Anche negli Usa l’integratore Multicentrum fa pubblicità ingannevole. Il Center for the Science in the Public Interest (CSPI) ha avviato una nuova battaglia contro gli integratori e, in particolare, conto le diciture pubblicitarie di Centrum, la versione americana dell’integratore Multicentrum italiano, prodotto e venduto dalla Pfizer (società che circa tre anni fa ha acquistato l’azienda produttrice di allora, la Weth).

Dopo aver minacciato di intraprendere un’azione legale, il CSPI  ha ottenuto dall’azienda una radicale retromarcia sulla pubblicità utilizzata per promuovere le  formulazioni Ultra Women’s e Silver Women’s. Le diciture abbinate agli integratori attribuivano al prodotto la possibilità di  “favorire la salute del seno” e vantavano effetti benefici sulla salute dell’intestino colon.

Il CSPI aveva invitato la Pfizer a modificare i claims, perché suggerivano l’esistenza di una certa efficacia nei confronti dei tumori di mammella e dell’intestino colon e retto, effetto peraltro mai dimostrato con chiarezza. Inizialmente l’azienda aveva provato a sostenere che il ruolo protettivo era dato dalla vitamina D, ma poiché gli studi su questo tipo di azione benefica sono ancora molto controversi, alla fine ha preferito cedere. L’accordo prevede che entro sei mesi siano rimosse le scritte dalle confezioni, mentre per le diciture sul sito e nella pubblicità l’azienda ha solo 30 giorni di tempo.

La stessa cosa è avvenuta per altre supposte virtù dell’integratore Centrum. Pfizer si è impegnata a scrivere che, anche se può “favorire la salute del cuore”, non può in alcun modo esercitare un effetto sostitutivo rispetto ai farmaci che abbassano il colesterolo, oltre a  specificare che, anche se “dà energia”, non fornisce un’immediata carica energetica ma si limita a supportare il metabolismo dell’organismo.

Non è la prima volta che il CSPI si occupa di supplementi, né che la pubblicità del Multicentrum viene censurata come ingannevole. Nel 2009 il CSPI ha ottenuto da Bayer la modifica della pubblicità e delle diciture  di One A, un integratore destinato agli uomini a base di selenio. Le frasi censurate  suggerivano un effetto protettivo nei confronti del carcinoma della prostata. Ancora prima il CSPI  nel 2008, aveva ottenuto un rimborso di ben 12 milioni di dollari da destinare ai consumatori per risarcirli da un altro inganno relativo al supplemento, chiamato Airborne, a cui si attribuivano  proprietà contro il raffreddore.

Quanto al Centrum,va ricordato che nel 2006 anche la versione italiana è stata oggetto di censura da parte dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato e ha dovuto pagare unamulta di oltre 36.000 euro. In quel caso le diciture di  “Multicentrum Integratore Multivitaminico” e “Multicentrum Select 50+” vantavano improbabili effetti positivi sulla vista, grazie alla presenza di luteina. La sentenza è stata redatta sulla base di studi condotti dallo stesso INRAN (che oggi il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha annunciato di avere soppresso)  in cui si dimostrava che la quantità di luteina presente era insufficiente a garantire ogni effetto.

Poiché quella degli integratori è una battaglia senza fine, che vede le aziende  proporre al pubblico prodotti dalle più disparate e mai comprovate virtù, l’Autorità si era sentita in dovere di precisare che: “…non risulta dimostrata l’esistenza di una generale carenza di minerali e vitamine nella popolazione, tale da giustificare un’assunzione generalizzata di integratori. Non è quindi corretto prospettare ai consumatori la necessità di assumere vitamine in maniera indifferenziata e continuativa…”.

Lodevole l’INRAN che in tutti questi anni ha promosso il consumo di frutta e verdura fresche, le sole con un mix non ripetibile di elementi preziosi, che possono davvero assicurare effetti benefici sulla salute.

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