olio di palma grasso fruttoUna nuova lobby dell’olio di palma opera in Italia. Le aziende che hanno investito 10 milioni di euro in campagne pubblicitarie per cercare di convincere i consumatori che l’olio tropicale non distrugge le foreste e non fa male alla salute, hanno cambiato strategia. La nuova lobby è tornata alla carica e i riscontri sono immediati.  Sui giornali si vedono molti articoli in difesa dell’olio tropicale e tutti focalizzano l’attenzione  su un misterioso complotto che ha colpito questo olio utilizzato tranquillamente in tutto il mondo. Il risultato è che ogni giorno si trovano in rassegna stampa note e appunti dove si dice che l’olio non è dannoso. Tutto ciò avviene senza considerare i riscontri scientifici a supporto della campagna portata avanti per due anni da Il Fatto Alimentare e Gift che si è conclusa con il cambiamento delle ricette da parte di aziende come Barilla e Colussi o di insegne della grande distribuzione come Coop ed Esselunga. I titoli sono chiari: “Olio di palma: dietrofront non fa male”, “L’olio di palma è utile e sicuro ed è più sostenibile di altri oli vegetali”, “L’assurda guerra contro l’olio di palma”… Oltre a ciò ci sono i convegni organizzati come quello promosso da Slow Food a Torino e diversi programmi tv dove nel gruppo degli intervistati manca qualsiasi voce contraria all’olio di palma.

campagne-liberali-olio-di-palma-chi-siamoIn questi articoli e nei dibattiti, raramente si dice che la campagna contro l’invasione dell’olio di palma è supportata dai migliori nutrizionisti italiani e ha raccolto 176 mila firme. Si lascia intendere che la psicosi del palma è stata portata avanti in modo quasi anonimno dalla rete, riuscita a demonizzare una materia prima del tutto  “innocente”. Il meccanismo della nuova lobby per sensibilizzare i media, assomiglia all’iniziativa portata avanti dalle aziende aderenti all’Aidepi che nel 2015 hanno sborsato 55 mila euro per invitare a pranzo i direttori dei giornali e organizzare educational sull’olio tropicale per i giornalisti. Chissà se anche questa volta ci sarà un viaggio culturale in Malesia per vedere le piantagioni che non distruggono le foreste?

L’ultima novità in questo vortice di iniziative è il sito internet Campagne liberali  presentato nel sito come “spin-off della Fondazione Luigi Einaudi di Roma il cui obiettivo è sostenere l’informazione scientifica e la diffusione del metodo scientifico nel dibattito pubblico.” Campagne Liberali ha scelto di dedicare la prima iniziativa all’olio di palma per difendere “il diritto dei cittadini di scegliere liberamente la propria dieta minacciato da continue campagne di disinformazione e demonizzazione“. L’aspetto curioso è che la Fondazione Luigi Einaudi, a dispetto di quanto dichiarato da Campagne liberali, smentisce qualsiasi collegamento. A questo punto c’è da chiedersi chi finanzia il nuovo spazio e chi ha promosso l’iniziativa a favore dell’olio di palma.

Roberto La Pira  e Dario Dongo

© Riproduzione riservata

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Chapò
Chapò
17 Ottobre 2016 10:56

Salve, secondo me per friggere è un’ottima soluzione rispetto agli olii “tradizionali”.
Punto di fumo a 240°

Dario
Dario
Reply to  Chapò
21 Ottobre 2016 10:25

Peccato sia l’unico tra gli oli vegetali usati in frittura a caricare i fritti di grassi saturi…

annamaria cossu criscuolo
annamaria cossu criscuolo
Reply to  Chapò
22 Ottobre 2016 11:48

dare pareri perxonali non informati vuole dire ritenere la propria opinione universalmente accetttabile. Ma usare questo sistema diventa pericoloso per chi non ha opinione e si affida a pareri random su una questione di grande importanza per la salute. attenzone quindi a c scvriive in merito all’olio in questione. senza attendibilità se non il proprio gusto personale che in questo campo n on può fare testo…

Lorena
Lorena
22 Ottobre 2016 11:33

Dai vostri articoli si evince sempre che questo benedetto olio di palma sia un cancro vagante che ci può fare secchi nel giro di qualche anno. Ok, basta confrontare le tabelle nutrizionali di questo prodotto e di un altro affine (come l’olio di girasole) per vedere che i grassi saturi del palma sono nettamente superiori, tuttavia se il prodotto si applica alla frittura sappiamo bene che il suo punto di fumo è quello più alto, superiore anche a quello dell’EVO. Non causa forse danni cardiovascolari il consumo di prodotti fritti in oli che hanno già da un pezzo passato la loro soglia di calore??

Inoltre il palma è un olio molto adatto a tutte quelle preparazioni da forno proprio per il modo in cui fa fronte al calore, mantenendo non solo la sua integrità ma anche l’aroma e soprattutto la fragranza nel prodotto finito, associato ad un costo non troppo alto (sì, non troppo se pensiamo a tutte le truffe dello scorso anno sull’evo! costoso e ingannevole.. eppure ce lo siamo mangiato).

Insomma, l’olio di palma possiede parecchi grassi saturi che, per cotture brevi o assenti, può essere dannoso, ma vogliamo parlare di tutto quello che ingurgitiamo ogni giorno?? Perché facciamo lotte ad UN prodotto piuttosto che cercare di sollecitare i nostri prodotti locali? Perché le grandi compagnie di supermercati ci dicono cosa mangiare e cosa non mangiare? Noi CREDIAMO di scegliere ciò che ogni giorno acquistiamo… ma non è così.

