Ogni anno milioni di litri di latte fresco di alta qualità che scadono dopo 2-3 giorni diventano cibo per animali! Uno spreco insensato
Ogni anno milioni di litri di latte fresco di alta qualità che scadono dopo 2-3 giorni diventano cibo per animali! Uno spreco insensato
Roberto La Pira 7 Dicembre 2012L’estensione della scadenza del latte fresco ha una sua validità, ma si scontra con l’altra realtà sconosciuta ai più: la maggioranza dei frigoriferi domestici non garantisce una temperatura compresa fra +4°C e +6°C.
Come abbiamo scritto di recente, secondo un’indagine condotta dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, i frigoriferi di casa fanno registrare temperature superiori, soprattutto in corrispondenza della portiera dove si tiene il latte. La gente non se ne rende conto perchè la maggior parte dei modelli ha un termostato interno, ma non dispone di un termometro che indichi la temperatura reale.
Alla fine di questa riflessione viene spontaneo rivolgere due appelli. Il primo indirizzato alle catene di supermercati, affiché trovino un sistema per fare cessare l’assurdo spreco di latte fresco (basterebbe allestire uno spazio apposito, dove proporre la vendita del prodotto in scadenza a metà prezzo). Il secondo appello è rivolto ai produttori di elettrodomestici affinché i frigoriferi siano dotati di un termometro adeguato accollandosi l’aggravio di costo stimato intorno ai 1-2 euro.
Roberto La Pira
Foto: Photos.com
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Egr. dott. La Pira, mi risulta che, in base alla legge citata nell’articolo, la data di scadenza del latte fresco è calcolata al sesto giorno dal trattamento termico non al settimo dal confezionamento, come ho già letto proprio in questo sito.
La differenza è fondamentale: Se fosse come detto nell’articolo potrei pastorizzare il latte e dilazionarne il confezionamento di alcuni giorni (pratica tecnologicamente possibile) con indubbi vantaggi economici ma probabile diminuzione delle caratteristiche organolettiche. In base a quanto prescritto dalla legge invece il produttore ha tutto l’interesse a confezionare subito dopo il trettamento termico.
donare il latte scaduto? i grandi supermarket ne trarrebbero pubblicità e farebbero del bene a chi è in difficoltà economiche.
Dott. La Pira, è sicuro che il latte fresco, una volta esaurita la sua "vita" commerciale finisca in discarica? A parte gli enormi costi di smaltimento che comporterebbe ciò, si tratterebbe di buttare un capitale dato che quel latte ha ancora un valore come materia prima per tantissime lavorazioni dell’industria casearia. Quel prezioso contenuto di grasso e di proteine possono essere gettate alle ortiche secondo lei? Panna, burro, alimenti proteici e tanti altri prodotti possono tranquillamente derivare dal latte ritirato dal mercato. Io sono il primo a non allarmarmi quando vedo sopraggiungere la data di scadenza del latte fresco che consumo quotidianamente, e acquisto il latte fresco prossimo alla scadenza quando viene venduto a metà prezzo, ma non sono d’accordo all’informazione "viziata".
Le consiglio di contattare per avere maggiori informazioni in merito, il Prof. Mucchetti dell’Università di Parma, dipartimento degli alimenti, docente di "tecniche casearie" e tra i massimi esperti e conoscitori del settore caseario in Italia.
Sono sicuro che sarà disponibilissimo a chiarire qualsiasi suo dubbio in merito .
Un consiglio per i consumatori è di acquistarlo al miglior prezzo facendone scorta (massimo 2 mesi) congelarlo nel congelatore di casa ( attenzione porre il congelatore a -25/30 durante il congelamento), scongelarlo nel frigo e utilizzarlo entro 4 gioni dallo scongelamento
Stranezze ne ho sentite, ma acquistare latte fresco e congelarlo nel freezer di casa è tra le top 5. Se ha senso consumare latte fresco per le migliori proprietà rispetto all’UHT, non vedo il senso di congelarlo in condizioni non certo ottimali (nel proprio freezer). A questo punto è meglio l’UHT, a mio parere.
