I supplementi multivitaminici in forma di caramelle gommose stanno prendendo piede anche in Italia, ma probabilmente sarebbe meglio continuare ad assumere le vitamine che mancano nei formati più tradizionali, che assicurano dosaggi e durata in modo più certo. Per non dire che, come hanno più volte sottolineato studi autorevoli e linee guida degli ultimi anni, sarebbe meglio non assumere supplementi se non in caso di acclarata necessità, e prendere le vitamine e i micronutrienti laddove si trovano in natura: soprattutto in frutta e verdura freschi.
Il sito americano indipendente ConsumerLab.com, aggiornando un’indagine pubblicata nel 2017, effettuata su 50 tra i prodotti più venduti (tra i quali anche il Multicentrum e altri di grandi aziende farmaceutiche), alcuni dei quali gommosi (che ormai rappresentano ormai l’80% del mercato a stelle e strisce), ribadisce quanto scoperto allora: spesso la concentrazione di vitamine non è quella indicata (è superiore o inferiore), e la formulazione gommosa implica ulteriori limiti e problemi.
Nel dettaglio, l’analisi ha rivelato problemi nel 46% dei prodotti, e in particolare in 12 di essi, che contenevano molto meno (fino al 24%) o molto più (fino al 157%) del quantitativo dichiarato di vitamina A e D, acido folico e calcio. Inoltre, molti supplementi avevano dosaggi ritenuti pericolosi per alcune vitamine (il beta carotene e la vitamine E sono considerati cancerogeni, quando assunti cronicamente in dosi superiori ai limiti consigliati). Oltre a ciò, le compresse spesso avevano tempi di dissoluzione superiori a quanto dichiarato: in un caso pari addirittura a tre ore, ovvero cinque volte il tempo previsto, fatto che può compromettere l’assorbimento e dare origine a impreviste interazioni con altri farmaci assunti. Ma il dato peggiore è quello delle gommose: l’80% dei campioni non ha superato i test di conformità.
La gomma tende a favorire la degradazione delle vitamine. Per evitare che la quantità ingerita sia inferiore a quella dichiarata, alcune aziende hanno iniziato a spruzzare sulla superficie esterna della caramella, ma questo comporta il rischio di sovradosaggio e la perdita di principio attivo. Inoltre la gomma risulta incompatibile con il ferro, perché conferiresce un sapore metallico, ma proprio il ferro è uno degli elementi più ricercati, soprattutto da parte di alcune categorie come le donne incinte, che spesso necessitano di una supplementazione e così rischiano di non averla.
Infine, le caramelle sono quasi sempre ricoperte di zucchero (quelle per bambini, per esempio, ne possono avere fino a 1,8-2 grammi ciascuna), e questo può essere un apporto non trascurabile, soprattutto quando si è già in sovrappeso.
Il quadro conferma quanto emerso negli ultimi anni, e ribadito in una revisione del 2012, dove si dimostrava che non si riscontrano alcun effetto sulla mortalità se si assumono supplementi con regolarità. In altre parole i supplementi non fanno niente di buono e spesso fanno male… a meno che non ci siano carenze accertate con specifici esami e consigli del medico. Quello studio è stato ripreso dalla US Preventive Services Task Force, che ha sconsigliato l’assunzione di vitamine, perché non ci sono prove che possa avere effetti benefici e perché beta carotene e vitamina E, se in eccesso, possono avere molti effetti negativi.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Giornalista scientifica
Ottima segnalazione, molto utile soprattutto per chi si fida di marchi più importanti, sa come integrare (ove necessario) e non fa affidamento alle caramelle gommose se ha carenze di ferro.
Dispiace il titolo “multivitaminici no grazie” basato su un indagine con solo 50 prodotti (non solo multivitaminici e non tra i più venduti in America, credetemi) dove sono anche incluse le caramelle gommose dei Flintstones e i multivitaminici per cani.
Un po’ come dire “macchine da corsa no grazie” basandosi su un indagine che non comprende le ferrari e dove sono incluse le macchine da luna park e le carrozze a cavallo.