ALBERTO ZIZZOLA
ALBERTO ZIZZOLA
24 Ottobre 2016 09:24

Non sono un fautore dell’olio di palma ma queste campagne mi ricordano altre vissute nel passato.
non pongo la questione sulla salute ma sull’impatto ambientale.
E’ facile fare gli ambientalisti in casa altrui. Nessuno, però, si scatena altrettanto animosamente a casa nostra. Stiamo costruendo autostrade ovunque. Nella mia zona (treviso) hanno disboscato ettari di bosco per far spazio a vigneti di prosecco che, mi sembra, non siano così sani visto l’ampio uso di anticrittogamici e fitofarmaci.

MariaGrazia
MariaGrazia
24 Ottobre 2016 11:54

la foresta che stanno deforestando è utile per tutto il mondo … polmone verde che ci aiuta a ripulire l’atmosfera …. deforestazione incontrollata … per cosa? … il prodotto costa meno e rende di più …. Il mio stomaco e il mio palato ne hanno risentito moltissimo .. i prodotti con questo olio sono pesanti appiccicosi e indigesti …. ho fatto la prova con alcuni articoli in commercio “prima e dopo” … c’è una bella differenza sulla friabilità e leggerezza ….. e da quando alcune aziende … e le “ringrazio” … hanno cambiato “grasso” .. non solo per il loro guadagno ma hanno capito che se il consumatore “alza la voce” vuol dire che qualche cosa di vero c’è .. e NOI NON SIAMO STUPIDI COME ALCUNI VOGLIONO CREDERE …. NO ALL’OLIO DI PALMA in nessun prodotto tanto meno quello dell’infanzia

Ilario Vannucchi
Ilario Vannucchi
24 Ottobre 2016 13:43

Come mai, quando si parla di olio di palma, nessuno dice mai che l’olio in questione che arriva in Italia non è certo olio vergine, ma solitamente un olio di bassa qualità e scarsissimo potere nutrizionale, raffinato, deodorato ed ottenuto con procedimenti non solamente meccanici?
E’ un pò come se si cercasse di difendere ll peggior olio di oliva presente sul mercato, portando ad esempio tutte le proprietà benefiche dell’Olio Extra Vergine d’Oliva.

Andrea Ricci
Andrea Ricci
Reply to  Ilario Vannucchi
24 Ottobre 2016 23:42

Bravo Ilario! commento intelligente di chi pensa con la propria testa!
Ma anche se fosse il miglior olio di palma, io sarei contrario a prescindere: da noi si dovrebbe usare solo olio evo e burro nostrani, e pagare di conseguenza.

ezio
ezio
24 Ottobre 2016 19:39

Se anche la Ferrero ha intrapreso un’iniziativa per rimediare alla scelta del palma usato si d’ora, qualche buonissima ragione salutistica ed etica-ambientale ci dovrà pur essere anche per gli scettici conservatori del peggio.

Stefano
Stefano
25 Ottobre 2016 14:18

Che faccia male mi pare di aver capito che dipende dalla quantita` e dalla qualita` (come molte altre cose d’altro canto) ma sull’impatto ambientale credo non si possa discutere.
La cosa che pero` sta effettivamente diventando ridicola e rischia di ottenere una sorta di effetto straisand, e` che adesso la dicitura “senza olio di palma” sta diventando una battuta da mettere vicino a qualsiasi cosa: “la gioia quando scopri che il tuo telefonino e` fatto senza olio di palma!”

Gaetano La Fata
Gaetano La Fata
31 Ottobre 2016 12:38

Vorrei segnalare un articolo comparso il 31 ottobre su internet “Di ° Lei ” Benessere (http://dilei.it/benessere/olio-di-palma-pregiudizi-proprieta/456081/)in cui viene riportato che un certo “Giorgio Donegani tecnologo alimentare e divulgatore scientifico alla domanda sulla pericolosità dell’olio di palma ha risposto in questi termini” : Anche i grassi saturi sono importanti per il nostro organismo, specialmente nei bambini. Diventano pericolosi nel momento in cui supera il fabbisogno giornaliero che si attesta intorno al 10% . Di questo 10% solo il 20% proviene dall’olio di palma. Mentre la prima fonte di grassi saturi proviene dall’olio d’oliva. Dal punto di vista nutrizionale i due oli sono equivalenti, entrambi contengono acido oleico che è un toccasana per il nostro organismo”. Alcune delle affermazioni sono da denuncia, infatti è del tutto noto che i due oli non sono equivalenti dal punto dio vista nutrizionale. Per intenderci, il contenuto totale di grassi saturi dell’olio di oliva è del 16 % e dell’olio extravergine di oliva ancora più basso del 14 % , mentre il contenuto di grassi saturi dell’olio di palma è del 47 %. Al contrario il contenuto totale di grassi insaturi dell’olio di oliva e dell’extravergine è dell’80% contro il 50% dell’olio di palma. C’è una bella differenza dal punto di vista nutrizionale. Si può dire che quanto affermato nell’articolo che vi ho segnalato è una “diffamazione” nei confronti dell’olio d’oliva. Le categorie e le associazioni che promuovono il nostro olio d’oliva dovrebbero intervenire !!!

Lorena
Lorena
11 Novembre 2016 09:50

Per Andrea Ricci: disgraziatamente i nostri oli sono importati da altri paesi UE e spesso tagliati. Ci sono stati scandali poco tempo fa e credo che ci arrivino solo la metà delle notizie inerenti.
Però sono d’accordo con te, sarebbe giusto utilizzare prodotti autoctoni, ma questo sarebbe possibile solo in un mondo ideale dove l’economia incentiva davvero questo metodo.