Cereali da colazione assortiti: palline, corn flakes, muesli, granola

Si chiamano cibi fortificati, si legge business. La moda, in vigore da moltissimi anni in Nordamerica, di aggiungere micronutrienti funzionali ai cibi e alle bevande e di vantarne le proprietà benefiche, quando non terapeutiche, si sta espandendo anche in Europa. Le grandi multinazionali del cibo stanno aumentando il numero di prodotti arricchiti per esempio con vitamine, sali, proteine, aminoacidi, fibre e altro ancora, in risposta a una domanda anch’essa in crescita. Tra i fattori che stanno spingendo l’incremento delle vendite ci sarebbero la maggiore attenzione posta a ciò che si mangia dalla pandemia in poi, e i richiami continui alla salute del microbiota, che le aziende promuovono, come ha ricordato il sito Food Navigator, con una quantità crescente di prodotti dedicati.

Ma la supplementazione, di cui le persone che vivano nei paesi sviluppati non hanno alcun bisogno, a meno che non soffrano di specifiche malattie o che non abbiano una dieta molto sbilanciata, è sempre a rischio zero per la salute? Assumere quantità indefinite di certe vitamine o minerali non comporta mai pericoli di sovradosaggio, di accumulo e di interferenze biologiche con l’organismo o, per esempio, con i farmaci?

Lo studio sui cibi fortificati

A queste domande cerca di fornire una risposta uno studio giapponese, dell’Università di Tokyo, pubblicato su BMC Nutrition, nel quale circa 400 persone di età compresa tra i 20 e i 69 anni sono state invitate a registrare tutto ciò che mangiavano e bevevano per quattro giorni consecutivi, compresi cibi fortificati e integratori.

cereali per la prima colazione
Tra i primi cibi fortificati in Italia ricordiamo i cereali per la prima colazione

L’analisi di quanto annotato ha mostrato, innanzitutto, che uno su tre ha aveva assunto bevande o cibi fortificati o integratori almeno una volta nei quattro giorni: un numero che rende l’idea della diffusione di questi prodotti. Analizzando poi la percentuale dei 25 nutrienti, nessun alimento o drink ha superato il 4% del totale di quelli consumati dal singolo partecipante, e nessun supplemento il 21%, a dimostrazione del fatto che la grande eterogeneità dell’offerta si traduce anche in una grande variabilità nelle scelte.

Benefici e sovradosaggio

Com’era ovvio aspettarsi, poi, chi ha fatto uso di supplementi o prodotti rinforzati ha soddisfatto più spesso di chi non ne ha fatto uso i livelli minimi di nutrienti (o Estimated Average Requirements o EAR) ma, al tempo stesso, nel 2% dei casi ha assunto una dose eccessiva (al di sopra della dose massima tollerabile o Tolerable Upper Intake Level UL) di vitamina B6. Come hanno commentato gli autori, anche non sembrano esserci rischi gravi, c’è però il rischio di sovradosaggio la vitamina B6, che può comportare sintomi ed effetti indesiderati.

Come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, i quantitativi massimi giornalieri variano con l’età (da 0,4 milligrammi alla nascita fino ai due milligrammi in allattamento, essendo la media di un adulto circa 1,3 mg al giorno); un eccesso può causare dolori alle terminazioni nervose e allo stomaco, lesioni cutanee, perdita di controllo motorio, nausea, fotosensibilità e altro. Ma soprattutto, si legge nel sito “Poiché la vitamina B6 è presente in molti alimenti, la sua carenza si verifica solo in caso di grave malnutrizione.”

Un futuro roseo (dal punto di vista commerciale)

L’efficacia è quindi inesistente, e i rischi sono bassi. Ma non nulli. E, secondo Food Navigator (https://www.foodnavigator.com/Article/2024/11/19/Is-fortification-damaging-to-health/), non rallenteranno la corsa degli alimenti e delle bevande fortificate né, tantomeno, quella dei supplementi. Si stima che il mercato globale degli alimenti “fortificati” si aggiri attorno ai 218 miliardi di dollari, e sia destinato a toccare il mezzo trilione di dollari entro il 2028.

E infatti negli ultimi anni la Coca Cola ha arricchito la sua linea di acque addizionate di sali e altro Vitaminwater con due nuovi prodotti, mentre in Italia è San Benedetto a mostrarsi più convinta di trovare nuovi mercati, con la sua Skincare e soprattutto con la linea Aquavitamin, che contiene anche vitamina B6.

Anche altri marchi come Levissima propongono ormai acque vitaminizzate (https://www.sanpellegrino-corporate.it/it/news-da-scoprire/nasce-levissima-piu-purezza-montagna-aggiunta-sali-minerali), mentre gli alimenti con aggiunte di qualcosa non si contano, e sono in continuo aumento anche da noi, come pure i supplementi.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

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