La multinazionale del cibo Mars Food ha lanciato una campagna per aiutare i consumatori a fare scelte alimentari più salutari e consapevoli. Con l’iniziativa Health & Wellbeing Ambition, presentata con un comunicato sul sito internet, il colosso degli snack anticipa l’impegno del governo britannico a intervenire nella lotta all’obesità con politiche rigorose, volte a promuovere un’alimentazione più sana. Un esempio è la tanto dibattuta Sugar Tax che, se entrerà in vigore nel 2018 come previsto, colpirà i produttori di bevande e soft drinks.
Mars Food ha annunciato che nei prossimi mesi indicherà con quale frequenza consumare alcuni prodotti per mantenere una dieta sana e bilanciata. I suggerimenti si potranno trovare sia in etichetta, sia sul sito di Mars e riguarderanno il consumo “quotidiano” e “occasionale”. La nuove informazioni saranno presenti anche su prodotti Dolmio e Uncle Ben’s, che comprendono piatti pronti e salse, spesso con un elevato contenuto di zuccheri, grassi e sale.
L’azienda si è impegnata a riformulare le ricette, promettendo di ridurre il contenuto di sale del 20% entro 5 anni e di zuccheri aggiunti in alcuni prodotti entro il 2018 (quando entrerà in vigore la Sugar Tax). Un altro obiettivo è l’ampliamento della gamma del cibo a base di verdure, cereali integrali e legumi. Nel Regno Unito, la scelta di Mars è stata accolta come un positivo passo avanti verso prodotti più salutari e si spera che altre multinazionali seguano l’esempio. Il timore è che lo sforzo di Mars non sia sufficiente. Secondo l’associazione britannica Action on Sugar, che si batte contro l’eccesso di zuccheri aggiunti nei cibi, c’è il rischio concreto che i suggerimenti di consumo non vengano recepiti da chi veramente ne avrebbe bisogno, ma solo da chi è già più attento alla salute.
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.