Cucchiai di legno con capsule e compresse; concept: integratori alimentari

integratori pastiglie donnaOrmai si trovano integratori alimentari per ogni cosa: proteggere il cuore, migliorare la memoria, persino rinforzare unghie e capelli. Ma servono veramente a qualcosa? A dissipare i nostri dubbi ci pensa un articolo del medico e divulgatore scientifico Salvo Di Grazia, in arte MedBunker, pubblicato originariamente sul Blog de Il Fatto Quotidiano, che riproponiamo con piacere.

Se chiedessi “a cosa serve un integratore?” chiunque, anche la persona meno competente in medicina mi risponderebbe “a integrare” e avrebbe ragione. Eppure oggi c’è un mercato fiorente. Esistono integratori per tutti gli usi e le tasche, per ogni esigenza, fase della vita, lavoro e condizione. C’è l’integratore per la menopausa e quello per i problemi di fertilità, quello per le future mamme e quello per i bambini. Chi non riesce a concentrarsi ha la pillola pronta così come chi è stanco o ha problemi di sonno. La pillola magica, oggi, è un integratore. Che però ha un solo problema: non serve a niente.

Già, perché l’unico che guadagna dagli integratori è il produttore.

Come dice la parola stessa l’integratore è un prodotto che serve solo quando c’è una carenza (malattia in corso, convalescenza, malnutrizione) o serve un aumento delle risorse utili alla salute. Sappiamo per esempio che in gravidanza, già prima di intraprenderla, un’integrazione con acido folico protegge il nascituro da alcuni problemi e la donna da altri. Sappiamo che se c’è un’anemia per carenza di ferro, indagate le cause, integrare con del ferro per via orale può essere utile a migliorare alcuni sintomi e così via. Per il resto, quando una persona è sana, si nutre in maniera varia e completa, ha una condizione generale buona, non c’è nessun motivo e nessuna necessità di usare integratori. Non servono a niente e fanno spendere molti soldi. Basterebbe mangiare meglio.

Food supplements.
Gli integratori alimentari sono visti come una “formula magica” senza effetti collaterali, che fa bene e risolve tutti i problemi, senza bisogno di una ricetta

Perché allora questa fiorente richiesta? Perché quella degli integratori è una formula magica meravigliosa. Pensate a una pillola facilmente disponibile (non servono ricette o prescrizioni), senza effetti collaterali, che ci fa solo bene e risolve i nostri problemi. Pensate anche alla pubblicità che ci martella consigliandoci l’integratore per questo o per quello. Esatto, gli integratori sono semplicemente un business, un prodotto commerciale e non sono medicina, solo negli Stati Uniti ogni anno vengono spesi quasi 40 miliardi di dollari in integratori.

Sono talmente redditizi per l’industria che persino le multinazionali, che per anni li hanno snobbati, ora hanno le loro linee di integratori. Il fatto che non ci sia nulla da integrare quando si sta bene è, oltre che un’ovvietà, anche un dato scientificamente assodato che ha ricevuto ulteriore sostegno da una recente pubblicazione che ha controllato se davvero multivitaminici e integratori potessero prevenire le malattie cardiovascolari. La risposta, come potete immaginare, è negativa. Gli integratori non prevengono nessuna di queste malattie. Come non esistono integratori che risolvono la calvizie o l’infertilità. Persino prodotti “storici”, come il DHA (i cosiddetti acidi grassi, contenuti nell’olio di pesce, conosciuti anche come Omega 3) per anni venduti come “panacea” per migliorare le capacità intellettive e prevenire i cali di memoria, si sono rivelati una grande delusione, dimostrando di non prevenire né migliorare nulla che non si possa migliorare con la normale alimentazione. Tra gli integratori hanno grande successo gli anti ossidanti. Venduti per anni come prodotti capaci, grazie alla loro capacità, di proteggere le cellule dai danni, di prevenire malattie tra le quali i tumori, negli ultimi anni hanno trovato sempre più ostacoli al loro successo. Non solo sembrano non avere grandi effetti protettivi, non solo la loro protezione delle cellule è “cieca” (protegge forse le cellule sane ma anche quelle tumorali che quindi non risponderebbero alle terapie) ma hanno, in alcuni esperimenti su animali, addirittura favorito i tumori. Una fine ingloriosa per un prodotto che ancora oggi riscuote tantissimo successo.

