L’andamento dell’obesità in bambini e adolescenti nel mondo negli ultimi quarant’anni. Una ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità
L’andamento dell’obesità in bambini e adolescenti nel mondo negli ultimi quarant’anni. Una ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità
Beniamino Bonardi 31 Ottobre 2017Negli ultimi 40 anni, nel mondo, il numero di bambini e adolescenti obesi (tra i 5 e 19 anni) è aumentato di 10 volte e in Italia la percentuale è cresciuta di quasi tre volte tra il 1975 e il 2016. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet. La ricerca ha analizzato peso e altezza di circa 130 milioni di persone, di cui più di 31 milioni e mezzo di età compresa tra i 5 e i 19 anni, e 97 milioni con più di 20 anni. Più di mille ricercatori hanno contribuito allo studio, con l’obiettivo di osservare come i livelli dell’indice di massa corporeo (IMC) e dell’obesità siano cambiati negli ultimi quarant’anni.
Nel periodo preso in esame, nel mondo, l’obesità nei bambini e negli adolescenti è aumentata da meno dell’1% nel 1975 (pari a 5 milioni di ragazze e 6 milioni di ragazzi) a quasi il 6% nelle ragazze (50 milioni) e quasi l’8% nei ragazzi (74 milioni) nel 2016.
In Italia, i bambini e adolescenti risultati obesi nel 2016 sono il 10,4% delle femmine (437 mila) e il 14,5% dei maschi (642 mila). A livello mondiale l’Italia si posiziona al 61° posto per le femmine e al 46° per i maschi ma tra i paesi ad alto reddito si colloca rispettivamente al 6° e 8° posto. In entrambi i sessi, l’aumento dell’IMC osservato tra il 1975 e il 2016 è stato tra i minori, se confrontato con quello degli altri paesi, con meno di un 1 unità in più di indice di massa corporea (1 kg/m2, circa 2kg in media). Se bambini e adolescenti italiani obesi sono poco più di un milione e centomila, il numero sale a circa 3,2 milioni se si considerano anche quelli in sovrappeso. L’Istituto superiore di sanità, che ha pubblicato una sintesi dello studio, osserva che recentemente si è registrata una tendenza alla diminuzione ma molto resta da fare sia nel campo dell’alimentazione che dell’attività fisica.
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Ciao, questi numeri sono spaventosi, ma cosa si potrebbe fare per farli diminuire?
educazione alimentare a partire dalla famiglia e dagli ambienti di lavoro, sensibilizzazione della popolazione, laboratori o meglio ancora lezioni a scuola, prevenzione sul territorio, iniziative a promozione del movimento e della sana alimentazione, lotta alla disinformazione e all’abuso professionale in campo alimentare, rielaborazione aggiornamento e applicazione di linee guida nazionali, revisione e coordinamento della ristorazione collettiva..