obesità sovrappeso bambini infanziaLa Scozia è decisa a cambiare la dieta dei cittadini con un piano che coinvolge fast-food, ristoranti, supermercati e aziende alimentari. Dopo la decisione presa dal Ministro della salute rumeno di tassare il cibo spazzatura dal mese di marzo, anche il Ministro della salute scozzese avvierà una guerra contro  l’obesità con una serie di iniziative molto drastiche. Tra le nazioni industrializzate la Scozia ha un livello di obesità di poco inferiore a quello considerato molto elevato, di paesi come gli Stati Uniti e il Messico.

Nel 2008 il 26,8 % degli adulti scozzesi era considerato obeso, il 65,1% era in sovrappeso, mentre per i bambini con meno di 14 anni i valori di quelli con un eccesso di chili sono  rispettivamente il 15,1% e il 31,7%. Se non si interviene, il 40 % della popolazione diventerà obeso entro il 2030, e tutto ciò comporta un aggravio di costi sanitari di circa 3 miliardi di sterline. Le cifre sono contenute in una relazione che sarà pubblicata dal ministro della Sanità, dove si parla di una “bomba obesità”, con 3.400 persone che ogni anno muoiono per i suoi effetti. Il ministro scozzese per la Salute Nicola Sturgeon ha detto che “se non verrà affrontato seriamente il problema è in gioco la capacità del paese di raggiungere una crescita economica sostenibile”.

Le principali proposte nel piano anti-obesità 

* incremento dell’assortimento dei prodotti alimentari considerati “sani” nei punti vendita

* incentivi finanziari alle aziende alimentari che producono cibi nutrizionalmente equilibrati

* limiti alla vendita di cibi ad alto contenuto calorico nelle vicinanze delle scuole

* sviluppo di locali destinati a persone che fanno escursioni a piedi e ai ciclisti

* inviti a usare i mezzi più attivi della macchina per recarsi al lavoro

* mense scolastiche sin dai primi anni di scuola

* etichette chiare per fare capire alla gente quanto deve camminare una persona per “bruciare” l’apporto di calorie assunto mangiando quel prodotto

Il piano prevede di vietare la vendita di caramelle vicino alle casse dei supermercati e limiti agli sconti per i prodotti  alimentari classificati come spazzatura. C’è anche l’invito molto energico rivolto a ristoranti, fast-food e altri locali di ridurre le porzioni.

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