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La SIP (Società Italiana Pediatria) ha risposto all’appello sul conflitto di interessi

La SIP (Società Italiana Pediatria) ha risposto all’appello sul conflitto di interessi dei nutrizionisti che Il Fatto Alimentare ha sollevato poche settimane fa, dopo avere segnalato il duplice ruolo di Andrea Ghiselli (ex Inran, ora dirigente del Crea Nut), responsabile della revisione delle  Linee guida per una sana alimentazione degli italiani in corso di elaborazione e consulente  retribuito di Aidepi fino al dicembre 2014 e di Assolatte. Dopo le risposte dell’ADI (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica) e della SINU ( Società Italiana di Nutrizione Umana) arrivate nei giorni scorsi,  pubblichiamo quella della società scientifica SIP firmata dal presidente Giovanni Corsello.

Gentile Direttore,
rispondo con piacere al suo invito a intervenire nel dibattito sollevato dal Fatto Alimentare riguardo al possibile conflitto di interessi degli esperti di nutrizione che svolgono anche consulenza per aziende private. Al riguardo credo siano opportune tre riflessioni:

SIP piramide alimentsre
Piramide alimentare transculturale  della SIP – Clicca sull’immagine per ingrandire

1 L’attività scientifica sostenuta dalla SIP in tutti gli ambiti della salute del bambino e dell’adolescente, compresa la nutrizione, mira esclusivamente al suo miglioramento fisico e neuropsicologico. In questi anni la SIP ha diffuso comunicati stampa, pubblicato articoli e interviste finalizzate a questo scopo, avvalendosi di pediatri con provata esperienza scientifica e clinica nei diversi settori. In questa attività la SIP non ha mai mancato di segnalare i diversi fattori di rischio per la salute del bambino legati ad una scorretta nutrizione, causa in primis di obesità, viste le sue dimensioni epidemiche (senza fare alcuna concessione alle merendine, alle bibite zuccherate, e all’accesso di zuccheri). Per rendersene conto basta guardare – solo per citare l’ultimo esempio in ordine di tempo – la Piramide Alimentare Transculturale presentata al 71° Congresso SIP che si è tenuto nello scorso mese di giugno a Roma.
2 Il livello di competenze di coloro che svolgono attività di consulenza scientifica è ovviamente elevato e questo comporta che non solo le aziende pubbliche ma anche quelle private cerchino di poter fruire di opinioni tecniche su questioni specifiche da parte dei migliori esperti, proprio in virtù del loro comprovato grado di competenza scientifica. Ma il parere tecnico del consulente è una cosa, la comunicazione che poi fanno le aziende è un’altra cosa. Il parere del consulente si basa, come da metodo scientifico, su un alto grado di evidenza comprovata. A questo si attiene l’operato della SIP e dei suoi delegati.
3 Detto ciò lei solleva un problema giusto: l’esperto non dovrebbe dichiarare il possibile conflitto di interesse? Si, dovrebbe. Ma questo già avviene nelle relazioni presentate nei Congressi scientifici e negli articoli pubblicati sulle riviste scientifiche. Dovrebbe avvenire anche nelle interviste ai media generalisti come lei propone? Si, dovrebbe. Ma qui, a mio avviso, si entra nel campo di scelte individuali ed editoriali che competono ai direttori dei giornali e non alle società scientifiche.

Giovanni Corsello (presidente Società Italiana Pediatria)

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MAurizio
MAurizio
4 Ottobre 2015 20:07

Chi è senza peccato scagli la prima pietra. I medici (pediatri compresi) sono da sempre oggetto di “conflitto di interessi”. Da cose “banali” tipo congressi, libri e gadget vari (nella migliore delle ipotesi, nella peggiore vacanze per non parlare di contante) “offerti” dalle case farmaceutiche in cambio di “benevoli” prescrizioni di farmaci, integratori o latte artificiale, ai casi “limite” dove gli esperti (in genere i cattedratici) che effettuano lucrose consulenze a favore dell’industria. Cosa che, per altro, NON necessariamente è indice di corruzione. Rimane il fatto che tanti “pareri scientifici” vanno presi con le molle.