Il problema del latte reso sta assumendo dimensioni drammatiche. Iconsumi di latte fresco stanno calando (-6%) e la quota delle private label sta aumentando, per cui ormai i resi dal commercio sono arrivati a rappresentare il 6% dei volumi venduti. E non serve a nulla, al riguardo, nemmeno il famoso art. 62, perché nessun produttore può denunciare l’imposizione della GDO in metito al ritiro dei resi come pratica sleale, se non vuole perdere il cliente. La vera pratica commerciale scorretta, comunque, è quella di rendere disponibile per il consumatore il prodotto di marca solo quando ha esaurito le scorte del proprio prodotto private label, è qui l’art. 62 non c’entra nulla.
Il dramma è che, in pratica, si voglia relegare il latte a mera commodity, come già avviene in gran parte del mondo, costringendo l’industria, pian piano, a lavorare solo per conto terzi.
Non manca molto tempo perché ciò avvenga.
Oggi l’art. 62 da una mano alla GDO a far fuori dal mercato il normal trade e la piccola distribuzione; qundo avrà il controllo completo del mercato …. farà fuori pure le marche!
Costante – il latte microfiltrato ha un altro sapore e per un bevitore di latte e’ un aspetto importance.
Se fosse vero che viene gettato tanto latte fresco "di alta qualità ", che peraltro in base alle leggi ed alla situazione produttiva e di gestione attuale è ormai , non solo in Italia, ma in tutta Europa semplicemente "latte pastorizzato di ‘dovuta qualità ‘, se proprio si vuole aumentarne il periodo di conservazione, senza assolutamente inficiare la qualità della materia prima ‘di buona e ormai normale qualità agricola secondo le indicazioni del DM 185, ed applicando "il più basso danno termico compatibile con la sicurezza igienica" in modo da soddisfare anche le caratteristiche chimico fisiche oggettivamente dimostrabili indicate nella legge n.169, la via più sicura, senza ulteriori, inutili e sterili polemiche, è la MICROFILTRAZIONE, che lo stesso consumatore ha già da tempo riconosciuto come capace di garantire nel tempo di 15-25 giorni (secondo il rispetto della catena del freddo)le caratteristiche migliori di un buon latte sottoposto a pastorizzazione.
Danilo. La scadenza del latte fresco è 6 giorni oltre quello del confezionamento e quindi sono 7 in totale.
Perché non comprare latte Microfiltrato pastorizzato, che sostanzialmente equivale a quello pastorizzato cosiddetto di Alta Qualità , spessoè anche migliore, e dura oltre il doppio avendo filtrato la quasi totalità dei microbi senza alterare le altre componenti!!
Luigi, che il latte invenduto sia utilizzato come supporto al mangime per animali è un’ottima idea. Il problema è che si usa un prodotto che ha ancora 2-3 giorni di validità o se preferisce un prodotto giunto al 60% della scadenza. Si dovrebbe trovare il metodo di vendere questo latte ancora ottimo e poi, se rimane effettivamente invenduto destinarlo alla mangimistica. Il pane dopo 24 ore in genere non è più fresco e questo lo rende non più commerciabile e quindi giustamente viene destinato alla mangimistica. Lei sa che in famiglia il pane avanzato viene messo in freezer e si mangia il giorno dopo
Il recupero del latte invenduto utilizzato in supporto al mangime aiuta a produrne di meno ed è una delle modalità di lotta allo spreco alimentare compatibile con l’ambiente che la Commissione europea guarda con molta attenzione. Sostenere che questa pratica sia uno spreco assurdo, è vedere solo una parte del fenomeno.
Ora mi aspetto un suo articolo contro il riutilizzo del pane come mangime, che avviene quotidianamente in moltissime aziende d’allevamento italiane ed europee (e lì non ci sono frigoriferi da incolpare). E magari anche un’altro sul reinterramento dei prodotti agricoli che non vengono raccolti.