L’accusa è quella di “Biopirateria”. Mossa dall’India verso la società Monsanto, accusata di prelevare piante indiane per sviluppare versioni geneticamente modificate, senza però interpellare lo Stato e la popolazione, unici detentori del patrimonio di biodiversità nazionale.

Nonostante la posizione chiaramente pro-ogm dell’India, problemi erano già stati evidenziati nello scorso febbraio quando lo Stato aveva sollevato perplessità circa la sicurezza alimentare delle melanzane transgeniche. L’accusa è chiara: “aver sfruttato e utilizzato delle varietà locali di melanzana senza precedente autorizzazione delle autorità competenti”.

Altrettanto chiara è la legge indiana in materia: l’India’s Biological Diversity Act del 2002 vieta l’utilizzo di risorse locali senza l’approvazione della Nba (la National Biodiversity Authority), e la Convenzione sulla diversità biologica (Cbd) è nata nel 1992 per garantire “la conservazione della diversità biologica, l’uso sostenibile delle sue componenti e la giusta ed equa divisione dei benefici dell’utilizzo di queste risorse genetiche attraverso un giusto accesso a tali risorse ed un appropriato trasferimento delle tecnologie necessarie”.

La legge dispone inoltre, che qualora la biodiversità rappresenti uno strumento di sfruttamento a livello commerciale, “questo è considerato legale a patto che i benefici e i proventi siano equamente suddivisi anche con la comunità locale”.

La Monsanto e il suo partner indiano Mahyco, che si sono associate a diverse università indiane per svolgere il proprio lavoro, contestano le accuse, e le università sostengono di avere  i permessi necessari.  Una questione molto intricata in cui sfociano addirittura questioni di tipo religioso ed etico. Nella cultura indiana la melanzana, oltre ad essere un alimento molto diffuso tra la popolazione,  rappresenta infatti un’offerta votiva per taluni Dei indiani e la versione Ogm è vista dagli abitanti come “impura”.

Non da ultimo la questione etica: diverse associazioni tra cui Navdanya Internationa (associazione a difesa dell’ambiente e della biodiversità) avevano, in passato,  più volte attribuito le responsabilità delle colture OGM a centinaia di suicidi tra contadini che, attratti da promesse di cospicui rendimenti, avevano trasformato le proprie colture tradizionali in colture OGM. 

Per fare questo hanno dovuto chiedere ingenti prestiti che solo in pochi casi sono riusciti a saldare. Secondo un rapporto del Center for Human Rights and Global Justice (Chrgj), pur di non lasciare le proprie terre in mano alle banche dal 1995 ad oggi sono molti i lavoratori della terra che si sono suicidati.

Per Slow Food  la questione è rilevante: “Essendo una delle nazioni con più agrobiodiversità del pianeta, l’India è diventata il bersaglio preferito delle compagnie del biotech come Monsanto e Cargill. Queste multinazionali stanno facendo mambassa di piante, le cui caratteristiche uniche sono state selezionate e sviluppate nell’arco di migliaia di anni dai contadini locali, modificandone l’impianto genetico e vendendole con il loro brevetto.

Porre un freno agli ogm potrebbe migliorare anche le condizioni degli agricoltori indiani che per inseguire la coltura del cotone geneticamente modificato – attualmente autorizzato in India – hanno ben presto risentito del costo troppo elevato dei semi che sono obbligati a ricomprare ogni anno perché geneticamente programmati per non durare più di un raccolto”.

Anche per questo la causa dell’India alla Monsanto è importante e potrebbe dare un segnale significativo al settore.

Luca Foltran

 

FONTE : http://www.theecologist.org/News/news_analysis/1087730/how_india_squared_up_to_monsantos_biopiracy.html

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Luca
Luca
25 Ottobre 2011 15:29

Sinceramente non mi aspettavo di trovare su questo sito una raccolta di leggende metropolitane come questa (suicidi, sterilità), quando da fonti ben referenziate si scopre appunto che sono solo leggende metropolitane (un’ottima raccolta la troviamo a http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/06/27/ogm-una-panoramica/ ). Il parere di slow food sull’argomento è poi un parere ricco di pregiudizi che nascono dal prendere per vere queste affermazioni

Foltran Luca
Foltran Luca
29 Ottobre 2011 07:50

Buongiorno, l’articolo che Lei cita, come decine di altri presenti in rete, appaiono come campagne pro-ogm a prescindere da dati concreti, pareri scientifici, leggi in vigore.
Le consiglio di guardare su youtube un pò di testimonianze dirette provenienti dall’India ma soprattutto questo dossier,molto ben articolato: THE GMO EMPEROR
HAS NO CLOTHES
A Global Citizens Report
on the State of GMOs –
False Promises, Failed Technologies
firmato da una quindicina di organizzazioni internazionali da diverse parti del mondo(Stati Uniti, Svizzera, Austria, Giappone [..])
http://www.slowfood.it/sloweb/C2745172190d3227A6Wv8F2C5A70/limperatore-%C3%A8-nudo-ogm-false-promesse-fallaci-tecnologie