olio pesce omega3
Una ricerca ha sconfessato anche gli effetti benefici sulla salute degli integratori alimentari di Omega 3

Qualcuno cerca di trovare sempre il lato positivo delle cose “in fondo male non fanno”, dice. In realtà non è così. Oltre a casi (anche letali) di avvelenamento per errori di dosaggio e confezionamento, questi prodotti sono stati accusati di un effetto molto subdolo: l’effetto airbag. Usare questi prodotti fa sentire falsamente protetti da molte malattie. Chi assume integratori che ufficialmente (ma non realmente) proteggono il cuore si sentirà erroneamente più al sicuro da problemi cardiaci e quindi rischia di avere comportamenti che invece aumentano il rischio di ammalarsi. Non a caso il consumo di integratori è più alto nei fumatori e in chi ha abitudini non sane. Il prezzo di questi prodotti è poi molto elevato e quindi, assieme all’utilità nulla e ai potenziali pericoli, c’è anche il danno economico.

Molto meglio mangiare bene e vivere in maniera più sana possibile.

Salvo Di Grazia  MedBunker

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ezio
ezio
11 Ottobre 2018 18:31

Trovo strano che uno specialista in ostetricia e ginecologia, senza specializzazioni dichiarate in nutrizione e dietologia, si esponga con affermazioni genericamente scontate come questa dell’integrazione alimentare.
Affermazioni generiche, perché mescolare l’integrazione vitaminica, minerale e acidi grassi insaturi di supporto ad un’alimentazione carente e squilibrata, come quella seguita dalla stragrande maggioranza degli italiani, all’assunzione di principi attivi per sostenere e stimolare alcune funzioni organiche stressate ed ipofunzionanti, alla pretesa di prevenire malattie gravi e degenerative con sostanze placebo, è veramente un’opera di confusione di massa.
Queste cadute superficiali e generaliste andrebbero lasciate alle consulenze tra amici al bar e non trattati da medici specialisti fuori tema.

