Nutri-Score su una confezione di pancetta o bacon in stick; concept: etichette a semaforo

Mentre l’Unione Europea continua a rimandare a data da destinarsi la scelta di un’etichetta a semaforo comune, esce l’ennesimo studio a favore del Nutri-Score. La ricerca, pubblicata all’inizio di febbraio su Obesity Review da un gruppo di ricercatori e ricercatrici dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), si concentra sugli effetti che i diversi tipi di etichettatura potrebbero avere sulla popolazione europea, in termini di malattie evitate, anni in salute guadagnati e aspettativa di vita. Sono ormai più di 130 gli studi scientifici favorevoli al Nutri-Score (trovate qui una bibliografia costantemente aggiornata) ed è già stato adottato da sei Paesi dell’Unione Europea – Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna – più la Svizzera.

Utilizzando modelli di microsimulazione dell’OCSE per la pianificazione strategica della salute pubblica, lo studio ha valutato l’impatto di quattro tipi di etichettatura nel 27 Paesi dell’UE. Le etichette prese in considerazione, oltre al Nutri-Score, sono le etichette a semaforo britanniche, l’etichetta delle assunzioni di riferimento (di cui il NutrInform è una variante) e il logo Key Hole usato da alcuni Paesi nel Nord-Europa (vedi immagine sotto). Bisogna sottolineare, però, che lo studio rielabora dati di altre ricerche e si basa su un numero molto limitato di studi (due).

Nutri-Score etichette a semaforo keyhole assunzioni di riferimento
In alto, Nutri-Score (sinistra) e etichette a semaforo britanniche (destra); in basso, logo Key Hole (sinistra) e etichetta delle assunzioni di riferimento (destra)

I risultati dello studio incoronano il Nutri-Score

Secondo lo studio, l’implementazione a livello europeo del Nutri-Score eviterebbe quasi 2 milioni di casi di malattie croniche da qui al 2050. Questi numeri sono circa il triplo di quelli stimati per l’adozione di un’etichetta come il NutrInform. Allo stesso modo, il logo francese aggiungerebbe in media 18,1 anni di vita ogni 100mila persone, con un picco di 33,9 in Bulgaria, mentre l’etichetta delle assunzioni di riferimento soltanto 4,3. Anche in termini di anni in buona salute guadagnati, vince il Nutri-Score con una media di 22,2 DALY (disability-adjusted life year) in più ogni 100mila.

Riducendo le malattie croniche nella popolazione e aumentando gli anni di vita in buona salute, il Nutri-Score farebbe crescere anche la forza lavoro di 10,6 FTEW (numero di lavoratori equivalenti a tempo pieno) per 100mila adulti in età lavorativa. Gli effetti stimati per l’etichetta delle assunzioni di riferimento ancora una volta sono pari a un terzo (2,9 FTEW per 100mila persone).

Nutri-Score da A ad E su diverse confezioni di pizza surgelata sovrapposte in scala
Anche utilizzando i sistemi di simulazione dell’OCSE, il Nutri-Score è l’etichetta con il maggiore impatto sulla salute pubblica

Dal punto di vista economico, il Nutri-Score permetterebbe di ridurre le spese sanitarie dello 0,05% annuo, pari a 0,93 € risparmiati pro capite (con un picco di 2,22 € nei Paesi Bassi). Non sembra una cifra significativa, ma è molto di più di quanto si otterrebbe con l’introduzione di un’etichetta come il NutrInform, che porterebbe a un calo delle spese sanitarie solo dello 0,017%.

L’Europa decide di non decidere

Nonostante continuino ad accumularsi evidenze scientifiche a favore del Nutri-Score, l’Unione Europea ha rimandato la scelta di un’etichetta nutrizionale fronte pacco. Secondo la roadmap della strategia Farm to Fork, la Commissione UE avrebbe dovuto presentare una proposta agli stati membri entro la fine del 2023. Tuttavia, la pressione delle lobby agroalimentari, soprattutto quelle italiane spalleggiate dalle istituzioni del nostro Paese, hanno trasformato il Nutri-Score in terreno di scontro (leggi qui il nostro articolo sulle lobby italiane contro il Nutri-Score). Così come la normativa per la riduzione dei pesticidi “troppo divisiva” è stata sacrificata per placare le proteste degli agricoltori, anche l’istituzione di un’etichetta fronte pacco armonizzata e obbligatoria rischia di finire nel dimenticatoio, soprattutto ora che le elezioni europee incombono.

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Angela De Cesare
Angela De Cesare
7 Marzo 2024 19:01

E’ vero che le lobby ormai decidono nella maggior parte del mondo quello che dispiace che decidono in maniera preponderante soprattutto in Italia