Contrastare efficacemente gli effetti di un trattamento antibiotico sul microbiota intestinale è possibile, anche con un semplice yogurt, a patto che quest’ultimo contenga un ceppo specifico di Bifidobacterium animalis, denominato lactis BB-12. In base ai risultato di uno studio randomizzato, condotto su una sessantina di volontari dai nutrizionisti dell’Università del Maryland, e pubblicato su Nutrients, infatti, questo tipo di yogurt contrasta efficacemente la disbiosi provocata dagli antibiotici, ripristinando in pochi giorni una situazione di normalità. Nello studio, 42 persone hanno assunto per una settimana un antibiotico composto da amoxicillina e acido clavulanico e sono state invitate a consumare, contemporaneamente, uno yogurt con BB-12 al giorno per 30 giorni, mentre ad altri 20 partecipanti, anch’essi sottoposti a una settimana di trattamento antibiotico, è stato dato un altro yogurt, con ceppi non associati a questo tipo di effetto.
Per capire quali fossero state le conseguenze dei farmaci sul microbiota, i ricercatori hanno misurato la quantità di acidi grassi a catena corta in campioni di feci prelevati in diversi momenti. Il primo è stato prelevato 30 giorni prima dell’inizio di entrambi i trattamenti, poi, dopo un mese di totale sospensione di ogni tipo di probiotico. In particolare è stata quantificata la presenza dell’acido acetico, proveniente da reazioni promosse da specifiche specie batteriche intestinali e considerato cruciale per stabilire se la microflora è in equilibrio o meno. Lo studio ha anche valutato la biodiversità delle specie presenti.
Il risultato è stato che, in entrambi i gruppi, l’antibiotico ha fatto diminuire la concentrazione di acido acetico rilevabile nelle feci e abbassato gli indici di biodiversità intestinale, anche se in misura minore tra chi aveva assunto lo yogurt con BB-12. Inoltre, in chi aveva assunto lo yogurt con BB-12, dopo 30 giorni i valori erano tornati entro i limiti di normalità, mentre dopo l’assunzione dello yogurt di controllo erano rimasti al di sotto di tali limiti. Secondo gli autori, ciò dimostra quanto sia efficace questo ceppo e suggerisce anche, indirettamente, che il timing sia importante. Se infatti si riesce a contrastare l’effetto dell’antibiotico precocemente, prima che gli squilibri siano troppo marcati, è più facile ripristinare la microflora originaria, mentre se l’assunzione dello yogurt è tardiva, la situazione si complica.
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Giornalista scientifica
Mah, uno studio su Nutrients con soli 72 volontari non è che sia proprio una cosa tanto convincente