Matteo
Matteo
Reply to  ezio
12 Ottobre 2018 16:06

Ottima risposta concordo su tutta la linea.
In certi ambiti/argomenti usare le parole mai, niente, sempre, tutto è sempre pericoloso e fuorviante e spesso porta a conclusioni errate a seconda del lettore. Un sito informativo DEVE INFORMARE non riportare opinioni puramente personali.
Premetto, con la massima onestà e deontologia, che uso e mi occupo di integratori alimentari da anni con l’azienda più grande del settore e la mia esperienza si può riassumere in:
– esistono integratori fondamentali per il benessere (peraltro citati nell’articolo subito dopo la frase “non servono a niente”) come ad esempio l’acido folico per le donne in gravidanza, il ferro per chi soffre di anemia, gli omega 3 per le malattie cardiovascolari.
– io per esempio mi sono operato all’anca (36 anni) e senza una integrazione di glucosammina il mio problema sarebbe degenerato molto prima (sostanzialmente da 26 a 36 è rimasto invariato).
– il discorso che con una dieta variata non c’è necessità di integratori è ben riportato in etichetta ed è chiaro già dalla parola INTEGRAtori: il problema è avere una dieta variata, perché nell’articolo se ne parla come se tutti la facessero o potrebberlo farla facilmente? I dati non sono così confortanti, nemmeno nell’area mediterranea.
– gli integratori non sono la panacea di tutti i mali e non sono medicinali. mai usati a questo scopo, mai venduti con questo scopo.
– ci sono integratori da 5 € e da 50€: a voi la scelta (ci sono dispositivi medici da 5 € e da 50€ a voi la scelta).
Scusate se mi dilungo ma questo è veramente assurdo:
“Oltre a casi (anche letali) di avvelenamento per errori di dosaggio e confezionamento (QUINDI NON E’ COLPA DEGLI INTEGRATORI MA DI CHI LI PRODUCE ESATTAMENTE COME PER LA MAGGIOR PARTE DEGLI ALIMENTI), questi prodotti sono stati accusati di un effetto molto subdolo: l’effetto airbag. Usare questi prodotti fa sentire falsamente protetti da molte malattie. Chi assume integratori che ufficialmente (ma non realmente) proteggono il cuore si sentirà erroneamente più al sicuro da problemi cardiaci e quindi rischia di avere comportamenti che invece aumentano il rischio di ammalarsi (COME MANGIARE OGNI GIORNO DA MCDONALD, TORNARE A CASA PRENDERE UN MUTLIVITAMINICO+OMEGA3 E PRETENDERE DI VIVERE FELICI) Non a caso il consumo di integratori è più alto nei fumatori e in chi ha abitudini non sane (MENO MALE!) Il prezzo di questi prodotti è poi molto elevato e quindi, assieme all’utilità nulla e ai potenziali pericoli, c’è anche il danno economico. (CHI TI OBBLIGA A COMPRARLO?)”

carlo
carlo
12 Ottobre 2018 15:22

Volevo dire le stesse cose di Ezio, mi ha tolto le parole di bocca….
Complimenti per come le ha esposte.

DiA
DiA
13 Ottobre 2018 08:31

Si chiamano “integratori” perché dovrebbero andare ad integrare le carenze della dieta. Si prendono omega 3 perché non ne ingeriamo il quantitativo sufficiente con il cibo e di certo non aumentano la memoria, sono anti-infiammatori. Nel senso che RIDUCONO IL RISCHIO DI INSORGENZA delle malattie, non l’insorgenza. Se poi la gente si prende cose a caso in base a quello che legge su internet, non è certo colpa del prodotto. Adesso va di moda la curcuma per dimagrire, peccato che anche lei sia anti-infiammatoria. Ci sono rimasta male, pensavo questa fosse una pagina seria.

Gianfranco Gallipoli
Gianfranco Gallipoli
Reply to  DiA
26 Ottobre 2018 08:13

Il problema degli integratori alimentari è che spesso non lo sono. Mi spiego meglio. Vengono registrati come tali ma contengono veri e propri principi attivi come acetil cisteina, bromelina, acido alfalipoico, promelase, glucosammina solfato, ecc… Ciò succede perché la registrazione di un integratore alimentare segue un iter molto più semplificato (non deve supportare DATI DI EFFICACIA) e dei costi molto molto più bassi rispetto ad un farmaco.
ECCO PERCHÉ C’È UN FIORIRE DI TALI PRODOTTI!
Pertanto succede anche che ci siano farmaci ed integratori con la medesima composizione di principi attivi con magari qualche aggiunta di vitamine o altro. La differenza è che il farmaco ha degli standard quali/quantitativi certificati ed inoltre il paziente può mettere in detrazione fiscale le spese sostenute per l’acquisto cosa che non può fare con lo scontrino relativo ad un integratore. Succede anche che ad es come con la glucosammina solfato la molecola presente nel farmaco è diversa per emivita rispetto a quella degli integratori la quale è praticamente inefficace. Leggevo, infine, della curcuma che avrebbe attività anti infiammatoria. Attenzione perché c’è tanta pubblicità su presunte attività farmacologiche di tante sostanze come anche lo zenzero, artiglio del diavolo, ecc… Sono tutte da dimostrare e solo ciò che si chiama farmaco ha dimostrato di avere efficacia. È insito nel percorso di registrazione: il farmaco deve presentare un dossier scientifico, l’integratore no!
Pertanto fidatevi solo dei farmaci e non buttate soldi in integratori.
Saluti

matteo
matteo
22 Ottobre 2018 14:21

Peccato che non ci sia stato più dibattito su questo articolo, magari anche con delucidazioni dello stesso autore

Nzt
Nzt
23 Ottobre 2018 05:24

Sarebbe tutto sufficiente attuare delle appropriate diete alimentari. Non occorrono integratori, a patto che alcuni cibi non possono essere ingeriti. Detto questo, non voglio dire che tutti gli integratori alimentari facciano male, dico solo che potrebbero essere sostituiti con cibi.

Stefania
Stefania
25 Ottobre 2018 08:50

Concordo anche io con Ezio.
Inoltre gia’ sono note le opinioni “scientifiche” di chi ha scritto l’articolo.
Purtroppo dobbiamo ricorrere agli integratori anche a causa dell’impoverimento dei nutrienti nel cibo che mangiamo e i medici che purtroppo ormai non vengono istruiti bene in materia, perché impegnati ad imparare ad hoc la farmacologia, spesso non prescrivono esami in cui si vede la carenza effettiva di vitamine, sali minerali, enzimi ecc…

pier danio
pier danio
25 Ottobre 2018 12:23

Si sta generalizzando perché in questo settore c’è pochissima regolamentazione, AIFA dovrebbe stringere i cordoni della borsa e non allargarli. L’industria si è buttata a capofitto per ovvi motivi:
1- registrarli (notifica) non costa niente.
2- Il bugiardino può dare indicazioni “subdole” ma in linea con le attese, cioè: può aiutare a fare questo o quello, esattamente quello che cerca il consumatore: una speranza
3-E’ obbligatoria la frase .. non sostituisce un’alimentazione …. ma dovrebbe invece essere obbligatorio scrivere: Attenzione: l’eccesso di alcune sostanze nutritive può essere tossico e danneggiare la salute, Va preso solo nel caso sia stata accertata dal medico con esami ematici o diagnosi specifiche la carenza del nutriente contenuto.
Un medico competente fa fare analisi al paziente es. B12, D, LDL e poi prescrive. Vi sono anche casi in cui alcune infezioni batteriche sono diventate antibiotico-resistenti e che richiedono cure specifiche che, in alcuni casi possono prevedere medicamenti o integratori non etici. E’ ovvio che tra un integratore di polifenoli e un multivitaminico e minerale, o di B12 e un composto di B + xY ecc. la differenza sostanziale è che l’integratore specifico ha una letteratura mentre il muti-panacea no.

matteo
matteo
Reply to  pier danio
25 Ottobre 2018 16:18

Cerchiamo di non fare di tutta un’erba un fascio (o un integratore) altrimenti si torna al discorso del tutto/niente e sempre/mai.
Parlo per me e basta perché gli integratori di cui ho competenza sono naturali, tracciati e soprattutto l’azienda ne segue completamente tutta la filiera fino dalla semina e la progettazione/realizzazione /distribuzione.
1-Non so se registrare un integratore non costa niente, so solo che molti non lo fanno.
2-Il bugiardino non l’ho mai trovato nemmeno in altre marche e non ne vedo la necessità. Comunque, non perché vi è un pezzo di carta con delle istruzioni in una confezione ciò significa medicina.
Volevo chiarire solo che non ritengo corretto accostarli ai farmaci perché non lo sono e non curano le malattie. Integrano principalmente carenze della dieta non carenze specifiche accertabili solo con esami del sangue (che tra l’altro non possono dare screening completi se non per alcuni aspetti tipo i trigliceridi).
Se poi colmando delle carenze alleviano anche sintomi di alcune malattie o addirittura le fanno regredire o ne ritardano la comparsa (mi viene da pensare agli omega-3 per le malattie cardiovascolari o alla mia personale esperienza della glucosammina per la periatrite alle anche) questo è un ottimo effetto “collaterale”.
Se poi pensi di evitare la chemioterapia con un multivitaminico ti serve uno psicologo non un integratore.
Due esempi semplici:
1- è scientificamente provato che siamo disidratati perciò integro la mia dieta bevendo più acqua fuori dai pasti. Gli effetti sulla salute sono anche migliori dei medicinali per tanti aspetti.
2- vi è una campagna ministeriale sulla carenza di vitamina D nella popolazione con svariati consigli come bere di più, stare più al sole, mangiare certi tipi di alimenti etc. Se mi rendo conto che le mie attività quotidiane non consentono di seguire tutti questi consigli (ad esempio quando esco dall’ufficio è già buio..) perché non posso integrare con una compressa e migliorare il mio stato di salute?

marco
marco
25 Ottobre 2018 12:42

Concordo su tutti i fronti! Il fatto Alimentare è un ottimo sito, che spesso ci informa su argomenti di estrema serietà e delicatezza, ma a volte alcuni articoli lanciano dei messaggi abbastanza fuorvianti. Soprattutto per chi non è del settore, che spesso interpreta erroneamente i termini “alcuno”, “nessuno” o “tutti” come assoluti (l’esempio di questo articolo).

Luca
Luca
25 Ottobre 2018 13:35

Purtroppo viene ripetuto un ragionamento ovvio quanto scorretto, che nasce dalla non conoscenza delle norme e delle questioni tecniche. Gli integratori alimentari non forniscono, ormai anche a livello europeo da 16 anni e in Italia da svariati decenni, solo nutrienti per eventuali carenze, ma possono apportare anche sostanze ad azione nutrizionale (come gli aminoacidi) o fisiologica (come la caffeina, le piante). Quindi partire dalla parola “integratore” per fare del buon senso spiccio non è corretto. In realtà l’integratore alimentare apporta nutrienti o altre sostanze che vanno ad aggiungersi alla dieta per varie finalità.

Che poi siano efficaci, utili e sicuri, si può discutere e ragionare. Ma sarebbe bene sapere di cosa si parla.

Gaetano
Gaetano
25 Ottobre 2018 19:06

Più che altro bisogna vedere cosa si intende per integratori.
Nel senso che in commercio esistono anche sostanze che più che integrare, svolgono una funzione o sono stimolanti.
Non so se ci si riferisce anche a quelle.
Mi vengono in mente Curcuma, Zenzero, Ginseng, Maca, Guaranà, ecc..
Ad esempio la Curcuma si dice sia antinfiammatorio e l’Ar-Turmerone, un componente che si trova nella Curcuma, alcuni recenti studi sembrano indicare che abbia un qualche ruolo nel proteggere dall’Alzheimer.
Lo Zenzero si dice aiuti la digestione.
Ginseng, Maca e Guaranà, chi più chi meno, si dice siano degli stimolanti a livello fisico e mentale, alcuni con capacità afrodisiache e per la fertilità.
Il vero problema è che ci vorrebbe un organismo serio che dica ufficialmente e pubblicamente con i più importanti studi alla mano (o che li svolga se non esistono) quali di queste informazioni hanno basi scientifiche e quali sono solo credenze popolari per vendere.
Inoltre, per quegli integratori, erbe o principi attivi a cui viene riconosciuta una reale efficacia, bisognerebbe anche intimare alle aziende produttrici di attenersi alle quantità minime previste dagli studi per cui si sono dimostrate efficaci.
Nessuno si sognerebbe di mettere sul mercato un farmaco, che ne so, il Paracetamolo in compresse da 30 mg, se la quantità minima efficace venuta fuori dagli studi fosse 150 mg.
Non si capisce perché invece, in particolare negli integratori italiani, spesso i principi attivi sono inferiori a quelli su cui si sono dimostrati efficaci negli studi.
Il giorno che ci sarà un organismo serio in grado di imporre dei vincoli di serietà, proibendo la vendita di principi attivi o erbe che non hanno nessun riscontro scientifico ed anche obbligando una quantità minima del principio attivo per ogni dose prevista, allora si potranno fare ragionamenti più approfonditi sul tema integratori.
A quel punto le aziende che lavorano in questo settore avranno anche un ruolo più serio poiché oggi chiunque acquisti determinati tipi di prodotti si chiede sempre se un possibile effetto benefico percepito sia reale o sia solo frutto di suggestione.

Gianfranco Gallipoli
Gianfranco Gallipoli
Reply to  Gaetano
26 Ottobre 2018 15:46

Salve,
C’è tutto! Organismi che decidono (AIFA, EMEA, ESCEO, FDA) Regolamentazioni, leggi ecc…
Per queste sostanze che lei elenca non ci sono studi scientifici che possano definirsi come tali. Devono avere dei criteri, essere svolti da organismi certificati (vedi università, cnr,ecc…) e devono essere attuati su un campione statisticamente valido. Ho semplificato, mi creda, ma i parametri sono tanti.
Dopo di ché, se i risultati sono validi l’azienda interessata passa alla registrazione come farmaco e ne avrebbe TUTTI I VANTAGGI E LE CONVENIENZE!
Invece come dice giustamente lei, si crea solo confusione e si permette di spacciare in giro integratori dalla dubbia efficacia e dalla dubbia qualità!
Ecco perché ho scritto che bisogna fidarsi solo dei farmaci. Io faccio così è non butto soldi.
Saluti

matteo
matteo
Reply to  Gaetano
26 Ottobre 2018 16:28

Quindi Gianfranco mi faccia capire: lei per qualsiasi cosa si fida solo e unicamente dei farmaci?
Lo capirei se parlassimo di malattie e non sto a riscrivere quanto sopra,ma se per esempio per una questione allergica o semplicemente di gusto Lei non potesse consumare un certo tipo di cibo che a lunga andare può causare una carenza di qualche tipo Lei si affida solo ed esclusivamente ai farmaci e alle sostanze artificiali?
Mi creda non sono un naturista ma negare che i fitonutrienti o altre sostanze siano di aiuto alla salute significa cancellare millenni di evoluzione umana.
Ma lo sapete che differenza c’è tra la vitamina C estratta da un frutto e l’acido ascorbico? Abissale, basta guardare un cromatogramma della sostanza. E lo sapete che differenza di biodisponibilità (cioè a parità di sostanza quanto il mio organismo ne riconosce come naturale e ne assorbe) esiste?
Prima di commentare un argomento leggete le discussioni.

Gianfranco Gallipoli
Gianfranco Gallipoli
26 Ottobre 2018 17:20

Sig Matteo, leggo e scrivo con cognizione. Sono un biologo e lavoro nel farmaceutico. Forse lei non ha letto il mio primo post…
Saluti

Michele
Michele
27 Ottobre 2018 08:59

In Italia non è vero che non debbano seguire un iter particolare. Sono trattati alla stessa stregua dei medicinali. Capisco Di Grazia che trovo una persona intelligente e di cui leggo spesso alcune sue pubblicazioni, ma secondo me su questo argomento ci sarebbe da aprire dibattiti eterni. Se avessimo il cibo a disposizione con tutte le sue proprietà sarebbe perfetto, ma la verdura che mangiamo le farine il pane sono lontanamente parenti di quelle di qualche anno fa (da cui forse anche lo scoppio di alcune intolleranze) e se anche la coltiviamo a casa non abbiamo la certezza del miglior prodotto. Per gli Omega 3 possiamo aprire dibattiti infiniti, ma vi dico solo che io consumandoli da anni (non vivo in posti dove il pesce è reperibile con facilità) sto bene. Certo se potessi mangiare salmone e tonno crudi tutti i giorni preferirei, anche per il piacere del gusto, ma non è così facile e soprattutto sarei sicuro che quel pesce sia pescato in acque salutari e privo quindi di “controindicazioni”?

Gianfranco Gallipoli
Gianfranco Gallipoli
Reply to  Michele
27 Ottobre 2018 12:31

Sig Michele si sbaglia. L’iter registrativo è completamente diverso in tutti i sensi, anche economico. Ho amici che hanno creato le loro piccole aziende farmaceutiche vendendo integratori …
Riguardo agli omega 3 perché non compra gli omega 3 farmaci anziché integratori. Avrebbe sicuramente uno standard qualitativo superiore.
Saluti

Luca
Luca
28 Ottobre 2018 15:37

Gli integratori possono servire ad apportare sostanze con effetti nutrizionali, o anche fisiologici (pensiamo alla caffeina), come del resto gli alimenti. Questo prevede la legge, ed è quindi inutile polemizzare ripetendo che “non integrano vitamine o minerali”, perché, giusto o sbagliato che sia, è moltissimo tempo che gli integratori alimentari possono apportare altre sostanze in forma concentrata.

Per quanto riguarda i farmaci, riferisco solo un episodio. Ad un convegno era iniziata la polemica simile a quella sollevata dall’autore dell’articolo circa gli integratori alimentari che non funzionano, ecc, e, come diceva uno dei commentatori, invece i farmaci quelli sì. Il dibattito si accaniva sui probiotici, perché, come noto, EFSA non ha dato parere positivo a nessun claim sui probiotici, ragion per cui alcuni affermavano che era uno scandalo che a fronte della mancanza di dati certificata da EFSA vi fossero ancora integratori con probiotici pubblicizzati in maniera enfatica – ennesima prova che il settore sia, al contrario del serissimo settore farmaceutico, ignorante della scienza. Si fece in particolare il nome di una nota marca.

Quando qualcuno fece notare che quel prodotto particolare è registrato come medicinale, scesce un imbarazzato silenzio tra i pro-farmaco.

La realtà è che si spara facilmente e volentieri nell’orto altrui, perché costa poco in termini di consenso e relazioni, e si è abbastanza ignoranti da poter semplificare. Gli integratori alimentari dovrebbero migliorare; le crociate disinformate non servono a molto.

Luca
Luca
Reply to  Luca
29 Ottobre 2018 12:18

Gianfranco,

la realtà è che fino a qualche tempo fa anche nel farmaco non c’era tutto questo rigore; pensiamo a tutti i multivitaminici o simili che ora sono integratori ma prima erano medicinali. Gli studi a sostegno di quel probiotico oggi non andrebbero bene ad EFSA per un integratore alimentare; allora furono accettati per un medicinale (anche perché in Italia qualunque sia l’ambito la manica è spesso larga). Il settore farmaceutico è migliorato; le regole sugli integratori con valutazione EFSA sono molto severe (se le esamina vedrà che sono tanto severe quanto lei auspica); il settore degli integratori dovrebbe migliorare senza dubbio, perché vi sono situazioni irrisolte sul piano normativo, e anche tanta non conformità. Ma è importante sapere e conoscere prima di “sentenziare” (al contrario di quanto fa, a mio modo di vedere) l’estensore dell’articolo.

