vertical farming

coltivazione idroponica orto urbanoOgni giorno circa sette milioni di coreani utilizzano la metropolitana di Seoul. E non meno di mille mangiano alla caffetteria della stazione Sangdo insalate e frullati a base di verdure che hanno fatto pochi metri per arrivare sulle loro tavole. Sono infatti fornite dalla Farm8, un’azienda fondata nel 2004 che le produce in uno spazio ricavato a fianco dei tunnel per i treni visibile attraverso un vetro dalla stessa stazione e che ogni giorno produce 30 chilogrammi di verdure, con una resa 40 volte più efficiente rispetto a quella che si avrebbe sulla stessa estensione di terreno in un campo tradizionale. 

Come sottolinea la BBC in un servizio dedicato a questo interessante  esperimento chiamato il Metro Farming. Il merito di un’efficienza così elevata è del sistema idroponico, controllato con un software che somministra esattamente la quantità di acqua e di nutrienti necessari. In più, non essendo necessario alcun tipo di trasporto, ed essendo più che ridotta la necessità di conservazione, questa verdura ha un impatto ambientale prossimo allo zero. C’è di più, dal punto di vista delle emissioni, pesa sono l’energia necessaria per alimentare i led che mantengono la giusta dose di luminosità. 

Plants in hydroponics agricultural farm
Il Metro Farming è la coltivazione in spazi urbani già esistenti e vuoti, spesso sotto terra, abbattendo l’impatto ambientale dovuto a consumo di suolo e trasporti

Negli anni Farm8 ha sviluppato anche un importante settore dedicato alla ricerca e si è specializzata in colture molto delicate come quelle dei germogli, oltre alla coltivazione in serra e alla lavorazione di numerosi tipi di verdure a foglia verde, carote, cavolfiori, peperoni, asparagi, cetrioli, erbe aromatiche e altre ancora.

L’idea di sfruttare gli spazi già esistenti nelle cavità sotterranee delle metropolitane si inserisce in un filone che sta conoscendo diverse declinazioni in vari Paesi del mondo. Questa tendenza coniuga i vantaggi dell’abbattimento dell’impatto ambientale al riutilizzo di edifici vuoti, spesso estesi e non sfruttabili per altri scopi, nonché l’azzeramento o quasi della necessità di fitofarmaci e antiparassitari, tanto che i prodotti sono classificati come biologici.

Anche in Europa si sta cercando di sviluppare il Metro Farming, come fa Zero Carbon Food con il marchio Growing Underground, che sfrutta un vecchio tunnel antiaereo della seconda guerra mondiale sotto la stazione di Clapham Road a Londra. Un altro esempio sono gli Orti Ipogei di Napoli Sotterranea, dove si coltiva basilico e altre piante.

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Cristina
Cristina
29 Agosto 2020 11:50

Buona l’idea degli orti sotterranei ma chiedo: non è che nello spazio di aria chiusa e inquinata dei tunnel della metro, non saranno inquinati anche i vegetali coltivati?

carola
carola
30 Agosto 2020 10:43

Un’ottima idea ma i valori nutritivi? So che ciò che viene coltivato senza raggi solari hanno valore nutrizionale pari allo zero. Qualcuno ne sa qualcosa a riguardo?

gianni
gianni
31 Agosto 2020 12:50

La domanda della sig.ra Carola è quanto mai attuale perchè sempre più verso la coltivazione indoor si stanno rivolgendo gli attori alimentari.
Tralasciamo per il momento il parere dei costruttori di sistemi e lampade.
I consumatori fanno molta fatica a capire le differenze ammesso che la cerchino in molti casi.
I ricercatori non riescono ancora ad esprimere pienamente neanche i danni che la luce artificiale continuata arreca alla salute umana quindi figurarsi se potranno mai esprimersi sugli effetti nei confronti dei vegetali.
Si afferma in giro che le principali caratteristiche dei vegetali a luce artificiale è uguale o addirittura superiore a quelli cresciuti a luce solare, ma i parametri considerati sono pochi, basti pensare che in un qualsiasi frutto ci sono centinaia di molecole diverse di cui in molti casi non si conosce la funzione , però i ricercatori riferiscono i loro giudizi relativamente ad alcuni minerali e alle solite 13 vitamine o poco più e poi per quello che riguarda il sapore ognuno va per se , a me in moltissimi casi piace più l’alimento naturale anche se più bruttino.
Facendo un discorso generale, per me, i vegetali si sono sviluppati con la circadianità e la luce solare e credo che la natura rappresenti il miglior modo possibile di crescer e produrre pur con tutte le variabili possibili e immaginabili.
Tutti i sistemi costruiti in laboratorio rappresentano una copiatura di processi consolidati nei secoli, e tutte le modifiche e “miglioramenti” sono degli esperimenti che devono dimostrare a livello globale e nel medio-lungo periodo il loro valore, sostenibilità e salubrità.