Una ricerca dell’Università dell’Arizona ha esaminato le strategie di marketing diretto ai bambini all’interno e all’esterno dei fast food statunitensi, rilevando come questi messaggi siano molto maggiori nelle zone rurali, nei quartieri neri e nelle aree a medio reddito. Lo studio, pubblicato dall’American Journal of Preventive Medicine, ha preso in esame 6.716 locali, selezionati in zone con una forte presenza di bambini in età scolastica, tra il 2010 e il 2012. Sono state considerate le aree gioco all’interno dei fast food, i poster di menù per i piccoli e i giocattoli associati, escludendo la pubblicità in generale.
La ricerca ha rilevato che oltre il 20% dei fast food utilizza tecniche di marketing rivolte ai bambini all’interno o all’esterno dei locali. Chi abita in quartieri a maggioranza afro-americana ha il 67% di probabilità in più di entrare in contatto con questi meccanismi rispetto ai quartieri abitati in prevalenza da bianchi, così come chi abita in zone rurali ha il 40% di probabilità in più rispetto a chi abita in città. Se si passa a esaminare il rapporto con il reddito, l’utilizzo di queste strategie di marketing è particolarmente forte nei quartieri a reddito medio, dove ha un’incidenza del 28-34% maggiore rispetto ai quartieri ad alto reddito. La maggior incidenza scende al quattro per cento nei quartieri poveri.
Beniamino Bonardi
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