Secondo la ricerca sulle mense scolastiche, condotta da IPSOS per l’Osservatorio Cirfood District “La ristorazione a Scuola: aspettative delle famiglie nel post-Covid ”(1), tre genitori su quattro ritengono che durante il lockdown a causa della didattica a distanza, l’alimentazione dei figli a casa sia stata sovente irregolare, sbilanciata e priva di cibi nutrienti importanti come frutta, verdure e pesce. C’è di più, molte famiglie considerano che in questo periodo quasi un bambino su tre è aumentato di peso. L’assenza del pasto a scuola ha contribuito ad accentuare la difficoltà quotidiana di organizzare il pranzo. In molti casi la cosa ha inciso sull’attività professionale dei genitori, obbligati a interrompere il lavoro per preparare il pranzo ai figli più piccoli (40%) e costringendo molti bambini a pranzare da soli (35%).
Dall’analisi emerge che il 76% dei genitori vede positivamente l’idea della riapertura delle mense scolastiche. Secondo il 90% dei parenti intervistati, il tempo trascorso in mensa con i compagni ha un alto valore aggregativo, in quanto la ristorazione viene associata a una serie di elementi positivi, oltre ad essere un momento di educazione alimentare. Una nota interessante riguarda gli istituti dove non è presente il servizio di refezione scolastica. I parenti in genere sono favorevoli al servizio di ristorazione e ne reclamano l’importanza. L’84% di questo target ritiene la mensa essenziale in caso di tempo pieno e, anche nelle scuole dove il tempo scuola è ridotto, oltre un genitore su due sarebbe interessato a usufruirne.
(1) La ricerca è stata condotta per Cirfood Cooperativa Italiana di Ristorazione attraverso 1080 interviste rivolte a genitori di bambini tra i 6 e i 10 anni fruitori (71%) e non (29%) del servizio mensa scolastica, tramite la rilevazione di follow up con tecnica CAWI (Computer Assisted Web Interview), su panel proprietario IPSOS
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare