Biberon pieno di latte su uno sfondo rosa

Il latte artificiale ottenuto da idrolisati proteici noti come extensively hydrolized whey protein (eHF), dal punto di vista della salute del neonato equivale a quello più tradizionale, ottenuto dal latte vaccino. Questo tipo di latte, di cui esistono due varianti (oltre a quello altamente idrolizzato ce n’è uno parzialmente idrolizzato), è consigliato per i neonati che sono a forte rischio di dermatite atopica (in base alla storia familiare) e come alternativa a quello classico per tutti i bambini che non sono allattati esclusivamente al seno per vari motivi. Per essere approvati in Europa, questi prodotti devono rispondere a precisi standard codificati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e, in base alle ultime regole, essere sperimentati per così dire sul campo, cioè su neonati sani.

Per questo motivo l’azienda tedesca HiPP, che produce alimenti per bambini utilizzando un idrolisato chiamato Peptigen IF-3080, prodotto da Arla Foods Ingredients e approvato lo scorso marzo, ha sponsorizzato uno studio che è stato condotto su oltre 300 neonati di quattro Paesi (Bulgaria, Germania, Ungheria e Repubblica Ceca), che erano seguiti da 21 ospedali pediatrici. Come riportato su Nutrients, i bambini, tutti sani e con non più di 25 giorni di vita, sono stati suddivisi in due gruppi e alimentati, fino al centoventesimo giorno, con il latte eHF o con la formula a base di latte vaccino; per confronto, sono stati inclusi anche una quarantina di neonati esclusivamente allattati al seno. 

Una persona versa latte artificiale o latte in polvere in un biberon con un misurino, sullo sfondo latta
HiPP ha sponsorizzato uno studio clinico, richiesto dalle norme europee, per verificare la sicurezza del latte artificiale a base di idrolisati proteici

Durante tutto il periodo, i genitori hanno registrato le quantità di latte artificiale date ai bambini. I neonati, inoltre, sono stati sottoposti a cinque visite di controllo, nelle quali, senza che i pediatri sapessero come erano stati nutriti, sono stati misurati tutti i normali parametri della crescita, per verificare se vi fossero differenze o evidenziare l’eventuale presenza di effetti negativi. Per quanto riguarda il peso, i bambini alimentati con il latte artificiale hanno tutti acquisito una media di circa 30 grammi al giorno, senza differenze tra i due tipi, e lo stesso si è visto durante il follow up, durato fino ai 180 giorni di vita, a riprova del fatto che non ci sono state conseguenze negative sulla crescita. Anche gli altri parametri antropometrici come la lunghezza e la circonferenza del cranio non hanno fatto emergere differenze significative tra i due tipi, così come è accaduto per l’accrescimento nel suo complesso. Inoltre, come previsto (perché già dimostrato per questo genere di prodotti), non si è verificato alcun evento avverso che abbia generato dubbi sulla sicurezza. 

Infine, entrambi i tipi di latte artificiale hanno retto il confronto con il latte materno. L’equipollenza non stupisce perché, per quanto riguarda quello altamente idrolizzato, l’apporto calorico è simile a quello del latte umano (attorno alle 66 calorie per 100 ml), mentre il contenuto proteico è di poco inferiore a quello del latte artificiale classico (in media 1,2 grammi, contro 1,9 per 100 ml). Fermo restando che, secondo l’Oms e tutte le società di pediatria del mondo, la scelta migliore, per tutte le mamme e tutti i bambini, è l’allattamento al seno, qualora non vi siano motivi accertati per non farvi ricorso, in caso di necessità questo nuovo latte può essere dato ai neonati in assoluta tranquillità e nel rispetto di ciò che prevede l’Efsa.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

3 2 voti
Vota
5 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
giova
giova
6 Giugno 2023 11:12

Potrebbe essere un valido sostituto di quello in polvere?

Valeria Nardi
Reply to  giova
6 Giugno 2023 13:21

È un tipo di latte artificiale consigliato per i neonati che sono a forte rischio di dermatite atopica (in base alla storia familiare) e come alternativa a quello classico per tutti i bambini che non sono allattati esclusivamente al seno per vari motivi.

Adriano Cattaneo
Adriano Cattaneo
6 Giugno 2023 16:08

Gli studi (cosiddetti) scientifici promossi e finanziati dalle ditte sono sempre una forma di marketing. Dimostrare che una formula idrolisata (eviterei di usare il termine latte, perchè di latte proprio non si tratta, essendo un prodotto industriale ultra processato) equivale funzionalmente a una formula convenzionale serve solo a promuoverla meglio (ed è probabile che il prezzo sia maggiore, o che sia più elevato il margine di profitto). Discutibile e pericolosa l’indicazione: per bambini a rischio di dermatite atopica. Attribuire questo rischio è relativamente facile per un pediatra, soprattutto se frequenta congressi finanziati dai produttori di queste formule. Facile anche una sorta di auto-attribuzione del rischio da parte dei genitori, senza alcun intervento di un pediatra, visto che il prodotto si può acquistare liberamente in farmacia o in altri negozi.

Gianni Catania
12 Giugno 2023 22:26

buongiorno,
visto che tramite il sito mi chiedete un parere sull’articolo o forse sulla vostra linea editoriale “Il fatto alimentare” provo a dirvi cosa penso.

Per parecchio tempo ho ritenuto valido questo sito come fonte di informazione alimentare e se non ricordo male credo di avervi anche inviato qualche donazione. Da qualche anno però la mia stima è scesa notevolmente. Vi leggo di meno o comunque con un certo spirito critico.
Trovo che i vostri articoli sono incentrati sul “benessere umano” in generale ma raramente trovo spunti critici su questo modello di pensiero. Posso anche credere che siate “indipendenti e senza conflitti di interessi “, ma pubblicizzate la CARNE “Montana” magra e ricca in proteine, la tua scelta italiana (con tanto di “decorazione tricolore per sottolineare l’aspetto patriottico dell’alimento. Cosi però l’indipendenza viene un tantino meno.
Leggo a volte gli articoli della signora Codignola a volte preceduti da titoli fuorvianti….. no, mi spiace, non ne sono contento.
Le scelte alimentari non sono solo “mangia la pappa o la zuppa che ti fa crescere o stare meglio”. Vi sono aspetti etici, morali che andrebbero menzionati o evidenziati.
A una lettura frettolosa dell’articolo sul latte da idrolisati non ho trovato COME e da cosa sono prodotti.
Come anti-specista trovo decisamente insufficiente questo modo di trattare l’argomento alimentazione.

Questo è il mio insignificante parere.
Se lo leggerete per intero, molte grazie per l’attenzione.

Valeria Nardi
Reply to  Gianni Catania
13 Giugno 2023 12:01

Questa rivista si basa sulla pubblicità (così come i quotidiani, le riviste e la tv), ma lo fa dopo aver fatto firmare un contratto agli inserzionisti per cui non possono intervenire nella linea editoriale e devono rispettare la libertà e la professionalità della redazione.
Se lei ha qualche suggerimento in merito saremmo felici li condividesse con noi. Purtroppo al momento non ci sono alternative agli inserzionisti. Il servizio ai lettori è gratuito, dovremmo prevedere un abbonamento? Sovvenzioni dallo Stato non ci sono. Le donazioni dai privati, anche se molto apprezzate non sono sufficienti.
Spero di aver chiarito al meglio la spinosa questione inserzionisti-banner, e non averla annoiata troppo.
Spero inoltre che continui a seguirci e anche a migliorarci.