Gianfranco Gallipoli
Gianfranco Gallipoli
28 Ottobre 2018 16:59

Sig Luca,
Se un probiotico è stato registrato come farmaco è perché ha dimostrato l’efficacia in qualche patologia. Infatti i farmaci,a differenza degli integratori, hanno una scheda tecnica con delle precise indicazioni terapeutiche. Probabilmente il probiotico a cui lei si riferisce ha indicazioni sulla diarrea perché in seno alla registrazione come farmaco ha dimostrato con studi certificati e svolti da enti proposti, per lo più sono università (dove tutti ci siamo laureati…), di essere efficace sulla diarrea. Tutto qua!
Gli integratori, lo ripeto, non devono dimostrare niente.
Sulla loro utilità non discuto perché, come ho scritto sul mio primo post che probabilmente a lei è sfuggito, c’è una certa confusione dato che molti integratori contengono in realtà farmaci (acetil cisteina, bromelina, promelase, ecc…) il tutto alimentato da pubblicità che crea ancora più confusione.
Quindi io non sparo su nessuno ma lavorando nel settore ho la conoscenza dello stesso, purtroppo, dato che da biologo avrei preferito lavorare nell’ambiente o nella ricerca, settori quasi dimenticati in Italia.
Condivido molto di quello che lei dice…
Cordialità

matteo
matteo
29 Ottobre 2018 10:35

Gianfranco non metto in dubbio la sua competenza. Solamente precisavo che nel suo primo post lei mette in parallelo integratori e farmaci e ciò dal mio punto di vista è scorretto.
Tra l’altro lo ribadisce anche nell’ultimo post scrivendo che gli integratori possono contenere dei farmaci.
Gli integratori colmano carenze della dieta. I farmaci curano le malattie.
Non si associano solo perché i sintomi possono essere alleviati da entrambe le categorie di prodotti.
Altro esempio personale.
Ho mal di testa. Per esperienza e studi so che può dipendere da disidratazione e/o tra le tante altre cose da carenza di vitamine del gruppo B.
Bevo subito un bel po’ e se ho possibilità mangio alimenti ricchi di vitamine B (ad esempio un bell’uovo) altrimenti mi prendo un integratore.
Se il mal di testa mi passa (e spesso succede), bene, sennò mi prendo un naprossene sodico.
E non sto parlando di curare una malattia ma semplicemente un’emicrania episodica che se posso contrastare con cosa mi offre la natura, meglio!
Non ho mai avuto dubbi sull’efficacia provata dei farmaci e sugli stretti controlli che subiscono prima di essere approvati. Sto solo dicendo che, per me, meno se ne prendono e meglio è quindi una dieta equilibrata ed eventualmente integrata (con prodotti seri) è la soluzione.
Ho molta paura di chi riempie i figli di farmaci al minimo raffreddore piuttosto che insegnarli buone abitudini alimentari.

Gianfranco Gallipoli
Gianfranco Gallipoli
Reply to  matteo
29 Ottobre 2018 13:17

Sig Matteo, senz’altro mi ha frainteso e alla fine il concetto che esprimiamo è lo stesso.
Nel mio post esprimevo la confusione che c’è in Italia in quanto molti integratori alimentari, cioè venduti e classificati come tali, contengono farmaci. Ho fatto anche degli esempi.
Forse lei non n’è a conoscenza ma è così.
Tutto qua
Saluti

Maria La Rosa
Maria La Rosa
4 Novembre 2018 14:36

Anch’io contesto l’articolo. La vitC la vit D e non dico altro vengono comprate come integratori- Della loro efficacia in troppi casi non si può discutere- Mangiamo quello che ci da il mercato che dice che l’unico pesce raccomandabile è il pesce azzurro perchè non d’allevamento- La carne deve essere da animali da pascolo e le insalate coltivate sul balcone- Ringraziamo il cielo che ci permette di comprarci gli integratori

Alessandra
Alessandra
4 Novembre 2018 22:53

Ricordiamoci che integratore alimentare vuol dire anche prodotto a base di erbe. Quindi l’erboristeria non servirebbe a niente? Bisogna fare una distinzione tra “impostori” che vendono aria fritta e aziende valide. Ci sono fior fiore di aziende che producono integratori a base di erbe molto validi, titolati in principi attivi (quindi con la garanzia di contenere quello che serve) e su questi principi attivi sono stati fatti studi clinici che ne attestano l’efficacia sulla salute. Si l’alimentazione fa molto ma non sempre si può sopperire a tutto nel breve periodo. Serve un aiuto esterno. Sono sinceramente allibita della superficialità di questo articolo.