Il 7 luglio il Parlamento europeo in sessione plenaria ha votato in seconda lettura il progetto di regolamento UE su “Nuovi alimenti e ingredienti alimentari”. Il primo regolamento sui Novel Foods risale a 13 anni fa (CE n. 258/97), ma nonostante ciò la questione continua a essere poco nota al grande pubblico. Forse perché non si tratta di Ogm o altri argomenti che fanno scalpore, ma più semplicemente di alimenti realizzati con nuovi ingredienti e nuove tecnologie (come ad esempio gli yogurt arricchiti con fitosteroli e stanoli di origine vegetale, in grado di ridurre il tasso di colesterolo nel sangue). Si parla di “nuovi alimenti” anche nel caso di cibi – come per esempio il succo di Noni – il cui consumo da parte dei cittadini europei era trascurabile prima del 1997.
La necessità di riforma era evidente: in 13 anni sono state concesse solo 50 autorizzazioni per commercializzare nuovi alimenti. Nella sostanza ancora meno, visto che buona parte di queste riguardano un identico nuovo ingrediente, i fitosteroli, aggiunto a diversi alimenti (es. margarina, yogurt, riso, pane). La Commissione ha quindi proposto le nuove regole, con l’obiettivo di offrire nuovi stimoli alla produzione di alimenti che spesso potrebbero qualificarsi come “strumenti” di salute.
Il Parlamento si è dato da fare per semplificare le procedure e tutelare i diritti di proprietà industriale legati alla ricerca.
Ma il clima da “caccia alle streghe” sembra avere avuto la meglio. Si è infatti deciso di imporre il monitoraggio e la revisione quinquennale delle autorizzazioni concesse; di etichettare gli alimenti realizzati per mezzo nanotecnologie (senza preoccuparsi di disciplinare l’impiego di queste tecnologie nel settore alimentare) e si è introdotta una definizione di animali clonati (anche se non esistono regole europee sull’argomento). Gli eurodeputati avevano addirittura discusso l’opportunità, poi messa da parte, di informare i consumatori quando i prodotti di origine animale provengano da animali nutriti con mangimi Ogm.
Il Parlamento è sovrano e merita particolare rispetto poiché riflette gli umori dei cittadini, eppur ci si chiede: perché
tanta diffidenza quando si ha a che fare con gli alimenti? Se gli stessi timori avessero riguardato altre tecnologie, saremmo ancora alle prese col telegrafo e il calesse…
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Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade