Dietista, dietologa o biologa nutrizionista elabora dieta su una scrivania piena di alimenti

Esiste una dieta considerata sana in tutto il mondo? Che cosa dicono le linee guida delle agenzie governative e internazionali e le raccomandazioni delle società scientifiche? È possibile rintracciare elementi comuni, che aiutino le persone e chi deve fornire loro consigli a orientarsi nel mare magnum di notizie su ciò che è opportuno includere o escludere dalla propria dieta quotidiana per cercare di contenere il rischio di sviluppare le principali malattie?

Da queste domande sono partiti i ricercatori di alcune università statunitensi per effettuare uno studio meta-epidemiologico unico nel suo genere, appena pubblicato su Advances in Nutrition. Unica, perché per la prima volta non prende in considerazione singoli studi o revisioni, ma ben 78 tra linee guida per le pratiche cliniche redatte da società professionali medico-scientifiche, istituzioni e associazioni di portatori di interesse di Nord America, Europa, Australia, Asia e qualche Paese del Sud America. L’obiettivo è quello di verificare se esistano o meno informazioni e indicazioni su cui sono tutti concordi. 

Linee guida a confronto

I documenti inclusi, pubblicati dal 2010 al 2021, erano incentrati sul tipo di patologia cronica da prevenire (tumori, malattie autoimmuni, cardiovascolari, digestive, diabete di tipo 2, patologie associate all’eccesso di peso e co-morbidità) oppure sulla promozione della salute in generale, riassunte in esplicite raccomandazioni dietetiche.

Il risultato è stato confortante, perché su diversi aspetti in quasi tutto il mondo tranne che in Africa (ma solo perché non sono state analizzate linee guida provenienti da quei Paesi), l’opinione degli esperti è sovrapponibile, quando non identica, per ciò che concerne le caratteristiche principali dell’alimentazione. E in un caso su due si raccomanda di adottare una dieta che ponga al centro gli alimenti di origine vegetale. Più nel dettaglio, il 74% delle raccomandazioni invita a consumare più verdure, il 69% più frutta, il 58% più cereali integrali e il 47% più legumi, mentre il 62% consiglia di limitare molto l’alcol e il 56% il sale o il sodio. 

Immagine ravvicinata di dietista in camice bianco con in mano un piano di feci per un paziente.
La maggior parte delle linee guida cliniche per la prevenzione delle malattie croniche raccomandano più alimenti di origine vegetale e meno carne rossa e lavorata

Alimentazione e patologie

Dal punto di vista della prevenzione delle patologie, le linee guida per il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari sono equiparabili e, nel 75-60% dei casi, rispettivamente, sottolineano l’importanza dei legumi e la necessità di consumarne regolarmente (rispetto alla dieta media), come pure frutta secca e semi, raccomandati nel 67% dei casi, o il latte e i derivati a ridotto contenuto di grassi (60%). Per quanto riguarda il diabete, poi, il 67% delle indicazioni ricorda che è opportuno ridurre l’assunzione di zuccheri e il 58% cita esplicitamente le bevande zuccherate, che sarebbero da evitare.

Un terzo delle indicazioni, poi, consiglia di diminuire il consumo di carne rossa e una percentuale di poco inferiore quello di carni lavorate, il 19% quello di cereali lavorati, mentre nessuna invita a ridurre gli alimenti di origine vegetale. Infine, per quanto riguarda le singole categorie, le più popolari sono la soia, raccomandata nel 18% dei casi, e gli oli vegetali come quello di oliva, presente nel 35% dei documenti analizzati.

I destinatari di questo lavoro, spiegano gli autori, sono i medici, perché di solito la loro formazione in queste materie è piuttosto scarsa, mentre la domanda da parte dei pazienti è sempre molto elevata: il fatto che le indicazioni convergano su alcuni fatti fondamentali può rassicurarli e sostenerli, quando consigliano ai propri pazienti cosa mangiare per prevenire e per limitare il rischio della maggior parte delle malattie croniche, attenendosi ai principi di base (più verdura, più frutta, più cibi integrali, meno alcol, meno carne, meno sale). Senza dimenticare mai che secondo l’ultimo Global Burden of Disease Report, la cattiva alimentazione è la prima causa di morte per malattie non trasmissibili, cioè conta più di qualunque altro fattore di rischio, compreso anche il fumo di tabacco.

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Claudia
Claudia
3 Maggio 2023 12:03

Ma quanta carne rossa pensano che mangi la gente a settimana?
A me capiterà una volta a settimana ….