Luca
Luca
29 Ottobre 2011 17:10

Buongiorno a Lei. Prima di tutto non vedo la mancanza di dati, pareri e leggi, dato che ogni articolo riportato in quella pagina ha la sua bibliografia. Se la pagina che ho citato io è una pagine pro-OGM, quella che ha citato Lei è anti-OGM. La differenza, per me significativa, è che quella da Lei citata riporta un report autoreferenziato (ovvero, a beneficio di chi legge questa pagina e non è abituato a leggere articoli scientifici, le fonti citate nel report si riferiscono ai siti di chi ha sostenuto la creazione del report) mentre se guardiamo ad esempio http://www.ifpri.org/sites/default/files/pubs/pubs/dp/ifpridp00808.pdf , che tratta dei suicidi, è chiaro vedere che la bibliografia punta fuori dalla committenza. Per la sterilità basta poi un attimo di ragionamento (per trasparenza riporto che è un ragionamento riportato più volte da Bressanini, ma come ripeto basta il semplice ragionamento) per valutare che se gli ogm fossero sterili non ci sarebbero i tanto paventati rischi di contaminazione

Foltran Luca
Foltran Luca
30 Ottobre 2011 12:43

Mi perdoni, in questa sede cerco di parlare di fatti concreti: azioni giudiziarie mosse contro un’azienda, leggi in vigore, testimonianze dirette.
Ad entrare nello specifico sulla veridicità ed attendibilità dei vari pareri scientifici pro e contro-ogm saranno appunto gli organi preposti a farlo. Vi è una tale ricchezza di opinioni e studi che sarà arduo districarvisi (un pò come per il Bisfenolo A, dove sembra non vi sia ancora una linea definitiva ma in continua evoluzione, tra leggi, decisioni e successive smentite). Non parlo neanche di sterilità, come potrà notare, magari rileggendo l’articolo.
E la Corte Europea, organo super partes suppongo, ha dato recentemente forti segnali in merito.
http://www.ilfattoalimentare.it/miele-ogm-corte-europea-verdi-rischi-salute.html?searched=mais&advsearch=oneword&highlight=ajaxSearch_highlight+ajaxSearch_highlight1
Staremo a vedere come si evolverà la vicenda.

Luca
Luca
2 Novembre 2011 15:50

Ho appunto riletto l’articolo e ritrovato "Porre un freno agli ogm potrebbe migliorare anche le condizioni degli agricoltori indiani che per inseguire la coltura del cotone geneticamente modificato â

Diego
Diego
4 Novembre 2011 07:53

Chiunque scriva un articolo di carattere scientifico ha il dovere di informarsi prima sulla materia attinente il tema dell’articolo stesso, per evitare figure barbine. I semi provenienti da piante ibride (F1) non sono geneticamente programmati per durare un solo raccolto, sono fertili come tutti gli altri semi del mondo, ma per effetto delle leggi della genetica perdono le caratteristiche ricercate dagli agricoltori, che per questo motivo acquistano ogni anno i semi necessari per la nuova annata, Inoltre le sementi certificate per la loro germinabilità garantita, l’assenza di semi indesiderati garantiscono a parità di tutti i fattori una produzione maggiore che ripaga ampiamente il costo necessario per il loro acquisto. L’utilizzo di sementi certificate è uno dei capisaldi delle tecniche agronomiche è così difficile da capire? Leggo con piacere e per lavoro il Fattoalimentare e simili passi falsi potrebbero essere evitati con un po’ più di attenzione, inoltre allargare il discorso, introducendo nuove argomentazioni come la sentenza della Corte Europea, è un modo di svicolare dal nocciolo della questione.
Saluto cordialmente Diego Leva Agronomo

Foltran Luca
Foltran Luca
4 Novembre 2011 20:52

Buongiorno Dottor Diego Leva, La ringrazio per lâ

Diego
Diego
5 Novembre 2011 09:17

Gent.mo Forlan, sono un Agronomo con 20 anni di professione alle spalle, passate interamente "sul campo" ed ho acquisito un modo di fare forse un po’ diretto e brusco, ma Le assicuro abbastanza efficace, quindi Le contesto l’articolo sia per quanto riguarda il contenuto che per come è stato esposto. Mi spiego meglio, un articolo scientifico ha come faro la correttezza di quanto esposto e non ci si può trincerare dietro la scusa di riportare un’opinione, se come giornalista scientifico mi viene raccontata una balla, riportarla mi trasforma in un megafono delle fesserie altrui o peggio in un portavoce, Le ricordo l’esempio di Piero Angela che rifiutò di concedere la parola ad una associazione di Omeopati, fu denunciato per questo e … vinse la causa.
Torniamo ai nostri semi, non mi lascerò trascinare in una gara a chi linka più roba, Le ricordo solo un testo di Agronomia scritto dal Bonciarelli sul quale si sono formate intere classi di Agronomi e Le assicuro che la qualità della formazione universitaria in Italia è ancora ad un livello più che soddisfacente, lì troverà tutte le informazioni sufficienti ad evitare futuri scivoloni, se non bastasse potrei accompagnarLa per delle aziende agricole e vedere come queste tutti gli anni acquistano le sementi anche quando in teoria se ne potrebbe fare a meno come per il grano, sono stupidi? servi delle multinazionali? no si fanno i conti sulle punte delle dita, quelli che vorgalmente chiamiamo "conti delle serva" e Le assicuro che funzionano. Vandana Shiva è una dolce signora avvolta nel suo sari rosso che gira il mondo a spese di creduloni, ma davanti ad una commissione per esami di Agronomia, oltre che a suscitare l’ilarità della stessa, uscirebbe con una bella R rossa sul libretto e adesso ricordando i miei passati di latinista al Liceo mi rivolgo alla Signora Vandana: Sutor ne ultra crepidam.
Signor Forlan La ringrazio di avermi dato la possibilità di evadere dal torpore del fine settimana, continuerò a leggerLa quando ci sarà l’occasione senza pregiudizi o riserve mentali. Cordialmente Diego Leva