Vino rosso versato in un calice da una bottiglia

Gli europei, quanto a consumi di bevande alcoliche, sono molto abitudinari. Negli ultimi vent’anni non hanno cambiato quasi nulla, almeno stando a quanto riporta uno studio appena pubblicato su Addiction dai ricercatori del Centro che si occupa di dipendenze della regione europea dell’OMS con sede a Copenaghen, in Danimarca. Gli autori, basandosi sui dati prodotti dalle loro sedi relativi al periodo compreso tra il 2009 e il 2019, e a tutti e 27 i Paesi dell’Unione Europea, più Ucraina, Islanda e Norvegia, hanno suddiviso le abitudini in sei tipologie principali:

La classificazione sul consumo di alcol

1.        I Paesi dei bevitori di vino. Tra questi rientrano Italia, Francia, Grecia, Portogallo e Svezia, e la loro caratteristica è quella di consumare più vino di tutti, ma anche meno birra e superalcolici rispetto agli altri e, in generale, di avere il consumo di alcol più contenuto.

2.        I Paesi ad alto consumo di birra e basso di superalcolici. Vi rientrano Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia, Slovenia e Spagna, e la loro peculiarità è appunto quella di avere una chiara preferenza per la birra, accompagnata da uno scarso amore per i superalcolici. Dal punto di vista complessivo, hanno i valori massimi di consumi fuori casa.

3.        I Paesi a elevato consumo di birra e con frequenti eccessi. Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia sono grandi consumatori di birra e hanno il più elevato consumo generale non solo della stessa birra, ma anche di alcolici in generale. Sono anche caratterizzati dall’abitudine a grandi bevute di superalcolici, episodiche ma relativamente regolari.

Due bicchieri di gin tonic, con ghiaccio e lime, accanto a un piattino di fette di lime; Concept: alcol, alcolici
I tassi di mortalità e di danni alla salute associabili all’alcol sono più elevati nei Paesi dove maggiore è il consumo di superalcolici

4.        I Paesi che amano i superalcolici: sono i tre paesi baltici, ovvero Lituania, Estonia e Lettonia, che consumano i quantitativi maggiori superalcolici, e che anche con la birra hanno un ottimo rapporto. Pur essendo ai vertici della classifica per consumo globale, non sono comunque grandi consumatori di vino, né amano le bevute eccessive sporadiche: preferiscono bere regolarmente, e non poco.

5.        I Paesi che hanno il maggior numero di astemi, ma non disdegnano i superalcolici sono l’Ucraina, la Bulgaria e Cipro. Vi si trova infatti la maggior percentuale di persone che non bevono affatto, e quindi i tassi generali di cittadini che consumano alcolici sono bassi. Tuttavia, chi assume alcol lo fa spesso con i superalcolici, e ciò spiega le due caratteristiche apparentemente contrastanti.

6.        I Paesi dove l’eccesso di alcol è un problema molto serio sono infine la Finlandia, l’Islanda, l’Irlanda, il Lussemburgo e Malta. Questi Paesi hanno il maggior numero di consumatori di alcolici, e i valori più elevati di bevitori compulsivi.

L’interpretazione

Osservando le cartine stilate dai ricercatori, si nota come il rapporto con l’alcol abbia una distribuzione geografica chiara, nelle sue linee principali. Se infatti i paesi del Mediterraneo sono grandi consumatori di vino, ma restano entro valori abbastanza contenuti, il consumo di birra e superalcolici cresce andando verso nord e verso est.

Il dato che però gli autori sottolineano è che, nei vent’anni coperti dall’analisi, circa due terzi dei Paesi sono rimasti nella tipologia identificata nei primi anni duemila. In altre parole, le abitudini sono rimaste immutate, a conferma di quanto il rapporto con gli alcolici sia profondamente radicato nelle diverse culture. Inoltre, i tassi di mortalità e di danni alla salute associabili all’alcol, per esempio per incidenti stradali o per malattie quali la cirrosi epatica e i tumori collegati all’alcol, sono nettamente più elevati nei Paesi dove maggiore è il consumo di superalcolici e cioè soprattutto nei paesi dell’Est Europa.

Di tutto questo si dovrebbe tenere conto quando si programmano interventi per cercare di ridurre l’assunzione di alcolici. Campagne e norme mirate alla realtà della zona geografica e alle sue consuetudini sarebbero probabilmente molto più efficaci rispetto a indicazioni uguali per tutti i Paesi.

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