Giovane coppia seduta sul pavimento di un supermercato mangia snack e patatine; concept: junk food, cibo spazzatura

Quanto spende Big Food per ostacolare l’introduzione delle tasse sullo zucchero? E quanto investono le grandi multinazionali del cibo per produrre studi scientifici a proprio favore? Nella maggior parte dei casi la risposta è “non lo sappiamo”. Come rivela il Food and Agriculture Corporate Transparency (Fact) Index dell’organizzazione no profit Feed the Truth, le maggiori aziende agroalimentari al mondo non brillano certo per trasparenza nelle loro attività di lobbismo, finanziamento politico e scientifico.

A finire sotto la lente di ingrandimento dell’associazione sono state le 10 multinazionali agroalimentari più grandi al mondo: i colossi delle materie prime ADM, Bunge e Cargill, le Big Food Coca-Cola, Mars, Nestle, PepsiCo e Unilever, e le multinazionali della carne Jbs e Tyson Foods. Per ciascuna di esse sono state considerate quattro categorie di investimenti: finanziamento diretto a campagne politiche ed elettorali; attività di lobbying su governi e istituzioni per influenzarne le decisioni; ricerca scientifica, per supportare l’adozione di regolamentazioni ad esse favorevoli; e donazioni ad associazioni, con l’obiettivo di influenzare potenziali voci critiche e migliorare la propria immagine. Ad ogni azienda, quindi, è stato attribuito un punteggio totale da uno a cento, come indice del livello globale di trasparenza.

L’indice di trasparenza delle multinazionali del cibo di Feed the Truth (clicca sull’immagine per ingrandire)

Multinazionali e trasparenza: i risultati

Il risultato è decisamente desolante: nessuna multinazionale raggiunge la sufficienza, e il livello generale di trasparenza politica è giudicato “basso in maniera allarmante” dall’organizzazione stessa. La migliore, ben lontana dalla sufficienza, è Coca-Cola con i suoi 39 punti, seguita da PepsiCo con 26 e Mars con 24. In quarta posizione si trova Unilever (20 punti), mentre Nestlé è solo sesta. Ultime sono Bunge e Tyson Foods che totalizzano appena 2 e 3 punti, rispettivamente.

La maggior parte delle aziende hanno divulgato, almeno parzialmente, informazioni sui propri finanziamenti politici ed elettorali. In questo senso le migliori sono Mars, Coca-Cola e Unilever che hanno ottenuto rispettivamente 20, 19 e 18 punti su un massimo di 48 nella categoria: anche per queste aziende quindi c’è un ampio margine di miglioramento. I peggiori sono invece Bunge e Tyson Food che non rendono pubblica nessuna informazione. Una situazione simile si osserva anche analizzando le attività di lobbismo.

È molto basso, invece, il livello di trasparenza per quanto riguarda l’investimento in ricerca scientifica. Pepsi, Unilever, l’azienda trasformatrice ADM, il colosso della carne Jbs, Tyson Foods, Bunge e Mars non pubblicano nessuna informazione sulle loro attività di finanziamento scientifico. In questo campo la multinazionale migliore è risultata Nestlé, che ha ottenuto 8 punti sui 16 disponibili. Solo altre tre aziende Coca-Cola, Cargill e Tyson Foods divulgano qualche informazione sugli investimenti in ricerca.

È fondamentale che il pubblico, figuriamoci gli investitori, sappia come Big Food usa le attività di lobbismo, le donazione alle campagne politiche, la scienza finanziata dalle aziende e gruppi di facciata per prendere decisioni su qualsiasi cosa, da come il cibo è prodotto a cosa mangiano i nostri figli a scuola” commenta Lucy Martinez Sullivan, direttrice esecutiva dell’associazione Feed the Truth.

© Riproduzione riservata Foto e video: stock.adobe.com, Feed the Truth

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

5 1 vota
Vota
2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Claudio
Claudio
3 Agosto 2021 12:03

Non si sa nulla sui finanziamenti, trasparenza zero, ma negli studi sulla fiducia dichiarano di non avere conflitto di interessi.

gianni
gianni
3 Agosto 2021 21:49

Non solo le multinazionali sono colpevolmente opache, abbiamo appena commentato lo spreco di soldi pubblici e di fiducia nelle istituzioni regolatorie evidenziate dallo studio sugli zuccheri effettuato dall’ EFSA.
Quindi se coloro che controllano mancano completamente alle loro responsabilità che dire di più, si salvi chi ha la forza di capire e agire di conseguenza, in attesa di qualche deus ex machina.