latte

latte R-120676758-latte-splash Ciò consentirebbe alla Centrale di valutare la Sicurezza GLOBALE della cisterna con questi Test e quindi disporne l’accettazione od il respingimento. Sono però molti i furbi che, avendo vacche in trattamento farmacologico, non eliminano tale latte dal conferimento pensando sempre di “diluirlo” nella massa dei 10 metri cubi della cisterna … E questo è un esempio di filiera abbastanza controllabile; ma se parliamo di Vino, di Olio, la questione si complica alquanto (e consentitemi di evitare una lunghissima spiegazione) perchè le filiere sono profondamente diverse anche se tutte hanno la caratteristica di provenire da una somma (anche enorme) di prodotti (e produttori) SFUSI. Sarebbe troppo “contro gli imprenditori” liberalizzare i prodotti dopo averne verificato la sicurezza piuttosto che corrergli dietro ? Ma sopratutto provate a pensare PERCHE’ le cose DEBBONO funzionare così …E pensare che volevo semplicemente dire che non dovremmo più parlare di Autorità Sanitarie ma delle Autorità per la Sicurezza Alimentare …

Stefano Dell’Orso

© Riproduzione riservata   Foto: iStockphoto.com

sostieniProva2

Le donazioni si possono fare:

* Con Carta di credito (attraverso PayPal): clicca qui

Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264

 indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare

 

0 0 voti
Vota
8 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Paolo
30 Giugno 2014 15:47

Articolo molto interessante perchè mette in dubbio alcuni punti critici del cosiddetto “sistema di rintracciabilità”, Penso che per risolvere i vari dubbi ci vorranno ancora un bel pò di anni. La strada è ancora lunga.

giulia
giulia
7 Luglio 2014 16:38

mi sembra davvero molto ottimistico pensare che in Italia vi siano 30.000-40.000 tra Tecnici della Prevenzione/Veterinari/Medici che si occupano di Sicurezza Alimentare, e ancor più nello specifico di Igiene degli alimenti di origine animale..

Emilio Bazzocchi
Emilio Bazzocchi
Reply to  giulia
8 Luglio 2014 12:56

sarà forse molto ottimistico pensare che in Italia vi siano 30.000-40.000 tra Tecnici della Prevenzione/Veterinari/Medici che si occupano di Sicurezza Alimentare ma certamente sono molto più numerosi e competenti dei NAS che solo occasionalmente entrano in azione spesso con azioni a random, e che non sono quotidianamente sul territorio. Purtroppo l’opinione pubblica non lo sa ma la Sicurezza alimentare in Italia, nel bene e nel male, è gestita ed assicurata dalle Asl e dagli IZS ed è soprattutto a loro che bisogna indirizzare critiche, suggerimenti e apprezzamenti ( perché ogni tanto fanno anche qualcosa di buono)

ezio
ezio
8 Luglio 2014 11:55

Come già discusso per altri alimenti contaminati (mais alla diossina)il vero problema è l’espediente citato anche da Dell’Orso: la diluizione.
Espediente che risolve tutto molto “socialmente” distribuendo un poco di sostanze tossiche a tutti, senza “privilegiare” nessun cliente, salvo errori ed omissioni.
Questo metodo consolidato ed esteso, permette a tutta la filiera sonni tranquilli, istituzioni comprese, salvo quando qualcosa scappa, o si viene presi con le mani nel sacco negli occasionali controlli a campione delle Asl o dei Nas.
Se dove si riscontrano valori di contaminanti vicini ai limiti di legge, si facessero anche ulteriori ricerche sulle origini delle materie prime tracciate e si togliesse l’autorizzazione ad operare a chi ricicla alimenti tossici, forse potremmo stare più tranquilli anche noi consumatori.

daniele
daniele
8 Luglio 2014 16:04

E’ sempre interessante notare che, alla fine, sempre si invochi sotto sotto una “figura forte” e che la responsabilità di produrre/mettere in commercio alimenti contraffatti-adulterati-taroccati-insalubri sia dei (mancati?) controlli ex ante e la colpa se arrivano in tavola siano ovviamente dei (mancati?) controlli ex post. Il sistema sta sì in piedi – sebbene zoppicante per mille problemi – grazie alla prevenzione ed alla , passatemi il termine, “repressione” (ASL, NAS, Corpo Forestale e via dicendo)compresa l’allerta; quest’ultima ha senza dubbio il “torto” di arrivare dopo l’evento ma ha il merito di evitare che esso venga protratto. Infine, sarebbe opportuno iniziare a considerare che nessuno degli Enti, Corpi di cui sopra è un produttore-commerciante-importatore-rivenditore ed è forse da questi che ci si aspetterebbe maggiore iniziativa e consapevolezza (parliamo di Haccp?)alla fonte, con comportamenti che emarginino i loro “colleghi” sleali.

Costante
Costante
8 Luglio 2014 18:49

Non dimentichiamo che qualsiasi anello della catena alimentare ha il compito legale di impostare e mantenere un sistema di autocontrollo obbligatorio, descritto anche in un manuale, ove si descrivano: HACCP, controlli routinari, azioni preventive ed azioni correttive . Per quanto riguarda il tema aflatossine nel latte , da parecchi anni abbiamo sviluppato, discusso in sedi istituzionali adeguate e pubblicato, protocolli di monitoraggio, controllo rapido alla trasformazione e all’origine in agricoltura, piani di verifiche , di prevenzione e di intervento, fatti propri dai servizi veterinari di varie regioni. Se certi fatti avvengono in modo fraudolento significa che proprio il sistema di audit ufficiale sui sistemi di autocontrollo non funziona in modo corretto, senza andare nel merito dei processi, o si procede solo a controlli cartolari che lasciano scappare gli elefanti con le carte in regola, ed allora succede quel che è successo in Friuli.

Giovanni
Giovanni
8 Luglio 2014 19:46

Domanda: qual’è la differenza tra prevenzione e repressione ?
Risposta:
prevenzione zero numeri e zero statistica.
repressione tanti numeri (tanti dei quali gonfiati a piacere) e tanta statistica (voluminosa all’infinito).
E’ il sistema che è stato creato che non dà alcuna certezza di quali siano veramente i rischi per la salute pubblica. Penso che sul tema della sicurezza alimentare chissà ancora per quanti anni le generazioni future avranno ancora da discutere.

Giovanni
Giovanni
9 Luglio 2014 12:25

Ma, si parla di fattura? di controllo della fattura? Allora quanti fornitori sulla fattura indicano il numero di lotto/data di scadenza per rendere rintracciabile effettivamente la confezione ritenuta NON CONFORME? Ancora oggi esiste questo problema! Senza dati di rintracciabilità della confezione (Lotto di produzione e data di scadenza o TMC) ditemi che tipo di controllo fanno gli amici dei Dipartimenti di prevenzione – ASL.