I rifiuti di plastica vengono continuamente scaricati negli oceani dove si frammentano in piccole particelle chiamate microplastiche (MP) che entrano nella rete alimentare e rappresentano un rischio per i consumatori. Le microplastiche (MP; gamma di dimensioni, 0,1-5000 μm) e le nanoplastiche (NP; dimensioni <0,1 μm) sono presenti in tutto il mondo nell’ambiente acquatico (Elizalde-Velázquez e Gómez-Oliván, 2021) e il mare Mediterraneo è una delle aree più colpite a livello globale. Uno studio italiano ha scoperto microplastiche e contaminanti del bisfenolo A nei tessuti muscolari di due specie molto presenti nel nostro mare il pesce spada e il tonno rosso.

Lo studio è stato realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, in collaborazione con l’Istituto Veterinario Croato di Spalato e l’Università Politecnica delle Marche. I risultati sono stati recentemente rilanciati da Affidiajounal mentre la fonte scientifica è il Journal of Sea Research.

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I contaminanti sono stati rilevati nei tessuti muscolari dei pesci ovvero nella parte commestibile

Di solito le preoccupazioni dei ricercatori per il consumo di tonno e pesce spada si sono focalizzate sulla contaminazione da mercurio, adesso la situazione è cambiata e questa ricerca aggiunge un altro livello di complessità alla questione, evidenziando la pervasività dell’inquinamento da plastica negli oceani.

La ricerca  indica per la prima volta che i contaminanti sono stati rilevati nei tessuti muscolari dei pesci ovvero nella parte commestibile mentre gli studi precedenti si sono focalizzati sulla presenza di microplastiche nel tratto digestivo dei pesci. Federica Di Giacinto, autrice dello studio, ha spiegato che la ricerca non solo ha scoperto la contaminazione da microplastica, ma ha anche identificato polimeri e additivi utilizzati nella produzione di plastica trovati nel tessuto muscolare identificando varie sostanze microplastiche inferiori a 10 micron come polietilene tereftalato, policarbonato, pigmenti e additivi, tra cui bisfenolo A e acido p-ftalico.

Il bisfenolo A, o BPA, una sostanza comunemente usata nella produzione di prodotti in plastica, è stato trovato sia nel pesce spada che nel tonno rosso. Il BPA è attualmente sotto esame per i potenziali effetti negativi sulla salute umana, in particolare per la sua capacità di interrompere il sistema endocrino. I dati dello studio hanno mostrato che il numero di microplastiche variava da 140 a 270 per chilogrammo nel pesce spada e da 160 a 270 per chilogrammo nel tonno. Il polimero microplastico più frequentemente trovato era il polipropilene, che costituisce il 33-35%.

Le morfologie, i colori, i pigmenti e i polimeri delle MP sono diversi tra le due specie, suggerendo che il tonno è più a contatto con la contaminazione costiera e il pesce spada con tipologie più elevate di MP sia attraverso il trasferimento trofico. I risultati suggeriscono che la contaminazione della plastica nel biota è strettamente correlata all’inquinamento dell’ambiente circostante e al comportamento alimentare.

Lo studio evidenzia il problema dell’inquinamento da plastica nel Mar Mediterraneo, che è gravemente minacciato da microplastiche, polimeri e additivi. Non solo questo inquinamento danneggia la vita marina, ma rappresenta anche un potenziale rischio per la salute  poiché i contaminanti entrano nella catena alimentare.

© Riproduzione riservata. Foto: AdobeStock

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Costantino
Costantino
17 Ottobre 2023 09:28

Sicuramente corretto e doveroso “informare” il grande pubblico.
Però l’assenza, al momento, di qualsiasi dato certo ( sia quantitativo che qualitativo ) che
possa correlare con sicurezza l’inquinamento da microplastiche con danni alla salute umana rischia di suscitare allarme privo di fondamento inducendo comportamenti alimentari anche molto scorretti ( ad esempio ridurre o annullare il consumo di pesce ).
Si rischia di ottenere l’effetto opposto rispetto a quello voluto: diseducazione alimentare.

giova
giova
Reply to  Costantino
19 Ottobre 2023 15:44

@Costantino, per i contaminanti del bisfenolo A esistono sia dati che prove di tossicità. E non credo che le microplastiche siano da equipararsi, per benessere e qualità, a una spremuta d’arance