rfcx-edge-audiomoth wwf biodiversità

Nel 2021, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) ha ricordato a tutti che, nel suo insieme, il sistema globale di produzione di cibo è il principale responsabile della perdita di biodiversità. L’agricoltura, in particolare, costituisce una minaccia per l’86% delle 28mila specie a rischio estinzione. Non solo. L’80% della deforestazione, il 60% dell’utilizzo di acqua e il 23% delle emissioni di gas serra sono riconducibili direttamente a pratiche agricole. E l’umanità ha circa dieci anni per imprimere una drastica svolta alla situazione attuale ed evitare la sesta estinzione di massa: se non lo farà, secondo la COP15 delle Nazioni Unite, nella seconda metà del secolo il 40% delle specie attuali non esisteranno più.

In questo scenario il WWF Italia, insieme all’organizzazione per la tutela della biodiversità e delle foreste Rainforest Connection (RFCx) e all’azienda cinese Huawei, ha lanciato un grande programma che si estende su tutto il territorio nazionale, chiamato Nature Guardians, giunto al suo secondo anno. Lo scopo del progetto è censire e confrontare appunto la biodiversità nelle aree coltivate con metodi biologici all’interno delle oasi del WWF con quella delle aree adiacenti, coltivate con sistemi tradizionali, per verificare l’impatto delle due tecniche sulla perdita di specie. Molto interessante la metodologia, da tempo sperimentata e utilizzata da Rainforest Connection: il rilevamento acustico. In otto oasi del WWF (Bosco di Vanzago, Lago di Preola e Gorghi Tondi, Ghirardi, Ripabianca di Jesi, Calanchi di Atri, Valle dello Sporeggio, Lago di Penne, Monte Sant’Elia) saranno infatti piazzati 24 dispositivi chiamati RFCx Edge Audiomoth, che rimarranno in sede per 12 mesi, registrando tutti i suoni circostanti e inviando i dati al cloud di Huawei che, a sua volta, li trasmetterà a Rainforest Connection affinché li elabori con il suo programma Arbimon, specificamente ideato per distinguere i suoni degli animali.

dispositivo di rilevamento acustico nell'oasi WWF del Bosco di Vanzago
I dispositivi chiamati RFCx Edge Audiomoth registrano tutti i suoni circostanti

Come aveva già intuito Rachel Carson nel suo libro del 1962, Primavera silenziosa, dalla variazione dell’ecosistema acustico si può capire lo stato di salute della biodiversità di una zona, ma nessuna rilevazione manuale potrebbe fornire così tanti dati per un periodo di tempo così lungo. Da qui l’idea di posizionare i dispositivi, che sono contenuti in piccole buste trasparenti, su meli, ulivi, vigne e alberi di agrumi, nei campi di grano e in altri terreni adibiti alla coltivazione, per capire se e quali differenze ci siano tra i sistemi biologici e quelli tradizionali. Una prima parte del progetto, iniziato nel 2021, è già stata portata a termine nella laguna di Orbetello, nel lago di Burano e nel cratere di Astroni, con 45 dispositivi attivi. In quel caso, però, non c’era il confronto. Piuttosto, si voleva studiare la biodiversità e rilevare eventuali attività illegali. Il risultato è stata l’identificazione di 49 specie di uccelli e mammiferi, e la segnalazione di oltre 2mila episodi potenzialmente illegali, tra i quali l’attività di bracconaggio. Il monitoraggio ha poi portato a 30 ispezioni sul campo delle autorità, con un caso di sequestro e distruzione delle armi dei bracconieri effettuata dalla polizia di stato insieme al WWF.

© Riproduzione riservata Foto: WWF Italia

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Daniela
Daniela
22 Gennaio 2023 18:20

Mi sembra un’ottima idea. Per poter portare dei fatti a sostegno dell’agricoltura biologica.