ingredienti e prodotti alimentari insalubri. L’atteggiamento della Commissione Ue sullo strumento è “molto positivo”
Obesità: il commissario Ue alla Salute favorevole a tasse su alcuni ingredienti e prodotti alimentari insalubri. L’atteggiamento della Commissione Ue sullo strumento è “molto positivo”
Beniamino Bonardi 7 Aprile 2017Secondo il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, la tassazione di alcuni ingredienti e prodotti alimentari può essere uno strumento “molto efficace” per affrontare alcuni problemi sanitari, compresa l’obesità. Il commissario lo ha detto prima dell’inizio dell’ultima riunione informale dei ministri europei della Salute, svoltasi a Malta, che in questo semestre ha la presidenza del Consiglio Ue. Sebbene la competenza sulla tassazione dei vari fattori di rischio – zucchero, sale, grassi saturi, alcol e tabacco – sia dei singoli Stati, Andriukaitis ha tenuto a far sapere che l’atteggiamento della Commissione Ue su questo strumento è “molto positivo” e che personalmente è soddisfatto che alcuni paesi comincino a introdurlo.
Secondo un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dello scorso autunno, a un aumento del 20% del prezzo di vendita al dettaglio delle bibite zuccherate, corrisponde un calo proporzionale del consumo e quindi una diminuzione di: sovrappeso, obesità, diabete di tipo 2 e carie dentali. Parallelamente, il consumo di frutta e verdura fresche può essere favorito da incentivi che ne riducano il prezzo del 10-30%.
Come evidenzia un comunicato diramato dalla presidenza maltese, dalla riunione informale dei ministri della Salute è emerso un maggior impegno di alcuni paesi rispetto ad altri nella lotta all’obesità infantile, dove si registra una fase di stallo in molti settori, come l’etichettatura, la tassazione, il marketing, la consapevolezza del problema da parte delle famiglie e la condivisione delle esperienze pratiche. Quel che i ministri dei 27 paesi dell’Ue sottolineano concordemente è che il problema richiede un approccio multisettoriale.
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Più semplice sarebbe ridurre l’IVA sugli alimenti salutari riconosciuti dalla Dieta Mediterranea, come cereali integrali, legumi, frutta e verdura e oli vegetali, base alimentare di tutta Europa ed aumentarla per quelli particolarmente dannosi, come lo zucchero, l’alcool, i grassi saturi, le carni ed i formaggi grassi.
Una semplice rimodulazione dell’IVA uguale in tutta la Comunità, con aliquote premiali a 0% ed aliquote penalizzanti al 25%, per ridurre i consumi e la spesa sanitaria per i danni prodotti da un’insana alimentazione.
Qualunque soluzione venga proposta , si presta ad abusi e speculazioni , nonché a contrasti di punti di vista dovuti a diverse abitudini alimentari e culture alimentari nei diversi stati UE. L’approccio va studiato adeguatamente e ben condiviso con l’ausilio di veri esperti non di parte né ideologizzati. I ricavi dovranno poi essere assolutamente reinvestiti totalmente e soltanto in educazione alimentare, anche questa ben chiarita, condivisa e non ideologica.
In ogni rapporto sociale occorre trovare un minimo comune multiplo da condividere e penso che la Dieta Mediterranea possa essere questo minimo condiviso in tutta Europa, proprio perché non rappresenta alcun ideologismo ne lobbismo.
Poi ognuno può mangiare liberamente quello che crede sia meglio per se stesso.