Il Regno Unito è stato scelto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per guidare una coalizione di Paesi intenzionata a intraprendere iniziative finalizzate alla riduzione dello zucchero e delle calorie negli alimenti. Parlando il 13 settembre al Comitato regionale dell’Oms per l’Europa, il Chief Medical Officer Chris Whitty, ha annunciato la formazione di questa rete, che opererà con i paesi di tutta l’Europa. La cosa importante da rilevare è che la regione considerata dall’Oms copre circa 50 paesi, con una portata molto più ampia rispetto all’UE. Il Regno Unito metterà a disposizione la pluriennale esperienza adottata per la riduzione dello zucchero e delle calorie dei prodotti, per supportare le iniziative che verranno adottate dagli altri stati. L’intento è lavorare con l’industria alimentare e delle bevande riducendo sia lo zucchero, ma anche i grassi e il sale nei prodotti classificati come Hfss (Hight fat, sugar and salt), contribuendo a contrastare i livelli globali di obesità.
Da anni la politica inglese ha messo a punto una strategia per introdurre programmi in grado di contrastare l’obesità infantile e introdurre restrizioni più severe per prodotti molto calorici. Le nuove regole del Regno Unito impongono restrizioni mediatiche sui prodotti “non salutari”. Le promozioni a volume, come le offerte del tipo paghi uno prendi due, non sono consentite, mentre presto entrerà in vigore il divieto di collocare questi prodotti in posizioni strategiche per favorire le vendite come ad esempio alla fine delle corse dei supermercati o all’ingresso e in prossimità delle casse. Oltre a ciò sono stati fissati limiti per la pubblicità sulle tv digitali.
In un mercato globale in cui molti alimenti sono forniti nei vari Paesi dalle medesime multinazionali, un’azione collettiva rivolta a ridurre zucchero e calorie stimolerà l’industria ad agire in modo più ampio e rapido. Gli Stati che aderiranno al progetto condivideranno le competenze tecniche e le strategie messe a punto dagli inglesi per incoraggiare i produttori a riformulare i prodotti e le bevande. I programmi adottati nel Regno Unito per ridurre lo zucchero e le calorie negli alimenti comunemente consumati dai bambini, hanno fatto registrare buoni progressi. Basta solo ricordare una riduzione dello zucchero pari al 13% nei cereali per la colazione, negli yogurt e nel formaggio fresco.
Una parte di addetti ai lavori però sostiene che i progressi sono stati troppo lenti. Uno studio, condotto dal Nuffield Department of Population Health dell’Università di Oxford, ha valutato i prodotti realizzati dalle prime dieci aziende di alimenti e bevande tra il 2015 e il 2018, riscontrando poche differenze sighificative rispetto agli obiettivi raccomandati. Complessivamente si registra un ‘piccolo aumento’ del numero di prodotti classificati sani: 46% nel 2015 rispetto al 47% del 2018. In aumento anche le vendite considerate salutari, passate dal 44% del 2015 a 51 % nel 2018. I ricercatori hanno però affermato che ciò è in gran parte dovuto agli sforzi di riduzione dello zucchero nella categoria delle bevande analcoliche prima dell’introduzione nel 2018 di una tassa. Lo studio mostra che finora non è stato fatto molto per migliorare la salubrità dei marchi di proprietà delle grandi aziende, ad eccezione delle bevande analcoliche soggette a una tassa che ha incoraggiato la riduzione dei livelli di zucchero. La convinzione è che senza ulteriori azioni politiche e un sistema di monitoraggio e valutazione trasparente, sarà improbabile assistere a cambiamenti significativi.
Il ministro della sanità pubblica inglese, Jo Churchill, ha dichiarato “L’obesità è un problema globale e dobbiamo intraprendere azioni urgenti per aiutare le persone a vivere una vita più sana. Questo inizia con il cibo e le bevande che consumiamo e riducendo gli elementi dannosi per la nostra salute”. La rete dell’OMS per la riduzione dello zucchero e delle calorie verrà lanciata nella primavera del 2022 e l’UE dell’Oms contatterà gli Stati membri invitandoli ad aderire. La regione dell’UE dell’Oms copre circa 50 paesi, il che significa che si estende oltre il quadro d’azione della Commissione europea e avrebbe una portata molto più ampia.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Notizia che interessa però principalmente quei paesi dove il cittadino medio consuma abitualmente chili di ketchup con ogni alimento, si ritrova zucchero nei dressing delle insalate, cucina la carne con rub zuccherati e salsa bbq, al posto di un espresso prendono beveroni con 10 o 20 cucchiaini di zucchero, e sono soliti bere diversi litri al giorno di bevande zuccherate e gassate. Appunto come il Regno Unito ad esempio (e molti altri).
E in quei casi sono prima di tutto lo stile di vita e le profondamente errate abitudini alimentari da rivedere, a mio avviso.
L OMS ha fatto un ottima scelta prediligendo . Il Regno Unito per questa ottimo progetto ..!!! Il Regno Unito difatti sta attuando iniziative all avanduardia volte non solo a salvaguardare la tutela sul benessere degli animali, ma anche volte a tutelare il benessere di un alimentazione più sana per la popolazione Complimenti..
Anche da noi zucchero o dolcificanti vari sono dappertutto. Trovare uno yoghurt naturale o delle fette biscottate senza zuccheri è un’impresa. Ma la cosa peggiore è il pane della grande distribuzione: credi di comprare pane integrale, invece è fatto con farina raffinata, crusca e destrosio. I produttori sanno che prodotti dolcificati sono più morbidi al palato e in apparenza più gustosi, quindi più vendibili, ma dannosi per la salute.
I politici dovrebbero avere più a cuore la salute dei consumatori e le scuole fare corsi di educazione alimentare.
Concordo, grazie.