“Ecco i finti panettoni proposti da Lidl”. Era questo il titolo dell’articolo pubblicato su ilfattoalimentare.it il 24 novembre 2010 per segnalare la vendita nei supermercati della catena Lidl di panettoni e pandori marchiati Favorina, che non rispettano la normativa sugli ingredienti da usare nella produzione del pregiato dolce di Natale. Lidl ci ha scritto dicendo che dal nostro articolo “sembra dedursi che la società offra in vendita Panettoni che non sono stati prodotti secondo la prescrizione del Decreto MI.I.A.P 22.7.5: “Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno”. Lidl sostiene “di non avere affatto messo in vendita prodotti dolciari non conformi alle prescrizioni del decreto” e prosegue dicendo
“La nostra società offre ai propri consumatori, oltre ai dolci con le denominazioni “Panettone” e “Pandoro” anche altri dolci natalizi, tra cui alcuni prodotti dolciari da forno, denominati “Dolce di Milano” e “Dolce di Verona”.
Tali dolci, prodotti tra l’altro da una nota azienda italiana che opera nel settore della produzione di dolci, non essendo conformi alla ricetta riportata nel decreto sopra citato, non riprendono in alcuna parte dell’etichetta la denominazione “Panettone”.
Tali prodotti sono presentati, infatti, in imballaggi ben diversi dai tradizionali “Panettone” e “Pandoro”, in quanto offerti in buste trasparenti e vengono reclamizzati in modo chiaro ed inequivocabile, mediante la denominazione commerciale posta al centro della busta (es.: Dolce di Milano) e mediante il cartello prezzo posto immediatamente accanto al prodotto stesso. Le informazioni sono fornite dunque in modo evidente e leggibile e non sono poste in fondo alla scatola in caratteri piccoli (Cfr. Circolare del Ministero dello Sviluppo Economico 3 dicembre 2009 nr. 7021).
Non riteniamo pertanto che un Cliente possa in qualche modo confondere i due dolci natalizi che, oltre ad essere offerti in imballaggi completamente diversi, con denominazioni del tutto diverse, vengono anche venduti ad un prezzo differente. Non si tratta quindi di panettoni “finti” (il termine è utilizzato nel Suo articolo), ma di dolci diversi che possono essere legittimamente prodotti. A tal proposito occorre anche aggiungere che in base all’articolo 9 del Decreto Ministeriale 22 luglio 2005(più volte citato) sul mutuo riconoscimento, un produttore francese potrebbe vendere in Italia un dolce non conforme alla “ricetta ministeriale” e, ciò nonostante, avrebbe il diritto di designarlo “panettone”.
Queste sono le assurdità della normativa applicabile. Da ultimo, vorremmo portare alla Sua attenzione che il marchio “Favorina” è utilizzato dalla nostra società per indicare l’intera gamma dei dolci natalizi venduti da Lidl (ca. 33 prodotti). Siamo certi che vorrà apprezzare questo nostro chiarimento e che lo vorrà porre ad integrazione di quanto da Lei già pubblicato.
Lidl ha ragione quando dice che l’imballaggio tra il vero e il finto panettone è diverso (il primo è di cartone il secondo è di plastica) ed è anche vero che la denominazione del prodotto è diversa (Dolce di Natale e non Panettone, Dolce di Verona e non Pandoro). Queste cose sono dette chiaramente nell’articolo e anche le fotografie evidenziano le differenze.
La nostra accusa di vendere finti panettoni e finti pandori resta perché l’articolo 1 comma 2 lettera c del Dl.Lgs. 109/92 sulla presentazione dei prodotti alimentari cita: la forma o l’aspetto conferito ai prodotti alimentari o alla loro confezione, il materiale utilizzato per il confezionamento, il modo in cui sono disposti sui banchi di vendita e l’ambiente dove sono esposti. Il successivo art. 2 dice ribadisce che non si deve indurre in inganno il consumatore anche i tramite le modalità di presentazione del prodotto.
Il legislatore non ritiene quindi sufficiente utilizzare un imballaggio diverso e una denominazione differente per informare correttamente il consumatore.
Le persone che entrano nei supermercati Lidl sono tratte in inganno, perché nelle altre catene i panettoni e i pandori in sacchetti di plastica sono posizionati a fianco di quelli in cartone ma sono veri e costano un po’ meno. Da Lidl la gente viene un po’ presa in giro perché, leggendo poco le etichette, non sa di comprare finti pandori e finti panettoni.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.