Probabilmente il titolo è riferibile al concetto più generale, che si ritrova nella parte finale dell’articolo, e non strettamente ai risultati del test: infatti il principio è che gli integratori (in persone con alimentazione normale) non vanno MAI presi, lasciandoli ai casi in cui siano accertate carenze, che poi di solito sono legate a patologie. Credo che il rischio maggiore, dosaggi a parte, sia infatti l’assunzione costante immotivata di questi prodotti, col rischio di sovradosaggi ed accumuli
ps questa cosa del beta carotene e Vitamina E non la sapevo. La Vitamina E come il Gliphosato… 🙂
Come una semplice frase può condizionare un’opinione.
“ps questa cosa del beta carotene e Vitamina E non la sapevo. La Vitamina E come il Gliphosato”
purtroppo Osvaldo hai tratto conclusioni affrettate.
Sul beta-carotene in dosi massicce (impossibili da raggiungere con integratori di origine naturale) e la vitamina-e non mi risultano correlazioni (almeno dal mio punto di vista dopo una ricerca scientifica) che li definiscono CANCEROGENI. Se Agnese Codignola può fornirci bibliografia a riguardo sarebbe molto ben accetta.
La discussione richiederebbe molto spazio, ma è certo che la vitamina E (termine che racchiude diverse forme, ognuna delle quali associata a caratteristiche diverse) è una sostanza delicata, e che un’assunzione eccessiva e cronica in forma di supplemento aumenta il rischio di cancro alla prostata in maschi sani, come emerso dallo studio SELECT (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4169010/); anche su altre forme tumorali sono stati avanzati dubbi molto fondati.
E’ sempre bene tenere presente che le vitamine liposolubili come la E, la D e la A non se ne vanno dall’organismo come fanno le idrosolubili come la C ma si accumulano, e che tale accumulo può avere effetti molto significativi sulla salute
sig Matteo, premesso che nel citarmi ha omesso lo smile del sorriso, che significa una battuta,
nel merito io ho i miei “riferimenti scientifici”, per cui quando leggo qualcosa su questo sito o altri di mia fiducia, dò per scontato che sia vero, FINO A PROVA CONTRARIA. Non come sui siti di fake news (la maggioranza sul web, pare che la stupidità attiri), in cui fino a prova contraria dò per scontato che siano bugie…
ps – la sua affermazione “Sul beta-carotene in dosi massicce (impossibili da raggiungere con integratori di origine naturale)” non mi appare scientificamente corretta: per quale motivo sarebbe impossibile? Non è possibile la “concentrazione” di un prodotto naturale? Esistono ad esempio gli olii essenziali, che sono proprio dei concentrati dei prodotti da cui derivano. Comunque, io mangio le carote, semmai, e nessun integratore
Le caramelle gommose sono un’ aberrazione ovvio, ma non so se farei paralleli tra gli integratori americani e quelli in vendita in Italia. Per quelli americani è normale listare tra i componenti contenuti valori anche di 50 volte superiori alle dosi minime raccomandate ( che ricordo, indicano in genere la quantità minima necessaria per evitare l’insorgere di specifiche malattie, es. 100mg di vitamina c/giorno per lo scorbuto) , cosa che non ho mai visto negli integratori da supermercato italiani.
E per esempio semplicissimo trovare integratori con il 6000% di vitamina E.
E concordo sarebbe sensato usare integrazione solo in casi di effettiva e verificata necessità, ma chi fa esami del sangue completi periodicamente per tenere i valori sotto controllo? Nessuno. Ma considerando certe abitudini alimentari sarei portato a credere che in molti abbiano livelli non conformi.
Quindi, nel dubbio, non vedo nulla di male negli integratori light con valori accettabili delle varie sostanze.
E un discorso comunque complesso, io personalmente ho anche qualche dubbio sul fatto che tutte le sostanze contenute negli integratori vengano effettivamente assorbite, non mi stupirei se in qualche caso alcune sostanze avessero bio disponibilità pari a 0 a causa del formato/sostanza chimica scelti.